GRIFO D’ATTACCO – Genoa da ricostruire, meno passerelle sotto la Nord

Serve una figura dirigenziale carismatica e pratica di calcio, come lo è stato Gigi Simoni

Drago Retegui Criscito Gudmundsson Gilardino Perugia Strootman Coda Portanova Sturaro Blessin Labbadia Rovella Shevchenko Nuti Genoa Ballardini 777 Partners
Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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La diciottesima sconfitta stagionale è il peggior modo per salutare un pubblico straordinario anche all’ultima di campionato. Il Genoa saluta la A con un ko con il Bologna, al Ferraris finisce 1-0. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 266ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Il Genoa non riesce a battere nemmeno l’asilo del Bologna. «La sconfitta dimostra la veridicità della classifica finale: il Genoa è la squadra della Serie A che ha vinto di meno, addirittura quattro partite contro Cagliari e le torinesi, e, per dispersione, chiude la stagione con il peggior attacco. La retrocessione dopo quindici anni dice che esistono forme di responsabilità facenti capo a ciascuna componente attuale e pregressa del club – tecnica, dirigenziale e di spogliatoio – ma i relativi problemi vanno risolti internamente entro breve perché il ritiro estivo (dove?) è alle porte, senza più esternazioni pubbliche».

Prevede un rimpasto societario? «É il crocevia del futuro attorno al quale la società sta riflettendo: proseguire con la «rivoluzione» annunciata da Wander oppure effettuare scelte mirate per conseguire la promozione al primo colpo? Servono meno passerelle in campo e sotto la Nord e maggiore spazio a uomini di campo. Terrei Spors, è un buon osservatore di football internazionale con un futuro roseo davanti, tuttavia reputo opportuno l’innesto tra i quadri di una persona carismatica e di spessore, profondo conoscitore del calcio, che possa porsi come figura mediana tra squadra e dirigenza: il modello cui ispirarsi è Gigi Simoni, scomparso proprio due anni fa, un signore amatissimo dalla piazza genoana e rispettato negli ambienti del pallone».

Blessin ha le carte in regola per rimanere? «Il mister deve migliorare tatticamente e nella lettura delle partite ma per il resto ha dimostrato di essere un allenatore valido, purtroppo una volta arrivato dall’Ostenda la situazione era già compromessa. Se il duo tutto tedesco con Spors sarà confermato, Blessin vorrà continuare a sviluppare il 4-2-3-1 ma per farlo efficacemente gli serviranno due ali pure, con caratteristiche adatte al ruolo, e una prima punta che in Serie B assicuri una ventina di gol (è molto interessante Matteo Brunori del Palermo, di proprietà della Juventus, oppure il ritorno di Pietro Pellegri). I fine prestito che rientreranno saranno Agudelo, Caso, Jagiello e Charpentier, giocatori giovani che conoscono la B o comunque si possono ben adattare».

Un giovane cronista lo chiede a un maestro del giornalismo: che cos’è la Serie B? «Di partite ne ho viste molte e posso dire che il campionato è mediocre. La competizione presenta molte insidie, non va sottovalutata, ma è scesa di livello e le sorprese capitano ogni anno: basta poco per fare la differenza, serve compiere le giuste scelte di spesa. Ricordo che nel ’76 il Genoa di Roberto Pruzzo, capocannoniere del torneo, arrivò ex aequo con Catanzaro e Foggia, in un punto erano raccolte quattro squadre: i tempi sono cambiati. Il Genoa deve costruire un organico per vincere la Serie B, con due opzioni per reparto, così anche un eventuale secondo posto sarebbe accettato pur di tornare subito in A».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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