Amarcord Gasperini: “Che emozione la promozione in serie A”

Il Gasp apre il libro dei ricordi: "La sfida alla Juve, il post Pescara , la sconfitta di Mantova fino a quel Genoa-Napoli: la festa di due tifoserie unite come poche"

Genoa
Gian Piero Gasperini

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Compleanno con il Gasp. Primocanale compie 35 anni festeggiandoli con un’intervista esclusiva a Gian Piero Gasperini. L’ex tecnico rossoblù a 10 anni di distanza ha ripercorso la cavalcata del Genoa nella stagione 2006/07 conclusasi con la promozione in A. Vi riproponiamo alcuni passaggi salienti dell’intervista. «Quella promozione è stata alla base di tutta la mia permanenza al Genoa. Forse è stata la  serie B più bella di sempre, con squadre come Juventus e Napoli a nobilitare la categoria.  Vincere e andare in serie A quell’anno è stata un’impresa». Tanti i mugugni che hanno accompagnato l’arrivo di Gasperini sulla panchina del Grifone, mugugni tramutati in applausi a suon di risultati e prestazioni convincenti. “ Ricordo la mia prima conferenza stampa da allenatore del Genoa, dichiarai di preferire vincere 4-2 piuttosto che 2-0.Credo di aver cambiato mentalità al Genoa, prima si pensava di più a non prenderle, stando chiusi e poi cercando la vittoria. Non faceva parte del mio modo di pensare calcio, soprattutto contro le grandi squadre. La voglia di giocare sempre e contro chiunque  ci ha contraddistinti, anche in massima serie». Ma come nacque quel Genoa? « All’inizio non fu semplice, c’erano moltissimi giocatori e l’ossatura della squadra reduce dalla serie C non c’era più. La prima cosa che dissi a Preziosi e che ero in grado di allenare massimo 22 giocatori, partite d’allenamento 13 contro 13 non riesco a farle, questo è stato un vincolo che ho posto da subito e che ha creato qualche problema. Fortunatamente partimmo bene superando tre turni di coppa Italia  in una settimana, ci aiutò molto». Gasperini si addentra nei particolari di quella stagione, ricordando alcuni momenti chiave del campionato . « Ricordo l’1-1 contro la Juve davanti 33mila spettatori, in seguito perdemmo alcuni giocatori fondamentali  per noi come Adailton e Sculli. Rimasi con un attacco composto da Zeytulaev, Tavaress e Forestieri andando avanti così per qualche settimana, fino alla famosa partita  di Pescara dove feci una delle mie interviste (ride). Quella partita la perdemmo 2-0 con due rigori e in conferenza dichiarai che non potevamo andare avanti così e bisognava acquistare qualcuno, perché altrimenti la serie A sarebbe rimasto un sogno. Preziosi fortunatamente non si offese e portò a Genova Di Vaio, Leon e Gasparetto, tre giocatori che risultarono decisivi». Un girone di ritorno incredibile fino alla clamorosa  sconfitta di Mantova che fece ritornare alla mente vecchie paure, la maledizione del Genoa sembrava si stesse per ripetere. « Una giornata assurda, quel giorno avevamo tutta una serie di risultati a disposizione per ottenere la promozione, considerando anche gli incontri tutt’altro che semplici delle nostre dirette concorrenti, noi perdemmo una partita dominata e dei giocatori fondamentali in vista della partita con il Napoli, quella fu una settimana davvero difficile». Cosa ricorda di quel Genoa-Napoli? «  Una partita drammatica fino a 10 minuti dalla fine, noi avevamo soltanto un risultato a disposizione(la vittoria ndr), poi la Triestina passò in vantaggio a Piacenza». Cosa le è rimasto di quella partita? « Il ricordo di uno stadio meraviglioso, ma soprattutto l’immagine di due tifoserie unite come se ne vedono poche in Italia,  davvero qualcosa di speciale».

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