Alberto Tampoia: «La Genoanità  è una passione viscerale»

Essere Genoani non è qualcosa che si riesce a spiegare a parole. Tutti i tifosi del Grifone hanno avuto quella scintilla della passione, della tenacia e d’amore che ti lega indissolubilmente ai colori rossoblù.
Tant’è vero, che tra Genoani ci si riconosce subito, ci si trova solamente con una mezza frase. Lo sa bene Alberto Tampoia, […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Essere Genoani non è qualcosa che si riesce a spiegare a parole. Tutti i tifosi del Grifone hanno avuto quella scintilla della passione, della tenacia e d’amore che ti lega indissolubilmente ai colori rossoblù.
Tant’è vero, che tra Genoani ci si riconosce subito, ci si trova solamente con una mezza frase. Lo sa bene Alberto Tampoia, responsabile del servizio clientela della Banca Nazionale del Lavoro, che a Pianetagenoa1893.net ha testimoniato i valori della “genoanità” e ha condiviso con noi le origini della sua fede, le sue opinioni e le sue speranze per il futuro rossoblù. Alberto Tampoia è il nostro “Genoano Famoso”.

 

Dottor Tampoia, partiamo dalle origini: com’è nata la sua passione per il Genoa?

Me lo sono chiesto molte volte, senza sapermi dare una risposta. Posso solo dire che non ho scelto, sono nato in una casa di filogenoani e quindi è da lì che derivo: solo io della famiglia però ho questa passione viscerale, che nel corso degli anni è aumentata e non accenna a fermarsi. La prima partita che ho visto allo stadio è stata la vittoria sul Sampdoria del 1967 con gol di Rivara: ho ricordi indelebili su quell’incontro.

Immagino che l’appuntamento domenicale al Ferraris è fisso..


Assolutamente. Sempre, sono abbonato e non manco da anni. Fortunatamente è una cosa che non è venuta meno nonostante il lavoro. E’ un rito, una testimonianza del significato vero di “genoanità”: è un sentimento viscerale, difficile da spiegare. Ci sarebbero veramente tanti aneddoti da citare.

Uno in particolare, che l’ha colpita più di tutti?


Certo. Anni fa avevo una cliente abituale di cui però ora ho perso le traccie. Genoana sfegatata, di classe 1922. Un personaggio. Essendo Genoani, pretendeva che le dessi del tu. Soprattutto, non mancava mai allo stadio, nonostante gli 85 anni che peserebbero a chiunque. Mi raccontò che sapeva dove abitava Verdeal ai tempi, che a casa aveva addirittura un pezzo della vecchia gradinata!
Un lunedì, l’avevo vista piuttosto giù di corda e, colpito, andai a sincerarmi della sue condizioni. Mi disse che la domenica prima intorno all’una era stata derubata; io le chiesi per sdrammatizzare: “Il Grifone non l’hai visto allora?”, e lei: “Figurati se perdo il Genoa, ho preso il taxi e sono andata allo stadio!”. Cose da Genoani.

Se deve scegliere, qual’è la partita a cui è più legato?


Ce ne sono tante. Su tutti i derby, sicuramente i più recenti, ma anche il 2-1 con gol di Pruzzo o il gol di Branco sotto la Nord. Come prestigio però, qualità e gioco ho due incontri che mi hanno impressionato più di tutti: la vittoria all’Anfield Road sul Liverpool nel 1992 e più recentemente quel 3-2 mozzafiato con la Juventus nel campionato 2008-09.

Torniamo al presente: ancora un’estate di cambiamenti tra campo e panchina. Che Genoa si aspetta?


Un Genoa tutto da scoprire, anche se mi dichiaro moderatamente ottimista. Abbiamo operato scelte più logiche e mirate dell’anno scorso.
Dietro ci siamo cautelati con Frey, uno dei portieri più forti in circolazione. Abbiamo un centrocampo assortito e di qualità: Kucka e Constant credo che siano i titolari inamovibili e a loro affiancherei Seymour, un centrocampista vecchio stampo, che sa recuperare palla e sa smistare. Punto su di lui. Senza dimenticare Merkel, ora un po’ grezzo, ma che saprà dare un grande apporto. Sono incuriosito da Birsa, che potrebbe essere l’arma in più.
Davanti abbiamo cambiato molto. Con Palacio si va sul sicuro e certo che se gli si affiancasse Gilardino, non mi dispiacerebbe affatto. Pratto ha buoni movimenti, mi ricorda una via di mezzo tra Chinaglia e Hubner. Ze Eduardo invece, è tutto da scoprire. C’è molta carne al fuoco.

Ha un suo pupillo tra i giocatori rossoblù?


Senza dubbio Marco Rossi per attaccamento alla maglia, per aver insegnato senza esitazioni cosa vuol dire essere Genoani. E’ un uomo spogliatoio e per noi è fondamentale.

Per chiudere, in questa sessione di mercato, c’è chi ne esce rafforzato e chi evidentemente ridimensionato. Ci dica la sua sul campionato, magari con un pronostico direttamente sul Genoa…


Essendo rimasto piuttosto deluso dall’anno scorso, evito pronostici diretti.
Sul campionato, tolte le prime tre posizioni per la Champion’s che mi sembrano off-limits, direi che dietro possiamo dire la nostra. La Roma nonostante l’allenatore e i grandi acquisti ha diverse difficoltà, Fiorentina e Udinese si sono molto indebolite, come il Palermo, il Napoli dovrà riconfermarsi dopo un’annata andata ben al di sopra delle aspettative, mentre la Lazio si è rafforzata maggiormente.
Con Gilardino credo che piazzarsi dal 6° all’8° posto sia fattibile, se non meglio.
Una cosa importante è la Coppa Italia: gli anni scorsi palesemente trascurata, speriamo di poter dire la nostra in quest’annata. E’ un obiettivo importante.

Daniele Zanardi

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.