PIERO SESSAREGO: «La coppa Italia è una grande occasione: se vinci tre partite ti trovi in finale»

Intervista esclusiva di Pianetagenoa1893.net a Piero Sessarego, uno dei giornalisti di punta non solo in ambito locale


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Pochi, non solo a livello genovese, possono vantare un curriculum ricco e prestigioso come Piero Sessarego. La sua carriera meriterebbe un romanzo viste le numerose esperienze compiute ed i tanti episodi di cui è stato protagonista e testimone.

Nato nel 1937 e laureato in Scienze Politiche, Sessarego inizia a scrivere sulle pagine della Gazzetta del lunedì nel 1959. Dopo pochi mesi approda a Tuttosport nel ruolo di collaboratore, occupandosi sia di Genoa e Samp che di sport molto seguiti come il pugilato, il ciclismo e la pallanuoto. Memorabili, inoltre, le inchieste sugli mpianti sportivi, che riscontrarono un grande successo.

Durante il servizio militare, per non perdere contatto con il mondo del giornalismo, suddivide i propri weekend tra la famiglia ed i campi di serie C. Segue soprattutto squadre del calibro di Brescia, Monza, Legnano, Varese e Fanfulla, grazie alle quali conosce ed entra in contatto con grandissimi personaggi come Gigi Riva, Nils Liehdolm ed Eugenio Bersellini. 

Le straordinarie qualità di Sessarego sono sotto gli occhi di tutti, ma due episodi risulteranno importantissimi per la sua carriera. Fiuto da giornalista, verrebbe da dire, quando, apprendendo la notizia da un suo amico di Nervi, comunica a Tuttosport la probabile cessione da parte della Sampdoria di Ocwirk e l’ingaggio di Boskov e Veselinovic.Il giorno successivo lo scoop occupa quattro colonne di spalla della prima pagina. La società blucerchiata smentisce, le altre testate non seguono la pista, mentre Sessarego, con grande personalità, induce il proprio giornale a rilanciare. Ancora una prima pagina: ventiquattrore dopo la notizia viene ufficializzata dalla Samp.

Pressochè identico quanto avvenuto per l’acquisto del Genoa di Amaral, con Sessarego, ancora una volta, unico giornalista ad apprendere l’operazione di mercato e a comunicarla in esclusiva a Tuttosport.

La prestigiosa testata si rende conto di avere tra le mani un grande giornalista e non si lascia scappare l’occasione di metterlo sotto contratto, affidandogli il ruolo di caporedattore a Genova. Carica che mantiene dal 1964 al 1979. In questo lungo periodo, Sessarego si fa apprezzare anche come inviato: impossibile menzionare tutti i servizi di primo piano confezionati per Tuttosport ma meritano una citazione i mondiali di pugilato, i cinque campionati del mondo e gli otto campionati d’Europa di calcio. Un vero fuoriclasse della penna.

Nel 1979, stanco per i frequenti e lunghi viaggi, decide di lasciare il quotidiano sportivo per accettare la proposta de “Il Secolo XIX”. Diventa caporedattore dello sport. Chiude la propria esperienza nel 1994, con i mondiali di calcio negli Stati Uniti.

Dopo una collaborazione televisiva con Primocanale, Sessarego si lancia in due nuove esperienze, tuttora in corso: quelle con “Il Giornale”, per il quale scrive due pezzi la settimana, e con Telenord, con presenze nei programmi di punta dell’emittente, uno su tutti “Il Derby del lunedì”.

Piero Sessarego è il giornalista della settimana di Pianetagenoa1893.net

Fine anno, tempo di bilanci. Che 2009 è stato per il Genoa?

«Una grande annata. Per somma di punti la squadra si è attestata al quinto posto e, sotto il profilo dello spettacolo e della qualità di gioco, bisogna ritornare molto indietro negli anni per ritrovare un Genoa di questo spessore. Ultimamente la squadra è apparsa un po’ più altalenante ma quando decide di disputare una grande gara ci riesce sempre. L’unico rammarico è quello relativo allo stadio. Potesse contare su un impianto adeguato le prospettive sarebbero ottime ed invece bisognerà accontentarsi».

Il Genoa, come tante altre squadre, non potrà trarre beneficio dalle nuove ripartizioni in ambito televisivo?

«Un certo vantaggio ci sarà, o meglio, la ripartizione sarà più onesta. Se i rossoblù riuscissero a dare continuità e a mantenersi a questi livelli, però, ci sarebbe già da firmare con i gomiti. Non bisogna volare troppo con l’immaginazione, altrimenti appena si scivola si rischia di farsi male. E poi il rapporto con le grandi diminuirà ma sarà comunque di uno a cinque».

Il Genoa sta conducendo un ottimo campionato ma, se si vuole trovare un difetto, fino a questo momento ha subito troppi gol…

«Il tallone d’achille è il centrocampo. Il Genoa aveva pensato di sostituire Thiago Motta con Zapater ma lo spagnolo ha deluso. Si è fatto male Kharja, Juric è stato fuori diverso tempo ma per fortuna Milanetto si sta esprimendo ad un livello grandioso. Per quanto riguarda la difesa, il Genoa ha in organico elementi tra i migliori in Italia ma hanno mostrato la corda. Moretti, ad esempio, non è un comandante della difesa e in più di una circostanza questo fatto è stato lampante. Sul fronte offensivo Floccari non ha espresso neppure lontanamente il proprio valore mentre Crespo è molto bravo e non si discute, ma il calcio di Gasperini usura».

Quali devono essere le priorità del Genoa sul mercato?

«A mio avviso, più di un centrocampista e un difensore servirebbero due centrocampisti. Menegazzo sarebbe un ottimo colpo e, come caratteristiche, si avvicinerebbe molto a Thiago Motta. Bonucci e Ranocchia? Sono due giovani veramente in gamba che, nel Bari, stanno avendo la possibilità di mettersi in mostra e farsi apprezzare».

Il caso Amelia sembra risolto. E’ convinto che il Genoa non acquisterà nessun portiere?

«Amelia è un grande portiere e, di conseguenza, il Genoa non ha la necessità di rafforzarsi in quel ruolo. Gasperini è uno stratega eccezionale ma quando prende di mira un giocatore… La vicenda, comunque, a quanto mi risulta è già ricomposta. Le parole del presidente Preziosi al riguardo sono state eloquenti».

Campionato ma non solo. Il Genoa punta molto anche sulla coppa Italia.

«E fa bene. Se vince tre partite si trova in finale e, per una società che da troppo tempo non si gioca qualcosa di importante, sarebbe l’occasione per toccare il cielo con un dito. Le grandi, negli anni scorsi, hanno dimostrato di snobbare questa competizione e, di conseguenza, il Genoa deve puntare in alto e cercare di dare il meglio in una competizione che potrebbe riservare tantissime soddisfazioni».

Claudio Baffico

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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