Fabrizio Pianetti: «Il Genoa deve puntare ai 6 punti con Roma e Fiorentina»

C’è soddisfazione in casa Genoa dopo il pareggio ottenuto allo Juventus Stadium contro la formazione allenata da Antonio Conte. Un pareggio che ha evidenziato i miglioramenti sotto il profilo tecnico e tattico impartiti da “Lupo” Alberto Malesani ai suoi: più tenacia, più solidità e più qualità in fase offensiva. In vista del confronto infrasettimanale con […]


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C’è soddisfazione in casa Genoa dopo il pareggio ottenuto allo Juventus Stadium contro la formazione allenata da Antonio Conte. Un pareggio che ha evidenziato i miglioramenti sotto il profilo tecnico e tattico impartiti da “Lupo” Alberto Malesani ai suoi: più tenacia, più solidità e più qualità in fase offensiva. In vista del confronto infrasettimanale con la Roma di Luis Enrique, ieri di misura sul Palermo, il tecnico di San Michele Extra dovrà far percorrere la strada intrapresa dal Grifone contro la Juventus, possibilmente con qualche aggiustamento nel reparto difensivo che sabato ha mostrato qualche disattenzione sui gol di Matri.

Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva Fabrizio Pianetti, conduttore di “Mezz’ora di Genoa” su Telenord tutti i lunedì alle ore 20:00, sia per poter discorrere sul momento positivo della squadra rossoblù, sia per ricordare con affetto un grande campione che nella mattinata di ieri è tragicamente scomparso mentre inseguiva la sua passione: correre in moto. Quel Marco Simoncelli, campione del mondo di 250 passato da due anni in MotoGp, che con quella sua aria scanzonata e quel suo proverbiale cespuglio di capelli è rimasto nei cuori e nei ricordi di ogni sportivo e non.

Il Grifone non lascia scampo alla Vecchia Signora, riagguantandola per due volte. Se andiamo a vedere, il pareggio sta ancora stretto ai rossoblù.

Sta stretto perché dopo il pareggio di Caracciolo, dopo un secondo tempo piuttosto molle, il Genoa poteva osare ancora di più. La Juve era all’angolo, stremata. Fosse durata ancora 5′, Malesani e la sua truppa avrebbero portato a casa l’intera posta in palio. Occasioni a parte, tengo ad evidenziare come il Genoa sia riuscito a chiudere la gara: in avanti, a Torino, nonostante i 6′ di recupero, in possesso di palla di fronte all’area di Storari. Tanta roba.

Un pareggio importante più che per la classifica, per il morale. Le nuvole che fino a due giorni fa incombevano sopra la panchina di Malesani sembrano essersi diradate.

Assolutamente. Il calcio è anche questo. Ora il Genoa ha la fortuna di confermarsi già in settimana, con il match di mercoledì in casa con la Roma. Sarà una partita difficile.  Ieri gli uomini di Luis Enrique sono passati per una rete a zero sul Palermo: un risultato veramente bugiardo, perché poteva benissimo finire 4-3, 5-4, in goleada, insomma. Sono ottimista però: vedo molto carico mister Malesani, molto più umile del suo predecessore Gasperini. Sono contento per il tecnico veronese perché grazie ai risultati ottenuti è arrivato in una piazza importante come il Genoa, dove si sta facendo apprezzare. Sabato sera, il capitano Marco Rossi è stato autore della prima rete e di una prestazione strepitosa, da vero leader. Non c’era modo migliore per festeggiare le 200 gare in rossoblù. Si tratta di un amore nato anni fa, corrisposto sia dalla tifoseria che dal giocatore. Un esempio da seguire, un uomo che ha sposato la causa Genoa, nel bene e nel male. L’unico peccato è che la carta d’identità dica che i prossimi sono 33.

Oltre alle certezze Frey e Palacio, sabato allo Juventus Stadium è toccato al giovane Merkel fare la differenza. E’ lui il trequartista di cui Malesani ha bisogno?

Ha disputato una partita eccezionale, pur con qualche tratto di discontinuità. Un difetto che sta nella sua giovane età: ha tutto il futuro davanti a sé e se rimane con la testa sul collo può fare molta strada. E’ stato sfortunato in occasione della traversa colpita dopo quel gran colpo di testa, ma va bene così. Spero che segua la stessa strada che ha calcato Mimmo Criscito: prima Genoa, poi Juve, Genoa, di nuovo Juve e ancora Genoa. Nel caso del giovane centrocampista tedesco, col Milan. La squadra rossoblù è stata la rampa di lancio per Criscito, verso “la pepita” ed il calcio europeo: speriamo anche per Merkel, per lui e per il Genoa.

