Vittorio Sirianni: “Serve una partita da Genoa per cacciare lo spettro della retrocessione”

Tutti in trincea. Quella di domani tra Genoa e Cesena sarà infatti una vera e propria battaglia. Nel senso sportivo, chiaro. Ma con un senso di sopravvivenza, in questo caso di salvezza, che il Grifone dovrà sfoderare ancor più dell’ormai condannata formazione di Beretta. Dopo il pareggio di Novara, la prestazione più grigia dal ritorno […]


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Tutti in trincea. Quella di domani tra Genoa e Cesena sarà infatti una vera e propria battaglia. Nel senso sportivo, chiaro. Ma con un senso di sopravvivenza, in questo caso di salvezza, che il Grifone dovrà sfoderare ancor più dell’ormai condannata formazione di Beretta. Dopo il pareggio di Novara, la prestazione più grigia dal ritorno in A ad oggi, il Genoa si troverà di fronte alla paura di retrocedere. Solo un cambio di mentalità può servire per destare dal torpore l’organico rossoblù. Alla vigilia del giorno della verità, Pianetagenoa1893.net ha analizzato il momento della squadra di Malesani con Vittorio Sirianni, noto volto di Primocanale e per l’occasione il nostro “Giornalista della settimana”.

Il Genoa è alla resa dei conti. Domani sarà la sfida decisiva dell’intera stagione?

Restano sette partite: tutte possono rappresentare una svolta. Se il Genoa riesce a racimolare punti potrà salvarsi, altrimenti finirà nuovamente nell’inferno che ben conosciamo dai ricordi di tredici anni di permanenza in Serie B. Il Genoa è nelle mani dei giocatori, a prescindere dall’andamento delle altre squadre: non servono altri discorsi. Mi rifiuto di pensare a nuove soluzioni o cambiamenti tattici, si è detto e fatto già tutto. Da domani vedremo cosa ci aspetta.

Non si aspetta, quindi, di vedere il nuovo tocco di Malesani?

Mi aspetto un Genoa “da Genoa”, diciamo così. Non dipende tanto dall’allenatore, ma da altri fattori. Ad esempio la voglia di vincere.

Certo che dopo una prestazione impalpabile come quella fornita a Novara, l’umore dell’ambiente non può essere dei migliori.

I tifosi da un lato sono legati alla squadra, dall’altro sono amareggiati e arrabbiati. Chiedono da diverso tempo ai giocatori di dare tutto quello che possono dare per la maglia. Il problema è che la tirino fuori questa volontà o questa voglia di vincere, anche perché credo che gli aspetti tecnico-tattici siano ormai saltati: non saprei individuare nuove soluzioni per vedere giocar bene questa squadra.

Cosa serve a questo Genoa?

Ci sono diversi aspetti che possono agire a favore dei rossoblù. Serve un po’ di fortuna, sicuramente, ma servono anche coraggio, corsa e motivazioni. Insomma, gli aspetti delle partite “da Genoa”. Se si riuscisse a vedere una squadra così, non ci sarebbero problemi. Classifica alla mano, tra il Genoa e il Cesena corrono 15 punti: in teoria, non c’è partita. Invece no, perché arrivando alle fasi finali del campionato nascono complicate formule psicologiche difficili da affrontare.

Oltre agli evidenti problemi tecnico-tattici, forse è la mentalità il vero problema di questa squadra.

È probabile. Ad oggi, possiamo dire tutto il male possibile su questo deludente campionato, avendo piena ragione. È stata una stagione tormentata e finita peggio: non c’è cattiveria, non c’è grinta, il ritmo di gioco è sempre basso. Sono i caratteri di questo Genoa. Li conosciamo. Credo, infatti, che sia arrivato il momento di abbandonare tutto questo e affidarci alla buona volontà dei giocatori rossoblù, sperando che, nella ultime sette partite, riescano a salvare la baracca.

La squalifica di Kucka implica un nuovo inserimento fra i titolari per Veloso. Allo stato attuale del portoghese però, non sarebbe meglio adottare altre scelte?

Ormai credo che i giocatori siano già stati provati e testati tutti per i loro ruoli e non. Penso, quindi, che sostituire una sola pedina nello scacchiere non possa determinare quel salto di qualità decisivo. Mi aspetto qualunque cosa: Veloso fuori o Jorquera dentro, ha poca importanza. Alla base non sta il modulo, ma semplicemente la voglia di vincere.

Per chiudere, il Genoa dovrà affidarsi unicamente alle prodezze di Palacio?

Come detto, non mi aspetto clamorosi cambiamenti da questa squadra. Mi auguro però di vedere Palacio raggiungere la quota dei 18 gol nella classifica marcatori e un Gilardino meglio assistito dai compagni e che possa muoversi meglio. Tutto questo, ormai, non potrà nascere dal modulo tattico, ma dalle coscienze dei calciatori, che dovranno scendere in campo con la voglia di vincere.

Daniele Zanardi

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