MICHELA RABINO: «Sogno Sculli in nazionale»

Il calcio secondo le donne. La giornalista di Babboleo News regala una prospettiva diversa per affrontare i temi legati al Genoa


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Il modo migliore per iniziare la giornata è quello di ascoltare Michela Rabino su Babboleo News. Una voce accattivante, una preparazione eccellente, dovuta anche al diploma di giornalismo ottenuto presso l’Università di Genova. Nel tempo in cui vanno di moda gli autodidatti, finalmente un personaggio con competenze vere e comprovate. Lo possono testimoniare le precedenti esperienze a Radio 103 e a Il Secolo XIX e, soprattutto, lo stile elegante e misurato con cui calamita l’attenzione delle migliaia di ascoltatori di Babboleo News.

Michela Rabino è la giornalista della settimana di Pianetagenoa1893.net

Qual è il rapporto tra le donne e il calcio?

«Molte donne provano ad orientarsi in questo mondo ma senza grosso successo. Infatti, mentre gli uomini crescono seguendo le vicende pallonare, noi donne ci interessiamo soprattutto di riflesso e ciò, a volte, ci impedisce di capire bene i meccanismi principali. A mio avviso esiste anche una spiegazione logica: molti ragazzi praticano il gioco del calcio fin da piccoli e quindi, oltre ad appassionarsi più facilmente, conoscono da subito regolamenti e dinamiche. Le femmine, invece, sono solite avvicinarsi di più ad altre discipline anche se il calcio è in crescita. Non è un caso, quindi, che siano poche le giornaliste che abbiano fatto strada seguendo questo sport: a Babboleo News abbiamo la fortuna di averne una tra le migliori: Maria Grazia Barile».

Secondo lei che caratteristiche deve avere una donna per diventare la moglie di un calciatore?

«Voglio assolutamente sfatare il luogo comune della coppia calciatore – velina. Ci sono stati e ci sono tuttora dei casi che vanno in questa direzione ma, al di là dell’amore, vedo molta apparenza. Le copertine sulle riviste, le pubblicità, le apparizioni televisive sono solo un aspetto, peraltro marginale delle relazioni degli uomini del pallone. Semplicemente suscitano maggiormente la curiosità e l’interesse. La stragrande maggioranza dei giocatori, però, ha una vita di coppia come quella di molte altre persone comuni. Mi balza in testa l’esempio di Milito, per parlare di un idolo dei genoani, mentre tra i rossoblù attuali Amelia è uno dei tanti che ha tenuto la propria sfera privata lontano dai riflettori».

Qual è il giocatore del Genoa che avrebbe piacere di intervistare su temi extrasportivi?

«Sono due: Alberto Zapater e Rodrigo Palacio. Lo spagnolo ha un’espressione molto simpatica e credo abbia diverse cose interessanti da dire. Curioso anche il personaggio di Palacio. La prima domanda che gli farei? Ma perchè non ti tagli quel codino?».

Che ne pensa della prima parte di stagione del Genoa?

«Sono molto soddisfatta dei risultati ottenuti finora e proprio non capisco chi, per una sconfitta, ha messo in discussione il lavoro ed il progetto di una società. I meriti sono di tutti ma una parola in più vorrei spenderla per il tecnico Gian Piero Gasperini: una vera garanzia. Credo che l’organico sia superiore a quello dello scorso anno e molto competitivo per far bene sia in Italia che in Europa. Non è facile: lo scorso anno, ad esempio, l’Udinese incappò in un lungo periodo di crisi soprattutto a causa delle energie profuse in campo internazionale».

Il primato della Samp costituisce più uno stimolo o una preoccupazione per i tifosi genoani?

«Direi un prurito. E come tutti i pruriti durano poco…».

Qual è il suo idolo tra i giocatori del Grifone?

«Lo scorso anno sicuramente Thiago Motta, un regista straordinario capace di fare lanci degni della precisione del compasso. Attualmente non saprei indicarne uno anche se il mio sogno è quello di poter salutare l’approdo in nazionale di Beppe Sculli, elemento che ogni volta che scende in campo sprigiona genoanità».

Claudio Baffico

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

 

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