Alessio Da Ronch: “Il ritorno di Malesani darà  nuova fiducia alla squadra”

La missione “salvezza” è appena iniziata. Richiamato dal presidente Preziosi, Alberto Malesani torna sulla panchina del Genoa per riportare sulla retta via una squadra che, durante la sua lontananza, sembra averlo rimpianto. Torna per dare una scossa, per smuovere un ambiente che non vede tre punti messi insieme dal 5 febbraio scorso. Torna per rivitalizzare […]


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La missione “salvezza” è appena iniziata. Richiamato dal presidente Preziosi, Alberto Malesani torna sulla panchina del Genoa per riportare sulla retta via una squadra che, durante la sua lontananza, sembra averlo rimpianto. Torna per dare una scossa, per smuovere un ambiente che non vede tre punti messi insieme dal 5 febbraio scorso. Torna per rivitalizzare i giocatori, sia nel fisico che nella mente. Torna per salvare questo Genoa. In occasione della consueta rubrica de “Il giornalista della settimana”, abbiamo voluto trattare il ritorno del “Male” (di nome ma non di fatto, si spera), con Alessio Da Ronch, nota firma de “La Gazzetta dello Sport” ed esperto dell’ambiente calcistico genovese.

É tornato Malesani, in versione 2.0. Se lo aspettava?

Direi di si, visti i risultati non proprio confortanti di Marino. Non pensavo che Preziosi volesse avventurarsi in strade fuori dall’ordinario, magari affidandosi ad un allenatore straniero. L’unica alternativa era richiamare Malesani che, nella sua gestione, aveva riscontrato sì problemi di gioco, ma non di punti.

Come giudica l’esperienza rossoblù di Marino?

Devo riconoscere all’ormai ex tecnico genoano la geniale intuizione di schierare un modulo più spregiudicato, con Sculli e Jankovic sulle fasce. Fu uno schema vincente, ma che durò poco: Marino iniziò a trovare altre alternative, invece di dare un’identità precisa alla squadra. Per un allenatore arrivato in corsa l’importante è trovare una strada continuativa che permetta ai suoi giocatori di trovare un’identità: questa identità non è stata raggiunta ed i risultati lo hanno dimostrato. Il suo desiderio di giocare con il 4-3-1-2, per avere nuove alternative tattiche, gli ha fatto intraprendere vie che non portavano da nessuna parte, se non quella di confondere la squadra. Nel complesso, hanno influito in maniera decisiva i numerosi infortuni e, per certe versi, una buona dose di sfortuna. Del resto, in Italia chi non ottiene i risultati, paga. E lui ha pagato con l’esonero.

Quali sono i motivi che hanno indotto Preziosi a tornare sui suoi passi?

Credo abbia pensato, per sua scelta o per suggerimenti fidati, che la squadra non seguisse più l’allenatore, reo, forse, di non aver valorizzato diversi giocatori. Aldilà della salvezza, non così  complicata da raggiungere, credo che Preziosi abbia cercato, e cerchi ancora, delle risposte dai suoi giocatori, sperando in un aiuto, purtroppo mancato, da parte del mister.

I giocatori da che parte stanno?

Se c’è un difetto in questa squadra è la mancanza di personalità particolarmente spiccate, quindi credo che non ci sia stata nessuna guerra aperta contro l’allenatore. Da un altro punto di vista, sono stati parecchi i giocatori messi da parte da Marino. Uno su tutti: quel Miguel Veloso che proprio con Malesani si fece notare da squadre come l’Inter e altre importanti società estere, per poi perdersi con Marino. Un altro è Zè Eduardo: poche opportunità (causa infortunio) con Malesani, quasi nessuna con Marino. Gli stessi Rossi e Mesto non sono stati propriamente esaltati. Tutto questo ha portato ad una situazione di difficoltà nel rendimento, più che avversa nei confronti dell’allenatore.

A proposito di Veloso. Il numero 4 rossoblù sta vivendo un momento non felice dal punto di vista delle prestazioni, ma Malesani lo ha sempre visto con un occhio di riguardo. Qual è il futuro del centrocampista portoghese?

