Tutti gli incontri ravvicinati del Genoa a Marassi

Il 10 gennaio 2010 per la XIX giornata del Campionato Nazionale di Serie A e il 13 gennaio 2010 per gli ottavi di finale della Coppa Italia 2010 si affronteranno al “Luigi Ferraris” di Genova il Genoa e il Catania. Mai nell’ultracentenaria storia del sodalizio rossoblù si era verificato un caso del genere, cioè che […]


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Il 10 gennaio 2010 per la XIX giornata del Campionato Nazionale di Serie A e il 13 gennaio 2010 per gli ottavi di finale della Coppa Italia 2010 si affronteranno al “Luigi Ferraris” di Genova il Genoa e il Catania. Mai nell’ultracentenaria storia del sodalizio rossoblù si era verificato un caso del genere, cioè che sul proprio terreno di gioco a livello ufficiale tra una partita e l’altra contro la stessa squadra ci fossero solamente tre giorni di distanza (per la precisione tra i due fischi d’inizio degli incontri trascorreranno 75 ore e mezza). Andando a frugare nei tabellini delle oltre tremila partite ufficiali del Genoa si sono trovati due casi simili di accoppiate (cioè quando un incontro con una squadra sul campo di casa del Genoa è stato quello successivo ad un altro con la medesima formazione nel giro di una settimana): nel 1958 e nel 1906. Il più antico dei due precedenti è più spurio per due motivi: 1) i campionati nazionali dal 1905 al 1909 (con l’eccezione del 1908, disertato dal Genoa per il divieto ad utilizzare calciatori non di nazionalità italiana) opponevano nel primo turno le due squadre genovesi del Genoa e dell’Andrea Doria in incontri di andata e ritorno, sicché era «fisiologico» che le due partite si svolgessero nell’arco di una settimana oppure di due; 2) l’incontro del 14 gennaio 1906 era formalmente in casa dell’Andrea Doria, anche se venne disputato sul “Campo del Genoa Cricket and Foot Ball Club” di via Piacenza, nella zona delle Gavette (sulla sponda destra del Torrente Bisagno ed immediatamente a sud del Ponte Carrega).

Domenica 2 novembre 1958: Genoa-Triestina 1-1 (VII giornata del Campionato Nazionale di Serie A 1958/1959)

In quella che è la ventottesima e finora ultima stagione della Triestina nella massima serie, i rossoalabardati, guidati da Aldo Olivieri, che era stato il portiere della Nazionale Italiana campione del mondo nel 1938 in Francia, si presentarono a Genova dopo aver raccolto solamente un punto (in virtù del pareggio interno per 1-1 nel derby regionale con l’Udinese della domenica precedente) nelle prime sei partite. Il Genoa era, invece, partito in maniera soddisfacente (un’unica sconfitta alla II giornata per 1-2 a Bologna, vittorie interne per 4-2 sull’Internazionale e per 1-0 sul Bari ed esterna per 2-1 a Vicenza sul LaneRossi e pareggi interno per 3-3 con il Napoli ed esterno per 0-0 con l’Alessandria). Di fronte a circa ventimila spettatori e agli ordini del signor Ettore Perego di Milano le due squadre si schierarono così: Genoa: 1 Ghezzi, 2 Magnini, 3 Cuttica, 4 Leopardi, 5 Carlini, 6 Delfino I, 7 Frignani, 8 Dalmonte II, 9 Maccacaro, 10 Pantaleoni III, 11 Barison; Triestina: 1 Rumich, 2 Tulissi, 3 Brach, 4 Rimbaldo, 5 Bernardin, 6 De Grassi, 7 Tortul, 8 Szoke, 9 Massei, 10 Comisso, 11 Santelli. Dopo un primo tempo senza reti il Genoa si portò in vantaggio con un gran tiro rasoterra da oltre venti metri di capitan Ardico Magnini alla sinistra di Roberto Rumich, ma diciotto minuti dopo gli ospiti pervennero al definitivo pareggio con uno spunto personale dell’ungherese Laszlo Szoke, che, dopo che il suo primo tiro era stato ribattuto di piede da Giorgio «Kamikaze» Ghezzi, fu abile a sfruttare l’impennata del pallone per colpirlo di testa e farlo passare sopra l’estremo difensore rossoblù, lasciando al compagno di squadra Oscar Massei il compito di spedirlo senza difficoltà in rete.

Domenica 9 novembre 1958: Genoa-Triestina 4-2 (Quarto turno della Coppa Italia 1958/1959)

