Guido Martinelli: “Con la Juve servirà  un Genoa quadrato”

È un pareggio che sa di vittoria quello ottenuto ieri al “Via del Mare” di Lecce dal Genoa di Pasquale Marino. È solo uno il punto conquistato in terra salentina, ma la prestazione offerta dalla squadra rossoblù ha senz’altro incoraggiato un ambiente fin qui abituato, se non rassegnato, alla classica disfatta lontano dal Ferraris. Così […]


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È un pareggio che sa di vittoria quello ottenuto ieri al “Via del Mare” di Lecce dal Genoa di Pasquale Marino. È solo uno il punto conquistato in terra salentina, ma la prestazione offerta dalla squadra rossoblù ha senz’altro incoraggiato un ambiente fin qui abituato, se non rassegnato, alla classica disfatta lontano dal Ferraris. Così non è stato infatti, anzi: è stata solo la comprensibile stanchezza ad impedire al “Pibe de Locri” Sculli, quasi a tempo scaduto, di firmare la sua prima tripletta in Serie A e di regalare al Genoa un meritato successo in trasferta. Una prova autoritaria da parte di un Grifone molto più combattivo rispetto alle precedenti esperienze esterne, che però ha subito la bellezza di due reti in altrettanti tiri nello specchio difeso da Frey. Insomma, spunti da cui ripartire e aspetti sul quale lavorare analizzati da Pianetagenoa1893.net nella consueta rubrica “Il giornalista della settimana”: questa volta, a parlare con noi del momento del Genoa, c’è Guido Martinelli, caporedattore della redazione sportiva di TeleGenova.

Sculli tiene testa al Lecce, ma il Genoa non riesce ad agguantare la vittoria. Due punti persi o uno guadagnato?

Dal punto di vista cronologico, credo che sia un punto guadagnato: come la settimana scorsa contro il Parma, anche questa volta il gol del pari è arrivato nei minuti finali della partita. Se inquadriamo il match sotto un altro aspetto, però, sono due i punti persi: dopo aver dominato il primo tempo, il Genoa non ha sfoderato quella cattiveria e quel cinismo necessari per chiudere l’incontro con lo 0-2. A quel punto, la rimonta del Lecce sarebbe stata molto difficile.

Il morale generale dell’ambiente sembra in leggero rialzo, ma il grave infortunio capitato a Granqvist riporta Marino in piena emergenza.

Granqvist è la più sorpresa più bella di questo campionato. C’è da dire, però, che nonostante giocatore rodati come lo stesso svedese, Kaladze e prima Dainelli, il Genoa ha la difesa più perforata del campionato. Una preoccupazione maggiore rispetto all’assenza del centrale nordico è la ricorrenza con cui Rossi si trova come difensore estremo in occasione dei gol incassati. I problemi forse non sono legati troppo agli uomini, quanto ai movimenti errati del reparto.

La posizione di terzino destro per il capitano rossoblù non è proprio la più indicata.

È indiscutibile che Rossi sia un esterno più votato alla spinta che alla copertura difensiva. Per giocare in quel ruolo fa un gran sacrificio: può servire in certe circostanze di emergenza, ma non si può contare sempre su di lui in questa fase. Non ha il passo adatto e soprattutto è spesso e volentieri lasciato da solo come ultimo uomo, che non è propriamente la sua specialità.

A proposito della difesa: dopo il Parma settimana scorsa, anche il Lecce è riuscito a segnare due reti effettuando di fatto solo due tiri. È sfortuna o c’è ancora molto da lavorare?

Non lo so. Contrariamente a quanto succede nel reparto avanzato, dove si concretizza poco rispetto a quello che si crea, in difesa si subisce molto di più di quanto si rischia. In via definitiva credo che sia molto da lavorare perché, nonostante la presenza di uno degli estremi difensori più forti del campionato, il Genoa è la squadra che ha subito più reti. Da qui possiamo trarre due considerazioni: primo, il portiere conta fino ad un certo punto; secondo, la difesa non è rodata. Assieme alla retroguardia va preso in analisi anche il lavoro del centrocampo: la responsabilità è spesso dell’ultimo uomo, ma se il reparto mediano non filtra le cose si fanno ancora più difficile. Nel complesso, è un Genoa piuttosto rappezzato.

Genoa propositivo nel primo tempo, più passivo nel secondo: l’ingresso di Zè Eduardo non sarebbe servito a dare quel pizzico di fantasia in più alla manovra offensiva?

