GRIFO D’ATTACCO – Il destino è tra i tuoi artigli

Gilardino ha estratto il Genoa dalle difficoltà e l'ha reso paziente e consapevole della propria forza

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa supera la Ternana e consolida il secondo posto in classifica a +3 sul Bari: decide la rete di Badelj. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 300ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Altri tre punti e l’imbattibilità casalinga prosegue. «Due mesi fa dissi che nel calcio conta non prendere gol e conservare l’equilibrio. Questo Genoa, che ha chiuso la porta del Ferraris da 748′ complessivi, ci sta riuscendo anche per merito di un pubblico grandioso, come ha rimarcato anche Lucarelli. La partita più difficile nella striscia di risultati utili consecutivi al Ferraris – sette vittorie e un pari – è stata la seconda contro il Frosinone perché il Genoa ha aperto la serie riuscendo dove negli anni passati falliva. Nel primo tempo abbiamo visto forse il miglior calcio del Grifo con una squadra ben messa in campo, distanze giuste tra i reparti e una linea di tre difensori di livello che assicurano fisicità e tecnica. Vogliacco è in crescita verticale, Badelj è il faro di un centrocampo da Serie A mentre Puscas ha disputato una buona gara per la squadra nonostante sia rimasto a secco».

Ancora una volta Gilardino migliore in campo? «Possiamo dirlo. Sinora la sua gestione è stata da manuale per la capacità di inquadrare la partita. Il tecnico ha estratto la squadra dalle difficoltà e l’ha resa paziente e consapevole della propria forza: il percorso di rinascita è iniziato al Ferraris dove il Genoa si è ritrovato con i risultati e, più in generale, con un bottino di 31 punti in 14 giornate. Il gioco c’è e fondamentalmente si basa su un palleggio fluido che non è una prerogativa delle squadre di Serie B, più abituate al lancio in profondità. Mister Gilardino sta lavorando bene anche con i giovani: mi è piaciuta particolarmente la risposta data in conferenza stampa a Villa Rostan sulla necessaria ricerca dei talenti da effettuare nei vivai italiani e non altrove».

Da quale punto di vista il Genoa dimostra maggiormente di essere squadra? «Ce ne sono parecchi ma ne prendo uno che forse vale per tutti: chiunque subentri, incide sull’inerzia della partita nel modo più appropriato. Prima lo ha fatto Jagiello, ieri ci è riuscito Salcedo, che ha rischiato di segnare di testa, ma anche Caleb Ekuban al quale rivolgiamo un caloroso bentornato dal lungo e doloroso infortunio ai tendini achillei: la gran voglia di giocare l’ha portato ad impegnare tutta la difesa della Ternana, il suo rientro può essere importante nelle gare di fine stagione. C’è maggiore compattezza di spogliatoio e una forte attenzione a non sbagliare nel momento clou della stagione tra marzo e aprile: il Grifo ha il destino tra i propri artigli».

La trasferta di Brescia anticipa l’ultima sosta stagionale. «Il Genoa non deve più badare alla classifica ma giocare su tutti i campi come se fosse il Ferraris giacché a nove giornate dal termine le avversarie vanno a caccia di punti salvezza o play-off cercando di mettere in campo la prestazione dell’anno. Riprendo la metafora del maratoneta, visto che è piaciuta: avendone corsa più di una, so che la vera maratona inizia una volta superato il cartello del trentesimo chilometro. Da quel momento emergono le qualità. Sarà importante che il Grifo accumuli ancor più vantaggio sulla terza in classifica per non giocarsi il tutto per tutto nelle gare di Frosinone, sicuramente già in Serie A, e Bari».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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