Inaugurata la Casa dei genoani

Il nuovo museo della storia rossoblù, collocato presso la sede della Fondazione Genoa, si sviluppa su 13 sale con oltre 900 mq di superficie espositiva


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«Benvenuti nella casa dei genoani». Il professor Andrea D’Angelo, reggente della Fondazione Genoa, ha così salutato i giornalisti intervenuti stamattina alla prima inaugurazione del Museo del Genoa, la più antica squadra di calcio italiana. Oggi pomeriggio si terrà la cerimonia riservata alle autorità: sarà presente anche il presidente della società rossoblù, Enrico Preziosi. La struttura sorge nel cuore di Genova, in salita Dinegro 7, dove ha anche sede la Fondazione, e dove fino all’anno scorso c’era la mostra dei Pionieri del calcio. E’ sviluppata su 13 sale, incluse quelle della “cripta” uno spazio espositivo sotto il piano stradale: oltre 900 metri quadrati di spazio espositivo. I tifosi potranno visitare il Museo da domani mattina.

Il percorso, illustrato dal reggente, inizia con uno spazio per le esposizioni temporanee dove è presente la mostra “Colori e simboli del Genoa e della città”: un viaggio nelle radici storiche del Grifone e dei colori rosso e blu. Subito dopo inizia il Museo permanente vero e proprio con una sala dove si possono visionare alcuni video sulla storia del calcio e sulla Genova di fine ottocento. Inoltre, si può ammirare la bicicletta di Geo Davidson, presidente del Genoa nel 1913 e grande appassionato di ciclismo. Ma è la sala successiva quella più importante, su cui campeggia la data di fondazione del Genoa: 7 settembre 1893. Vi sono presenti il primo libro con i conti della «associazione non riconosciuta» come ha spiegato il professor D’Angelo. Il Genoa era una polisportiva: non solo calcio, ma anche ginnastica, pallanuoto, atletica e altri sport. Ciò è testimoniato dalla teca, presente nel salone seguente, in cui sono presenti una serie di foto in bianco e nero con atleti rossoblù delle varie discipline. Inoltre i tifosi potranno ammirare la grande bacheca con tutti i trofei vinti dal Vecchio Balordo. Vi sono anche i trofei vinti dal settore giovanile, inclusa la recente Coppa Italia: tra i suoi vari primati, la società di Villa Rostan ha anche quello di essere la prima a istituire il giovanile nel 1904. Si possono leggere anche lettere d’autore, come quella di Gabriele D’Annunzio a Spensley, e poesie di autori famosi come Sanguineti e Signoris. I tifosi potranno consultare anche giornali d’epoca sul Genoa, sia in edizione cartacea sia digitale.

E si arriva così alla “Cripta”, dove si inizia con un gioco virtuale del calcio. Nella prima sala sono state collocate una serie di maglie del Genoa, dalle più antiche sino all’attuale, assieme a due bacheche contenenti i cimeli di due grandi giocatori genoani: Giovanni De Prà e Luigi Burlando. C’è anche un plastico con il progetto del nuovo stadio “Luigi Ferraris” per i mondiali del 1990 donato dall’architetto Vittorio Gregotti e un altro del Comune di Genova. In esso è rappresentato la ristrutturazione del quartiere di Marassi, senza le carceri nelle vicinanze dello stadio: «è una delle battaglie della Fondazione» ha spiegato il professor D’Angelo «speriamo che si realizzi presto con il novo piano degli istituti di pena del governo». Nella “Cripta” è stata anche riprodotta l’atmosfera entusiasmante della Gradinata Nord attraverso filmati e panchine.

Il viaggio nella storia del Genoa termina nella sala dove vi sono i plastici dei diversi campi dove ha giocato prima del Ferraris. I tifosi potranno ammirare un primo video con la spiegazione delle tattiche di gioco, con due chiarissimi “professori”: Gianpiero Gasperini e Claudio Onofri. Ne è stato installato un secondo con tutta la storia rossoblù. Infine, la saletta finale riguarda le presenze dei genoani in Nazionale: vi sono depositati alcuni reperti d’epoca, come le maglie azzurre d’epoca e la bandiera tricolore con cui i giocatori italiani sfilarono nei vittoriosi campionati mondiali del 1934 e 1938.

Marco Liguori

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