Sempre contro i bianconeri, l’ingresso di Jorquera ha saputo ridare fresca inventiva al reparto avanzato..

Ignoro il motivo per cui “El nino vertical” sia rimasto in panchina, se tecnico o per questioni di turn over. Direi che è andata bene comunque, perché quando è entrato ha fatto ancora una volta la differenza. Ogni anno il Genoa pesca una “matta”: ai tempi lo fu Aguilera, più recentemente Borriello, che quando era arrivato era quasi un ex calciatore, poi Thiago Motta e sicuramente altri che dimentico. Quest’anno il Vecchio Balordo ha pescato la “matta” Jorquera: un giovane, pagato 3 milioni, che nessuno conosceva, che gioca a testa alta, con la palla attaccata al piede. Le caratteristiche sono quelle del grande giocatore.

Caracciolo invece ha finalmente trovato la via del gol e, grazie a lui, il Genoa ha ottenuto il pareggio. Se fosse entrato quel colpo di tacco..

E’ stato spesso criticato per questo avvio di stagione senza reti. Giustamente, mi vien da dire. Se non segni, come prendi lo stipendio, prendi anche i mugugni. È anche vero che, per questa parte di stagione, la squadra non ha supportato a dovere il ruolo della prima punta: lui e Pratto ne hanno subito le conseguenze. Sabato ha segnato un gol di rapina, alla Gilardino. Ora ha già l’opportunità di riconfermarsi mercoledì con la Roma.

Infatti, non c’è tempo per riposarsi. Tra due giorni arriva la squadra capitolina, domenica a Firenze con i viola. È un cammino difficile per il Grifone?

Tutte le partite sono difficili: forse ora, la formazione più abbordabile è giusto il Cesena, in crisi di gioco. Ora però il Genoa è in un momento positivo e mercoledì si gioca nella bolgia del Ferraris. Domenica si va a Firenza, dove c’è una squadra in piena crisi, con Mihajlovic contestato apertamente dalla tifoseria. Bisogna pensare a fare punti, per far godere i tifosi. Personalmente, non capisco chi si limita puntando al pareggio: io punto sempre alla vittoria e per questo dico che il Genoa deve puntare ai 6 punti in questi due confronti. Le potenzialità ci sono tutte.

Sabato sera, siamo andati a dormire con un bel sorriso in volto, dopo la convincente prestazione del Genoa. Al risveglio, ieri mattina, una tragedia sportiva ha sconvolto il mondo intero: Marco Simoncelli se n’è andato a soli 24 anni, mentre inseguiva la sua passione.

Si è detto già tutto sul pilota romagnolo. La cosa più dolorosa è accettare il fatto di come sia facile perdere la vita già a 24 anni. Sappiamo tutti che si tratta di uno sport pieno di pericoli, andando a 300 km/h su due ruote: Marco ne era al corrente, sapeva a cosa andava incontro. Ieri però è stato sfortunato, in mezzo a tutti i rischi del mestiere. Evidentemente il destino voleva che la sua vita si interrompesse ieri mattina, mentre gareggiava. È scomparso facendo il lavoro che amava: è la morte più bella che possa capitare a chiunque ami la propria professione. È morto con la sua passione, come un cacciatore che muore cacciando, come un uomo che muore facendo l’amore con la propria donna. Può essere una fortuna, a volte. La sfortuna però è che sia capitata all’età di 24 anni, ad una grande persona oltreché un grande campione. Non è giusto che la vita si interrompa a soli 24 anni, se potessi proibirei di morire a quest’età. Stop. Mi permetta però ancora una riflessione.

Prego.

È una frase che dico sempre, di fronte a tutte le morti: invece di concentrare grandi parole e grandi discorsi in due, massimo tre giorni dalla scomparsa di una qualsiasi persona, da un campione a una persona vicina a noi, cerchiamo di ricordare i nostri morti nei giorni, nelle settimane, nei mesi e negli anni, affinché il loro vero ricordo non vada perduto.

Daniele Zanardi

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