GRIFO D’ATTACCO – Blessin e la scuola tedesca contro l’arretratezza culturale

Nel calcio italiano troppi stranieri con poca qualità, ne risentono i nostri talenti

Drago Retegui Criscito Gudmundsson Gilardino Perugia Strootman Coda Portanova Sturaro Blessin Labbadia Rovella Shevchenko Nuti Genoa Ballardini 777 Partners
Beppe Nuti, giornalista di Telenord

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Su il sipario sulla Serie A e sul Genoa di Blessin che torna in scena dopo l’ultima sosta Nazionali. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 258ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Pak Doo-ik, Jakob Johansson e Aleksandar Trajkovski sono gli autori materiali di tre disastri Azzurri: in quale ordine di gravità li sistema? «Sono situazioni ed epoche differenti: la Corea del Nord resta la più grande batosta al Mondiale perché l’Italia del ’66 di “Mondein” Fabbri, come lo chiamava Gianni Brera, era una squadra davvero forte; la Svezia è, invece, la storica delusione avvenuta nella fase di qualificazione con una Nazionale che reputo più strutturata di quella di Mancini. L’attuale ct ha costruito qualcosa di concreto lanciando giovani e interpretando un calcio fuori tradizione italiana, non primariamente catenacciaro: il peccato di Mancini è stato il debito di riconoscenza verso certi elementi che non possono dare più niente alla causa Azzurra».

Serve una ripartenza immediata: da dove cominciare? «Dobbiamo ripartire da un’idea di bel gioco, magari con idee più chiare in quanto a interpreti, e dalla considerazione che la stagione dei fuoriclasse capaci di decidere da soli la partita – soltanto per dirne alcuni Totti, Del Piero, Rivera, Antognoni – è ormai storicizzata. L’importante è mettere sempre coraggio nelle proprie scelte».

Negli ultimi giorni si è insistito sui settori giovanili. «Nel 1992 feci un servizio dopo aver visitato l’accademia dell’Ajax ad Amsterdam: rimasi estasiato dalle strutture e dalla qualità del lavoro che produce costantemente giocatori di spessore. Nei nostri campionati è presente un numero eccessivo di stranieri che talvolta hanno poca qualità: ciò intasa lo sviluppo del talento italiano che esiste ancora ma fatica ad emergere. Le principali squadre che lavorano meglio con i vivai sono Genoa, Roma, Atalanta ed Empoli; l’eccezione della Serie A è il Sassuolo visto che schiera un tridente tricolore con Berardi, Scamacca e Raspadori, che ha fatto doppietta al debutto contro la Turchia, e Frattesi è in rampa di lancio. Soffriamo di arretratezza culturale che allenatori come Blessin, e più in generale la nuova scuola tedesca in giro per l’Europa, provano a scardinare».

Lunedì sera si giocherà Verona-Genoa. «Tudor ha ereditato da Juric una base solida che ha curato e migliorato con intelligenza fino a rendere l’Hellas il quarto attacco della Serie A seppur con una percentuale alta di reti concesse: il trio composto da Barak, Simeone e Caprari unisce potenza, inserimento, dribbling e senso della porta. Tuttavia la vittoria contro il Torino ha cambiato nelle concorrenti la percezione del Genoa, ora visto come una squadra che non regala più nulla e difficile da affrontare. In molti si sono accorti tardivamente di Blessin, della sua immediata capacità di interagire empaticamente con lo spogliatoio, della sua mimica del corpo: dietro al suo sorriso contagioso si nasconde la tempra di un sergente, non a caso il tedesco era un poliziotto prima che rientrasse nel mondo del calcio».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

Clicca qui per leggere il precedente numero del Grifo D’Attacco

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.