Gasperini: “Otto anni al Genoa non si dimenticano. Ringrazio i tifosi”

L'ex tecnico rossoblù ha raccontato le sue due esperienze al Genoa durante il Wyscout Forum. "Preziosi? Spero resti e spero anche che il Genoa diventi sempre più forte". "Ivan Jurić è l’uomo giusto per il Grifone" ha affermato

Pandev (Getty Images)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Quando si racconta una favola, è giusto partire dal principio. Quella di Gian Piero Gasperini in rossoblù iniziò nel 2006, in un magnifico campionato di Serie B, parente prossimo della massima categoria: “La mia esperienza al Genoa è iniziata grazie ad Allegretti: il gol che fece al Piacenza all’ultima giornata ci permise di evitare i play-off e festeggiare la Serie A diretta assieme ai nostri fratelli del Napoli. Un campionato straordinario”.

Intervenuto alla tre giorni di Wyscout Forum a Chiavari, Gasperini è stato intervistato su molti temi. Come ci racconta Beppe Nuti di Telenord, l’ex allenatore del Genoa ha rivelato: “Mi ha cercato la Nazionale, ho ricevuto una chiamata da Lippi: ero tra i papabili per la panchina assieme a Ventura e Montella. Non se ne fece nulla ma sono fiero e onorato da questo interessamento l’Italia”.

Una battuta sul futuro prossimo: “Ora sono all’Atalanta, il presidente Percassi mi ha convinto con le sue idee. Confesso che sarei stato anche fermo un anno per aggiornarmi. Estero? Mi hanno cercato e ci ho anche pensato, alla fine ho preferito restare in Italia”. A proposito di Nazionale, come finirà il match con la Spagna? “L’Italia non deve aspettarli, altrimenti avranno vita facile. Vanno attaccati alto, aggrediti, è una gara secca e tutto può succedere. Credo molto nel ct Conte, ha creato una squadra, non una selezione di giocatori: questa è la nostra forza”.

Molti tifosi del Genoa hanno saputo della presenza di Gasperini a Chiavari e per questo hanno invaso la città levantina. Taluno ha voluto omaggiare l’ex mister con una parrucca bianca: “Quando sono arrivato avevo più capelli neri, lo ammetto… Otto anni qui non si dimenticano, sono diventato genoano e sono sorpreso di vedere così tanti tifosi a fine giugno. Li lascio con grande emozione”.

Impossibile non parlare del Genoa: “Abbiamo concluso l’anno in modo straordinario, se pensiamo a com’era la situazione in un certo momento. Preziosi? Spero resti e spero anche che il Genoa diventi sempre più forte. Con il presidente ho avuto un buon dialogo, ho sempre saputo tutto da lui: una cosa importante è stato ricompattare l’ambiente, il tifo rossoblù è la vera forza del Grifone. Il più forte che abbia allenato al Genoa? Diego Milito, poi Palacio e Thiago Motta. Un giocatore, invece, imprescindibile è stato Giuseppe Biava, poi sulle fasce Sculli e Palladino”.

Ivan Jurić è l’uomo giusto per il Grifone? “Sì, non ci sono altri allenatori migliori di lui in quanto a carattere e cultura del lavoro. È un allenatore giovane che per questo motivo andrà sostenuto. Allenare il Genoa è qualcosa di fantastico”.

Infine all’allenatore dei record rossoblù è stata posta una domanda sulla strettissima attualità: la Brexit e gli effetti sul calcio. “Dobbiamo essere noi a cambiare. Il Genoa, con i vari Sturaro, El Shaarawy, Perin, Mandragora, ha dimostrato che si possono allevare dei calciatori italiani in casa, farli crescere e poi mandarli a fare carriera in squadre di alta fascia”.

[fncvideo id=188569]

 

 

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.