Da titolare. Da quanto ho potuto vedere nei primi allenamenti settimanali, ho notato un Veloso con un’altra convinzione. Già all’arrivo di Marino si era intuito che il portoghese, per le sue caratteristiche, non rientrasse nelle grazie del tecnico siciliano. L’infortunio, poi, ha fatto sì che la fiducia e la carica di inizio stagione venissero meno.

In questi primi allenamenti della nuova gestione di Malesani, è parso addirittura esagerato nell’atteggiamento, litigando con i compagni “avversari” in partitella e intervenendo con vigore per impossessarsi del pallone. Credo che il “nuovo” tecnico rossoblù lo abbia notato, iniettandogli nuova fiducia. Oltre a questo, Malesani dovrà aiutarlo fornendogli una squadra che si muova al suo fianco, pronta ad offrigli scelte sicure con movimenti e suggerimenti per il passaggio. Forse sabato sarà già titolare e lì dovrà ripagare la fiducia dell’allenatore.

Qual è la ricetta del tecnico veronese?

Malesani è un allenatore che ha sempre fatto del bel gioco la sua forza. Nella sua prima esperienza non c’è riuscito, ma credo che in questi mesi di assenza abbia pensato a quali soluzioni adottare. Rispetto alla squadra di inizio anno, sono arrivati elementi richiesti già dal mercato estivo, come Gilardino ed un centrocampista alla Biondini. In più, gli innesti di Belluschi, Sculli e Roger Carvalho hanno contribuito alla formazione di una squadra più forte.

Quale potrebbe essere il modulo ideato da Malesani?

Penso ad una via di mezzo tra un 4-4-2 e un 4-2-3-1 per sfruttare al meglio dei giocatori offensivi a disposizione. Gila e Palacio nel tandem d’attacco, supportato dalle due ali che, a seconda dell’avversario, potranno essere Jankovic e Sculli o uno dei due alternato con uno tra Rossi e Belluschi.

Dopo la sfortunata parentesi del 4-3-1-2, il Genoa tornerà probabilmente a schierarsi con un più quadrato 4-4-2: è meglio così o il modulo in questi casi conta poco?

È importante il modo in cui viene interpretato: è la sicurezza che l’allenatore dà per intraprendere la strada giusta. Il vero problema di questa stagione è il creare un gioco alla squadra senza però abbandonare la difesa a sé stessa. Essendo stata fin qui una formazione sbilanciata in avanti, credo che uno dei molti problemi fosse lo sbilanciamento della retroguardia che non può permettersi di schierare due fluidificanti più portati all’attacco che alla difesa. L’unico elemento più difensivista è solo Moretti, gli altri, come Antonelli o Mesto, sono più ispirati nell’avanzamento, ma meno in sintonia con i movimenti difensivi. Bisognerebbe trovare un terzino, magari inventando uno tra Bovo o Carvalho, una volta rientrato Granqvist.

In questa “rivoluzione” tattica, Jorquera potrebbe trovare qualche spazio in più?

Temo di no. Da quanto ho visto nei primi allenamenti penso che Malesani lo veda come alternativa a Palacio, ma in quella posizione Zè Eduardo è favorito rispetto al fantasista cileno.

Su chi punterà Malesani?

Sono curioso per le sue scelte nel reparto difensivo. Il tecnico veronese aveva pensato a Constant terzino già prima di Marino, senza però riprovarci. Potrebbe puntarci ancora, ma a quel punto con un terzino destro più difensivo di Mesto, altrimenti gli equilibri salterebbero. Un altro elemento che suscita la mia curiosità è Belluschi: può giocare ovunque, ma non ho capito come lo vorrebbe schierare Malesani. Forse come alternativa a Veloso o forse sta già studiando altre possibili varianti.

Prima la trasferta a Novara, dopo in casa con il Cesena: la stagione del Grifone passa da qui?

Direi di si. Con almeno quattro punti in queste due partite il Genoa potrà cancellare definitivamente qualsiasi ansia, cercando di riscoprire le possibilità di quei cinque o sei giocatori da valorizzare, per affrontare con serenità un bel finale di stagione. In caso contrario, Malesani dovrà stringere i denti, alla ricerca più di punti che di gioco e affidandosi a quei 11-13 giocatori che possono garantire una maggior affidabilità.

Daniele Zanardi

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