FABRIZIO PIANETTI: «Arrivare a “Quelli che il calcio”? La mia finale di Champions League»

L'exploit dell'inviato per "Quelli che il calcio"


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Domenica pomeriggio, Rai 2. Appuntamento fisso per i tantissimi telespettatori di “Quelli che il calcio”, la trasmissione di punta delle reti pubbliche, il giusto mix tra sport ed intrattenimento. Simona Ventura si collega in diretta con lo stadio “Luigi Ferraris” dove è pronto un personaggio amatissimo dai tifosi genoani e molto stimato dal pubblico genovese più in generale: Fabrizio Pianetti. Il conduttore di “Mezz’ora di Genoa”, in onda tutti i lunedì alle 20.05 su Telenord, ha spiccato il grande salto. Ma non c’è da stupirsi. Fabrizio è il classico giornalista semplice e genuino che suscita simpatia a prima vista. Capace a gestire con brillantezza anche le situazioni più difficili, eccolo commentare con il suo stile inconfondibile la negativa prestazione del Vecchio Balordo contro il Chievo.

Il feeling tra Simona e Fabrizio scatta immediatamente. Il “Ferraris” diventa il campo principale e Pianetti ripaga la fiducia con interventi puntuali, che lasciano progressivamente spazio ad espressioni che parlano da sole.

Un grande successo. Consenso unanime. In attesa che sintonizzandosi su rai 2 possa nuovamente comparire il volto di un amico di tutti i genoani come il bravo conduttore di “Mezz’ora di Genoa”.

In esclusiva per Pianetagenoa1893.net, Fabrizio racconta la propria invidiabile avventura.

Lei è senza dubbio un personaggio in costante ascesa ma arrivare a “Quelli che il calcio” non è proprio una cosa da tutti i giorni…

«E’ stata un’esperienza bellissima. Partecipare alla regina delle trasmissioni sportive dopo tanti anni di Telenord, emittente che resta la mia vita, è un po’ come per un calciatore arrivare a disputare la finale di Champions League».

Pensa che da ora in poi la sua carriera professionale possa avere una svolta?

«Rimango con i piedi per terra ma, nello stesso tempo, mi auguro di essere entrato nelle grazie di Simona Ventura, una grandissima professionista che mi ha subito messo a mio agio. L’ho conosciuta un minuto prima di andare in onda e sembrava ci lavorassi da dieci anni. Spero davvero di poter avere qualche altra possibilità».

Come ha vissuto l’attesa nei giorni precedenti la trasmissione?

«Sono stato avvisato il martedì e da subito ho avvertito molta agitazione. Con il passare del tempo l’ansia è aumentata e le ultime due notti non ho chiuso occhio. Un’avventura di questo livello non può lasciare indifferente nessuno».

Come immaginava il suo debutto?

Me l’aspettavo così anche se, in verità, credevo che a Genova venisse riservato uno spazio inferiore ed invece i collegamenti sono stati molto numerosi. Forse anche a causa di un risultato che, ahinoi, ha fatto clamore».

Spesso si ritiene che le squadre genovesi siano trascurate dalle emittenti nazionali. Ha avuto questa impressione nel corso della puntata di “Quelli che il calcio”?

«No, affatto. Il Genoa è stato tenuto in grande considerazione, ripeto, anche a causa del risultato inaspettato che stava maturando. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che non stiamo parlando di una formazione di provincia bensì di una delle pretendenti ad un posto in Champions League».

La sua performance è stata ottima, complimenti, purtroppo non altrettanto si può dire la stessa cosa riguardo a quella del Genoa. Una sconfitta che ha già scatenato grandi polemiche.

«Confrontarsi, anche in maniera aspra, aiuta sempre a crescere e l’auspicio è che ciò avvenga anche per il nostro amato Genoa. Gasperini resta uno dei più grandi allenatori in Italia ma è doveroso ricordare che è arrivato al Genoa sotto la miglior presidenza che i rossoblù abbiano mai avuto: quella di Enrico Preziosi. Devo ammettere che la dichiarazione rilasciata dal mister al “Corriere Mercantile” sulla squadra dello scorso anno non mi è proprio piaciuta. Con giocatori del calibro di Bocchetti, Amelia, Palladino, Crespo e Floccari, senza dimenticare Suazo ed Acquafresca, non si può parlare di una formazione da retrocessione. E soprattutto mi pare uno sfogo molto ingiusto nei confronti del presidente».

Secondo lei il mister ha delle responsabilità?

«Ripeto, lo considero un grande allenatore e, in virtù della giovane età, potrà fare una luminosa carriera. Ci ha fatto vincere tante partite in questi anni, è innegabile. Sarebbe un bel gesto, però, se recitasse il mea culpa in circostanze come quella di domenica scorsa».

Ha condiviso lo sfogo del presidente dopo il triplice fischio di Genoa – Chievo?

«Ha fatto benissimo a pronunciare quelle parole anche perché, non bisogna dimenticarlo, è lui il proprietario del vapore. Ci mette la faccia ed il denaro, ha restituito dignità a questa società e se il Genoa ha raggiunto certi livelli il merito è il suo. Il presidente è estremamente capace nel proprio lavoro: lo dimostra il fatto che ogni anno riesce ad allestire una rosa sempre più competitiva. Chissà, nei prossimi anni potrebbe permettere al Grifone di volare ancora più in alto e di puntare allo scudetto. Preziosi sarebbe il primo ad essere felice per essere ricordato come il presidente della stella».

Claudio Baffico

 

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