Fulvio Collovati a Radio 24: “Signorini era benvoluto dal professor Scoglio e da Sacchi

L'ex difensore del Genoa racconta a "Il Falco e il Gabbiano": "Lo hanno voluto fortemente, lo hanno anche valorizzato. Sarebbe diventato un grande allenatore". E ricorda: "La sua malattia? Vissuta con grande dignità"


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“È successo tutto in modo strano, nel senso che io, siccome mi occupavo di televisione, un giorno l’ho chiamato e gli ho detto: Luca, ti va di venire ospite? Perché lui veniva spesso ospite. Aveva appena smesso di giocare. Mi rispose in un modo strano, io mi accorsi dal modo… e lì incominciai a capire che la malattia piano piano stava entrando dentro il suo corpo. Ecco è stata una cosa.. poi sono andato a trovarlo parecchie volte. L’ha vissuta con grande dignità, con una famiglia veramente modello che ha vissuto questa tragedia con dolore, ma anche con grande dignità. Sono stati gli ultimi anni della mia carriera, intensi, ma vissuti soprattutto con persone vere. Gianluca era una di quelle”. Così Fulvio Collovati, ex calciatore e compagno di squadra di Gianluca Signorini, ospite oggi della puntata de “Il Falco e il Gabbiano” di Enrico Ruggeri su Radio 24, ha ricordato gli ultimi anni di vita dello storico Capitano del Genoa.

“Secondo me era un giocatore sottovalutato – ha sottolineato Collovati ricordando a Radio 24 la carriera calcistica di Signorini iniziata con lui alla Roma – Benvoluto da due allenatori che lo hanno voluto fortemente, lo hanno anche valorizzato. Uno era Sacchi, l’altro era il professor Scoglio. Poi però, mi ricordo una frase di Sacchi che ha detto: ‘Porto Mutti e Signorini a Milano al posto di Baggio e Costacurta’. Ecco, diciamo che quel paragone lì poi dopo lo ha un po’ segnato, nel senso che i tifosi del Milan hanno incominciato a dire: ‘Ma come, Baresi.. Signorini..”. Hanno incominciato a fare paragoni. E chiaramente lo hanno giudicato un giocatore, secondo me, dalle caratteristiche che in realtà non aveva. Perché lui era secondo me un ottimo difensore, uno molto forte di testa. Non era velocissimo, fatto sta che a Roma nei primi due anni a me e a lui in coppia ci chiamavano ‘I due lenti a contatto’. E poi invece era uno che sapeva farsi valere, perché aveva una grossa personalità. Non è un caso che sia stato eletto Capitano del Genoa”.

Signorini sarebbe diventato un grande allenatore? Ha chiesto Ruggeri: “Penso di sì – ha risposto Collovati – Penso di sì perché ha avuto grandi allenatori. Io ho condiviso tante cose con lui. Tu sai benissimo che quando sei calciatore probabilmente stai più insieme ai tuoi compagni di squadra che con la tua famiglia. Per cui tu prova a immaginare sei anni in stanza insieme, abbiamo anche condiviso alcune situazioni familiari, giustamente. Lui era del ’60 però era un ragazzo che ti dava dei consigli. Ha avuto momenti difficili, ci siamo aiutati a vicenda. Era un ragazzo veramente di uno spessore umano indescrivibile, per cui io potrei raccontarti mille episodi. Mi ricordo un episodio con Scoglio. Scoglio amava mandare i giovani in ritiro il venerdì, quando si giocava la domenica, perché lui li reputava ancora non maturi, per cui diceva: ‘Mi raccomando, voi andate in ritiro il venerdì, mentre invece Collovati e Signorini al sabato. Potete venire pure la domenica’. Invece, ci chiamava nello spogliatoio e diceva: ‘Luca, questo naturalmente l’ho detto davanti a tutti, però sapete benissimo che voi dovete essere le due chiocce e dovete andare in ritiro anche voi’. Era una cosa psicologica bellissima se ci pensi”.

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