La replica del gruppo degli Storici della Fondazione Genoa sul titolo nazionale 1914/15

In una nota, l'ente rossoblù risponde all’ennesimo dossier presentato dall’ Avv. Gian Luca Mignogna presso la F.I.G.C.

Il Genoa trionfatore nel derby contro l'Andrea Doria nel 1915

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La Fondazione Genoa 1893 ribadisce in risposta all’ennesimo dossier presentato dall’ Avv. Gian Luca Mignogna presso la F.I.G.C. che:

il Campionato 1914/1915 era strutturato su due Campionati, i cui vincitori si sarebbero dovuti incontrare in doppia finale nazionale ed essi erano quelli Settentrionale e Centro-Meridionale;

il Genoa è stato riconosciuto dalla F.I.G.C. prima nel 1919 e poi – definitivamente – nel 1921 vincitore del Campionato dell’Italia Settentrionale, in quanto si trovava in testa alla classifica di quello al momento dell’entrata dell’Italia nel conflitto mondiale e, non essendo nota la squadra sfidante nella doppia finale nazionale, campione d’Italia 1914-15;

la Lazio è effettivamente l’unica squadra ad aver vinto in quel Campionato sul campo una fase territoriale che coinvolgesse squadre di più di una regione (giacché in quella iniziale riservata alle sole squadre della sua regione si era classificata alle spalle del Roman), cioè il Campionato dell’Italia Centrale (riservato alle due migliori squadre toscane toscane e laziali), ma esso era di fatto il Girone A di Semifinale del Campionato dell’Italia Centro- Meridionale, laddove il Girone B era rappresentato dal Campionato dell’Italia Meridionale, detto anche Campionato Campano per la partecipazione di solamente due squadre napoletane e la gestione in prima istanza (sotto la superiore autorità della Commissione Tecnica della F.I.G.C., che pesantemente fece sentire la sua voce nella primavera del 1915) del Comitato Regionale Campano;

i documenti emerografici presentati dalla Fondazione Genoa 1893 alla F.I.G.C. e, in particolare, l’articolo di Il Mattino (ed anche di Il Corriere di Napoli, consultabile in microfilm presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma) di sabato 15-domenica 16 maggio 1915 chiariscono senza lasciare alcun dubbio che avvenne la regolare ripresa del Campionato dell’Italia Meridionale e «mettono in fuorigioco» quanto arbitrariamente postulato (“l’annullamento da parte della F.I.G.C. della prefinale – sic!: finale – dell’Italia Meridionale Internazionale Napoli-Naples per irregolarità di tesseramento di due calciatori, con conseguente ed automatica conquista da parte della Lazio sia del titolo di squadra campione dell’Italia Centro-Meridionale che del diritto a disputare la finalissima nazionale contro la squadra campione dell’Italia Settentrionale”) e richiesto (“legittimare ufficialmente la Lazio quale squadra campione del Centro-Sud ed unico club qualificatosi con certezza alla [doppia] finalissima nazionale”) nella petizione dei tifosi laziali promossa dall’avv. Gian Luigi Mignogna, la quale finisce per non avere più alcun senso.

Va rilevato, altresì, che non esiste alcun documento che attesti la squalifica delle due formazioni partenopee, decisione che non sarebbe potuta in alcun modo essere stata presa, visto che Filippo Pellizzone e Johann Steiger – come affermato a pag. 103 di “Lo Scudetto Spezzato. Storia di un Campionato mai terminato” di Emiliano Foglia e Gian Luca Mignogna – militavano entrambi nell’Internazionale Napoli, società della quale, invece, l’evidentemente non consultato dai reclamanti Bollettino Ufficiale della Federazione Italiana Giuoco del Calcio Il Calcio (pubblicato on-line dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze) di venerdì 30 aprile 1915 attesta a pag. 2 la buona fede, che sta alla base della non esclusione dal Campionato Italiano della compagine che aveva acquisito sul campo ad aprile il diritto – toltogli dalla mancata omologazione dei risultati delle partite – di disputare le finali dell’Italia Centro-Meridionale];

la decisione di non far disputare l’incontro Genoa-Torino di domenica 23 maggio 1915 per la mobilitazione bellica, come chiarito dal presidente della Commissione Tecnica della F.I.G.C., avv. Antonio Scamoni a La Gazzetta dello Sport (che pubblicò un trafiletto lunedì 31 maggio 1915), ebbe come conseguenza la medesima decisione per Milan-Internazionale – come ribadito a pag. 113 di “Lo Scudetto Spezzato. Storia di un Campionato mai terminato” di Emiliano Foglia e Gian Luca Mignogna -; quindi, dove le squadre di un raggruppamento erano, come nel caso di quello dell’Italia Meridionale, due e della stessa città la questione non si poneva; in ogni caso, anche se non fosse stata valida la partita Naples-Internazionale Napoli 4-1, il problema delle due formazioni partenopee sarebbe stato solo a livello cronologico e non giuridico-sportivo, in quanto regolarmente partecipanti al Campionato 1914/1915 fino a quando fu possibile giocare;

il Bollettino Ufficiale della Federazione Italiana Giuoco del Calcio Il Calcio (consultabile, come già detto, on-line sul Sito della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze) di giovedì 15 aprile 1915 afferma a pag. 2 “GIRONE [TOSCANO-]LAZIALE: La P. F. [Presidenza Federale] ratifica il Calendario delle gare semifinali e finali di campionato stabilito dalla C. T. [Commissione Tecnica], confermandosi, però, a retta interpretazione del Regolamento di campionato che per il titolo di squadra campione dovranno incontrarsi la vincente dell’Italia Centrale e [quella] dell’Italia Meridionale.”. Quindi, visto che non è stato disputato per una questione di tempistica sul campo nessuno dei due incontri della Finale dell’Italia Centro-Meridionale, non può essere accampato alcun diritto di accesso alle finali nazionali del Campionato 1914/1915 da parte della Lazio, che, quando effettivamente le disputò (in cinque occasioni, nelle quali venne sempre sconfitta, tra il 1913 e il 1923), a fronte di ventuno reti subite fu capace di segnarne solamente due, una al Casale, quando stava perdendo 0-5, ed una al Genoa, quando il risultato stava arridendo alla compagine rossoblù per 4-0.

Fondazione Genoa 1893

(Riceviamo e pubblichiamo)

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