Una sfortunata autorete di Scamacca rovina la partita del Genoa alla “Scala del Calcio”: 2-1, vince il Milan. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 214ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Scamacca si è voltato perché ha avuto paura di una pallonata? «Nel calcio, come in ogni disciplina dello sport, non si danno mai le spalle al pallone o, più in generale, all’avversario: è una regola non scritta. L’episodio da corner che ha deciso il match di San Siro è stato una leggerezza che sono certo Scamacca abbia già imparato a correggere: nel primo tempo Strootman, giocatore più esperto e di tempra, si è immolato in barriera nella punizione calciata da Theo Hernandez rompendosi quasi il labbro».
Pertanto dai calci d’angolo più croci che delizie? «In questa partita non ho visto una prevalenza dell’una sull’altra: Destro, undicesimo gol stagionale senza calciare rigori, ha preso il tempo a Tomori (non proprio l’ultimo arrivato della compagnia rossonera) sul corner calciato da Zajc, finalmente in assist, mentre nella ripresa, oltre all’autogol di Scamacca, già Kjaer poteva fare gol dagli sviluppi di un calcio d’angolo. Senza prendere il posto di mister Ballardini, che sinora ha svolto un gran lavoro, resto dell’avviso che i difensori in area debbano sentire l’uomo».
La doppia occasione quasi allo scadere è la fotografia della partita del Genoa? «Sì, sono d’accordo ma credevo che almeno sulla ribattuta Behrami alzasse il tiro (senza calciare a occhi chiusi di sola potenza) per mandare fuori causa i difendenti del Milan, giustamente posti sulla linea di porta a protezione dell’uscita avventurosa di Donnarumma. Nel complesso, però, il Grifone mi è piaciuto – come mi sono piaciuti i subentri di Pjaca e Pandev ma non quello di Shomurodov – perché contro una grande del campionato, meritatamente al secondo posto in classifica, è tornato al livello d’inizio 2021 quando i punti fioccavano».
Genoa-Benevento è il primo match point per il Grifone? «Servono i duri per vincere una partita fondamentale per il finale di stagione: via il fioretto, fuori la sciabola (e magari anche Zappacosta che presumo sia recuperato). É un bene che questo scontro diretto capiti nel turno infrasettimanale, entrambe le squadre sono così costrette a destinare il poco tempo a disposizione alla preparazione della partita senza rimuginare o recriminare sulle reciproche sconfitte. Il Benevento subisce molti gol, è un dato di fatto, ma è una squadra che cerca di giocare a calcio contro qualsiasi avversario».
Infine, concludiamo parlando di calcio internazionale: ieri non è stata una giornata qualsiasi poiché l’Uefa ha preso una netta posizione contro la neonata Super League. «É un progetto cinico sinora sottoscritto da dodici club (tra i quali Juventus, Milan e Inter) fondato sugli interessi personali e dalla brama di denaro e potere. La Super League chiusa a venti partecipanti, peraltro senza retrocessioni così come ideata da Florentino Perez e patrocinata da Andrea Agnelli, svilirebbe il valore dei campionati nazionali, delle squadre di tradizione e delle coppe europee: sarebbe la morte del calcio italiano e dei principi del suo fondatore, sir James Spensley. In un momento di acclarata difficoltà mondiale servono, invece, unità e coesione».
Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti
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