DOMENICO RAVENNA: «Il presidente gestisce il Genoa con le stesse strategie vincenti della Giochi Preziosi»

Pianetagenoa1893.net ha intervistato il responsabile dell'informazione economico-finanziaria del Sole 24 Ore, tifosissimo del Genoa, che svolge un parallelo tra le politiche aziendali della squadra e del gruppo internazionale di giocattoli


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Il Grifone si annida anche nella redazione genovese de Il Sole 24 Ore. Pianetagenoa1893.net ha intervistato un giornalista della settimana dal taglio professionale del tutto particolare: Domenico Ravenna, responsabile dell’informazione economico-finanziaria del quotidiano di Confindustria ed ex inviato dell’agenzia Agi, è infatti tifosissimo del Genoa: gli piace molto sottolinearne gli importanti aspetti patrimoniali che ne fanno capire la sua forza reale. Ravenna ha ricevuto la sua “formazione” calcistica da sua mamma, accesissima sostenitrice rossoblù: l’estate scorsa si sono recati assieme al ritiro di Neustift in Austria, suscitando le simpatie tra i tifosi e i colleghi.

Secondo lei quali sono le cause del andamento altalenante del Genoa?

«C’è una dicotomia tra il comportamento casalingo e quello in trasferta. A Marassi, tranne che nel caso della gara particolare e anomala con l’Inter, c’è stato sempre un “animus pugnandi” ossia una forza di lottare che ha consentito al Grifone di rimontare oppure di battere l’avversario di turno. La partita di ieri contro il Palermo ne è stata la dimostrazione lampante: anche se abbiamo dovuto attendere l’ultimo minuto per ottenere il 2-2 finale grazie al rigore di Criscito, gli uomini di Gasperini non hanno mai mollato sino all’ultimo secondo».

Dunque c’è una caratteristica ben chiara?

«Certamente. La squadra ha mantenuto una sua caratteristica aggressiva come l’anno scorso. Il credo tattico di Gasperini riesce ad essere perfettamente interpretato, anche se alcuni attori della passata stagione sono cambiati».

Veniamo alle dolenti note, il comportamento fuori da Marassi…

«L’anno scorso il Genoa aveva colto un numero nettamente superiore di vittorie. Quest’anno i successi esterni sono stati appena due, con Bologna e Atalanta, e qualche pareggio pesante con Inter, Napoli e Palermo. Purtroppo con le formazioni più alla nostra portata, come Chievo, Livorno, Udine, Cagliari, non abbiamo brillato. A ciò bisogna aggiungere la deludente partita disputata a Firenze: soprattutto su quello dell’impegno. Contro la Fiorentina si è avuta subito l’impressione che subito il primo gol fosse pressoché quasi impossibile rimontare: non c’erano i presupposti tattici e agonistici. E’ un vero peccato, visto che la settima posizione conquistata finora, in attesa del posticipo di stasera tra Napoli e Juventus, significa che il Genoa ha messo tanto buon fieno nella cascina del Ferraris: se avesse conquistato almeno 4-5 punti in più sarebbe in una posizione ancor più allettante».

Tra le varie pecche del Grifo si segnala sempre la mancanza di un centravanti vero: è d’accordo?

«Per certi versi sì. Dopo la partenza di Milito sono arrivati Floccari e Crespo come rincalzo di lusso. A gennaio sono stati cambiati e sono arrivati Acquafresca e Suazo. Dal punto di vista tecnico è condivisibile poiché entrambi possiedono lo stesso valore dei loro predecessori. Purtroppo Acquafresca nel momento in cui ha ingranato la marcia giusta ha avuto i problemi fisici. Suazo presenta ancora una condizione fisica inadeguata: probabilmente la ruggine accumulata con l’inattività degli ultimi tempi prima di arrivare a Genova lo sta condizionando. Però non si discute il suo fiuto del gol: a Cagliari aveva Langella ed Esposito che giocavano larghi come gli esterni genoani. Speriamo che superi questo momento negativo».

Enrico Preziosi è l’ideatore di questa società tornata vincente dopo tanti anni. Come vede le sue recenti strategie imprenditoriali?

«L’ingresso in borsa della sua azienda, la Giochi Preziosi, è una svolta epocale della sua carriera. E’ una società che è cresciuto tantissimo negli ultimi anni, soprattutto sui mercati esteri con buoni parametri di bilancio. Non a caso è tra i primi tre gruppi a livello internazionale nel settore dei giocattoli: è destinata a fare un salto di qualità dal punto di vista della visibilità finanziaria».

Come reputa il fatto che suo figlio Fabrizio resti ancora come dirigente del Genoa?

«E’ una decisione molto importante che fa comprendere che i traguardi imprenditoriali e sportivi della famiglia Preziosi siano ben delineati. Enrico sta sostenendo energie per allargare il business principale da cui derivano anche la forza della squadra. Invece la presenza del figlio rimarca il fatto che resta fermo l’impegno a governare la società di Villa Rostan. Inoltre riconosco una doppia abilità del presidente».

Quale?

«Come imprenditore riesce a trovare sempre nuovi prodotti per i mercati. Un successo per tutti: i Gormiti che hanno contribuito alla crescita del fatturato. Inoltre sa anche scovare e gestire buoni prodotti anche sul fronte calcistico: penso alla politica dei giovani che sta dando tante soddisfazioni. Giocatori come Ranocchia, Meggiorini, Bonucci sono il futuro del Genoa e del nostro calcio. Senza poi contare i vari Rudolf e Aleksic, gioielli stranieri che consentiranno un salto di qualità».

E’ un parallelo interessante tra la Giochi Preziosi e il Genoa…

«Sì e grazie a questa strategia il mercato del Grifone è da squadra di alta classifica con tante ambizioni».

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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