Indubbiamente. È un attacco che manca di fantasia perché, senza un’amalgama in mezzo al campo, non trova troppi spunti. Il giocatore che manca al Genoa è quel Brienza che sta rendendo grande il Siena, che può permettersi di avere quei tre o quattro cursori al suo fianco che si propongono e può sbizzarrirsi in fase offensiva.

Jorquera non potrebbe ricoprire quel ruolo?

Potrebbe, ma fin qui non ha dimostrato di possedere delle caratteristiche così determinanti. Del resto, sia Malesani che Marino non sono stati conquistati da suo modo di giocare. Le sue doti tecniche sono fuori discussione, ma ad un centrocampista si chiedono quella capacità di copertura, quella costanza e quella disciplina tattica che evidentemente i due allenatori non hanno identificato in lui.

Kucka e Biondini hanno garantito al centrocampo una fisicità che fin qui si è vista ben poco: meglio o peggio senza Veloso?

Veloso è un punto interrogativo che non ho ancora risolto. È dotato di una gran classe, ma tutto sommato si vede che soffre i ritmi di questo calcio. Viene da un campionato radicalmente diverso dal nostro: pur fantasioso, ma lento. L’unico centrocampista portoghese che sapeva far la differenza era un certo Eusebio. In sostanza, credo che Veloso non sia indispensabile per questo Genoa, che però non deve lasciarsi scappare un giocatore come Kucka: è un peccato svalutarlo perché, dopo aver trascorso un periodo di evidente crisi, sta tornando ai suoi livelli.

Diamo uno sguardo al fronte offensivo: ieri Sculli e Palacio hanno mostrato una certa sintonia.

Sculli non deve dimostrare niente: la sua grinta e il suo attaccamento parlano per lui. Fa bella figura in ogni zona del fronte offensivo con, a secondo del ruolo, un grosso quantitativo di cross o, come ieri, un apporto decisivo sotto porta. Palacio, invece, è una vera sorpresa, anche se non lo scopriamo certo solo ora: si fa trovare in ogni zona dell’attacco e fa sempre e comunque la differenza. Se con Gasperini, da esterno, doveva preoccuparsi anche della fase difensiva, con Ballardini aveva mostrato le sue qualità da prima o seconda punta. La sua classe e le sue energie non vanno sprecate per andare avanti e indietro: dev’essere messo in condizione di segnare, perché finora ha dimostrato di poter essere il capocannoniere di questa squadra.

Quanto è mancato l’apporto di un campione come Alberto Gilardino?

Devo dire che da questo punto di vista il Genoa è stato piuttosto sfortunato per i numerosi infortuni capitati durante la stagione. Gilardino è una pedina fondamentale per la squadra, più come centro dell’attacco che come realizzatore per come sa difendere il pallone e smarcare i suoi compagni, su tutti Palacio che con lui si è di fatto invertito di ruolo.

Domenica arriva la Vecchia Signora: per tentare il colpaccio, servirà un Genoa da battaglia.

La Juventus è stata spesso messa in difficoltà da altre squadre, quindi il Genoa non deve partire né in maniera arrendevole, né sentirsi già battuto. I tre punti servono di più ai bianconeri, visti gli impegni più gravosi che incombono sulla loro stagione. È un aspetto psicologico che conta.

Che partita dovrà impostare Marino?

Il Genoa subisce mediamente due o tre gol dalle squadre cosiddette “normali”: è quasi impossibile, quindi, uscire dal Ferraris senza subire nessuna rete dalla Juventus, perlomeno con il normale assetto. Penso che il modo di affrontare la formazione di Conte sia quello di aspettarli, chiudendosi, per poi sperare di sfruttare le ripartenze, per colpire la Juve da subito. Credo che questa sia l’unica speranza di vittoria. Come Gasperini, Marino è votato all’attacco: è un gioco dispendioso che contro squadre simili può essere dannoso. È il caso di snaturare la sua predisposizione tattica e mettere in campo un undici quadrato. Come nella gara d’andata.

Un Genoa alla Malesani?

Ma anche alla Ballardini. L’attuale tecnico del Cagliari, nel momento di difficoltà in cui era stato chiamato, decise di rinforzare la difesa, seppur limitando lo spettacolo, conquistando però qualche punto per risalire la classifica. Un gioco non bello, ma redditizio. Successivamente, con una situazione più tranquilla, si è permesso qualcosa in più e il bel gioco si è visto eccome. Questa domenica sarà importante strappare anche un punto, indipendentemente dalla prestazione.

Daniele Zanardi

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