Nella partita di sola andata del quarto turno della seconda edizione postbellica della Coppa Italia si verificò un tipico fenomeno di quella competizione poco amata dal pubblico della penisola: il crollo delle presenze degli spettatori rispetto alla partita di campionato (un migliaio di spettatori anziché i ventimila della domenica precedente). L’incontro, inizialmente programmato per il giorno precedente, era stato spostato alla domenica per evitare la contemporaneità con la trasmissione in diretta televisiva dal “Comunale” di Bologna dell’incontro amichevole Italia Under 21-Bulgaria Under 21, vinto 2-1 dagli azzurri con la rete del 2-0 a sei minuti dalla fine realizzata dal genoano Paolo «Paolone» Barison, che non sarebbe stato schierato da Annibale «Dottor sottile» Frossi nella partita del giorno successivo, quando il Campionato osservava una sosta in occasione dell’incontro (poi terminato 2-2) della Nazionale Italiana (che non aveva tra i convocati giocatori del Genoa o della Triestina) allo “Stade de Colombes” di Parigi contro la pari rappresentativa francese, la quale poco più di quattro mesi prima aveva ottenuto un prestigioso terzo posto nella VI edizione della Coppa Rimet, disputatasi in Svezia. Accomunato alle partite di Coppa Italia dei nostri giorni dallo scarso interesse del pubblico, l’incontro differì, invece, per il mancato ricorso al turn-over, visto che i padroni di casa schierarono nove undicesimi della formazione della domenica precedente e gli ospiti dieci… e mezzo (l’ingresso in campo, consentito entro l’inizio della ripresa dal regolamento della Coppa Italia dell’epoca, di Piero Comisso al posto di Italo Del Negro ricompose al 100% l’undici rossolabardato della domenica precedente), Agli ordini del signor Sergio Ferrari di Milano diedero vita alla gara le seguenti squadre: Genoa: 1 Ghezzi, 2 Magnini, 3 Becattini sr., 4 Leopardi, 5 Carlini, 6 Delfino I, 7 Dalmonte II, 8 Pantaleoni III, 9 Maccacaro, 10 Leoni, 11 Frignani; Triestina: 1 Rumich, 2 Tulissi, 3 Brach, 4 Rimbaldo, 5 Bernardin, 6 De Grassi, 7 Tortul, 8 Szoke, 9 Massei, 10 Del Negro (dal 1’’ del 2° tempo: 12 Comisso), 11 Santelli. Dopo mezz’ora di gioco il passaggio agli Ottavi di finale sembrò in mano ai giuliani, che si erano portati sul 2-0 (al 18’ Del Negro aveva condotto un’azione personale verso la porta di Ghezzi, facendo partire un primo tiro non trattenuto dal portiere genoano e un secondo a botta sicura; al 30’ Sergio Santelli aveva girato imparabilmente al volo un cross dalla sinistra di Claudio Rimbaldo). A quel punto i rossoblù reagirono, ristabilendo la parità in meno di dieci minuti (al 34’ Giorgio «Roccia» Dalmonte II trasformò un calcio di rigore concesso per un fallo di Giorgio Bernardin su Cesare «Mac» Maccacaro e al 39’ sempre Dalmonte II e Maccacaro entrarono nella rete del pareggio, il primo come suggeritore con un cross dalla destra e il secondo con un colpo di testa in anticipo sull’uscita alta di Rumich). Dopo che la ripresa era iniziata da due minuti Dalmonte II ebbe l’occasione di segnare una seconda rete dal dischetto del rigore (la massima punizione era stata concessa per un fallo di Mario De Grassi su Leonello Leoni), ma si fece ribattere il tiro centrale dai pugni di Rumich in calcio d’angolo. Dalmonte II si fece perdonare dodici minuti dopo, essendo l’ispiratore della terza rete genoana con un cross dalla destra verso l’area di rigore che Maccacaro girò per l’accorrente Amleto Frignani, la cui conclusione di prima intenzione non lasciò scampo a Rumich. Al 20’ Maccacaro effettuò un cross dalla sinistra e si spostò in area di rigore: il pallone venne prima deviato da Mario «Panta» Pantaleoni III, poi da un difensore rossoalabardato ed infine dallo stesso Maccacaro di testa in rete per il definitivo 4-2.

Domenica 7 gennaio 1906: Genoa-Andrea Doria 3-1 (incontro di andata dell’Eliminatoria Ligure del Campionato Nazionale di Prima Categoria 1906)

Nell’incontro, che si giocò su un terreno pesante e in un clima di forte ostilità tra i tifosi delle due squadre, si registrò soprattutto nel 1° tempo una netta supremazia genoana, con i rossoblù in rete con i fratelli Pasteur, Edoardo «Dadin» I ed Enrico II al 10’ e al 15’ su azioni di calcio d’angolo. Nella ripresa prima Rinaldo Amey con un bel tiro accorciò le distanze e poi lo svizzero Max Mayer con un tiro da lunga distanza batté Luigi Marchetti, fissando il risultato sul 3-1 per il Genoa. Le squadre, agli ordini dell’elvetico Hans Heinrich Suter (che era un terzino del Milan), si erano così schierate: Genoa: Spensley; Bugnion, Rossi I; Pasteur I, M. Mayer, Cartier I; Pollak, Goetzlof, Pasteur II, Martins de Rodrigues, Marassi; Andrea Doria: Marchetti; Calì I, Boni; Taino, Baglietto, Sessarego; Ansaldo, Galletti I, Rolla, Amey, Lancerotto

Domenica 14 gennaio 1906: Andrea Doria-Genoa 0-1 (incontro di ritorno dell’Eliminatoria Ligure del Campionato Nazionale di Prima Categoria 1906)

Prima di dirigere l’incontro della domenica precedente Suter si era recato a Prato, dove da poco l’Andrea Doria aveva il suo terreno di gioco, per verificare se ci fossero le condizioni per farvi disputare un incontro di campionato. Il suo sopralluogo aveva prodotto un responso negativo a causa delle irregolarità del fondo, sicché si era deciso di giocare sul “Campo del Genoa Cricket and Foot Ball Club” anche l’incontro di ritorno, che venne risolto da una rete nel 1° tempo del genoano Valentin Gromadzky, a cui non aveva saputo opporsi il portiere doriano Salvatore Calì II, essendo scivolato. Le squadre, agli ordini di Giuseppe Camperio I di Milano si erano così schierate: Andrea Doria: Calì II; Calì I, Baglietto; Taino, Galletti I, Dommering; Vetrano, Ansaldo, Sessarego, Amey, Lancerotto; Genoa: Spensley; Bugnion, Rossi I; Pasteur I, M. Mayer, Cartier I; Agar, Pollak, Goetzlof, Gromadzky, Marassi.

Stefano Massa

(responsabile scientifico degli studi sulla storia del Genoa per la Fondazione Genoa).

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