I precedenti “casalinghi” del Genoa nel derby

Da quando il Genoa non frequenta più i quartieri alti della classifica di Serie A – cioè dal secondo Dopoguerra in poi – la Partita per antonomasia è il derby con la Sampdoria. Fino al 1984 la sfida era giocata, in pratica, in campo neutro, poi, con la riduzione di circa ventimila posti del numero […]


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Da quando il Genoa non frequenta più i quartieri alti della classifica di Serie A – cioè dal secondo Dopoguerra in poi – la Partita per antonomasia è il derby con la Sampdoria. Fino al 1984 la sfida era giocata, in pratica, in campo neutro, poi, con la riduzione di circa ventimila posti del numero di spettatori che possono entrare al “Luigi Ferraris”, conseguente alla riedificazione dell’impianto per la Coppa del Mondo 1990, la partita ha finito per avere un contorno di pubblico di circa i due terzi dei tifosi della squadra in casa per calendario e un terzo di quelli «al seguito» della formazione in trasferta, sicché il fattore campo ha assunto una rilevanza non solamente statistica (ciononostante, va osservato come anche prima le due squadre avessero avuto un migliore andamento casalingo rispetto a quello trasfertista, il che sfata un luogo comune che vorrebbe avvantaggiata la formazione che avrebbe a livello di risultati due possibilità su tre per non peggiorare in quella giornata di campionato la propria media inglese).

Su 35 partite casalinghe di Campionato il Genoa ne ha vinte 10 (di cui 7 in Serie A e 3 in Serie B), pareggiate 14 (di cui 11 in Serie A e 3 in Serie B) e perse 11 (di cui 9 in Serie A e 2 in Serie B), ha segnato 33 reti (di cui 27 in Serie a e 6 in Serie B) e ne ha subite altrettante (di cui 28 in Serie A e 5 in Serie B); in Coppa Italia non ha mai vinto, ha pareggiato due incontri e ne ha persi quattro, ha messo a segno 5 reti e ne ha subite il doppio. Di tutte le formazioni che militano in Serie A la Sampdoria è l’unica ad avere saldo attivo sul campo del Genoa. Ovviamente i blucerchiati sono stati favoriti dal fatto di giocare le partite esterne sul campo in cui disputano gli incontri interni e di poter contare su una percentuale di tifosi sugli spalti nettamente superiore a quella delle squadre con sede al di fuori del Comune di Genova.

19.] Domenica 25 novembre 1973: Genoa-Sampdoria 0-2 Almeno cinquasettemila spettatori assistettero al derby del 1973, di nuovo di Serie A dopo otto anni di assenza. L’equilibrio fino a quel momento imperante fu rotto al 19’ del 1° tempo da un calcio d’angolo battuto dalla destra da Sauro Petrini, che andò ad incocciare sul tacco di Marco Rossinelli, impennandosi per andare a planare nel cuore dell’area di rigore genoana dove Giancarlo Salvi, sfuggito alla guardia di Bernardino Busi, fu lesto a girarlo di destro alle spalle di Giuseppe «Bibi» Spalazzi. Diciassette minuti dopo, nel tentativo di impedire la conclusione vincente a Mario Maraschi III, servito da Roberto Badiani, Claudio Maselli anticipò il suo stesso portiere Giuseppe «Bibi» Spalazzi e finì in porta con il pallone, dando la rete del definitivo 2-0 ai blucerchiati. La partita nei restanti minuti non fece altro che ribadire la meritata vittoria della Sampdoria, che si era dimostrata formazione dalla disposizione tattica più equilibrata e che, al termine di quella VI giornata, poté portarsi a una lunghezza dal Genoa, che si trovava a 4 punti (non si dimentichi che i blucerchiati erano partiti da – 3 per illecito sportivo)

[33.] Domenica 30 aprile 1995: Genoa-Sampdoria 2-1 A distanza di 28 anni dall’ultimo successo interno (a cui avevano fatto seguito 10 pareggi e 5 sconfitte) il Genoa, drammaticamente coinvolto nella lotta per sfuggire alla retrocessione in Serie B (che l’avrebbe colpito dopo i calci di rigore contro il Padova nel famigerato spareggio del 10 giugno 1995 all’“Artemio Franchi” di Firenze), affrontò alla ventinovesima – e sestultima – giornata la Sampdoria in un drammatico derby, riuscendo ad avere la meglio in virtù di una gara condotta in maniera pregevole dal punto di vista tecnico e in modo straordinario da quello agonistico. Quell’incontro si sarebbe dovuto giocare al “Renato Curi” di Perugia (sarebbe stato il primo derby disputato fuori dalla sua sede naturale) per la tardiva – e poi fortunatamente revocata in extremis – squalifica del campo per gli incidenti verificatisi il 29 gennaio 1995 a seguito dell’uccisione del tifoso genoano Vincenzo «Claudio» Spagnolo da parte dell’ultrà milanista Simone Barbaglia. Prima dell’incontro venne osservato un minuto di raccoglimento per ricordare l’ex calciatore genoano Andrea Fortunato (ricordato dallo striscione CIAO, ANDREA!, esposto nella Gradinata Nord) militante nella Juventus, che era deceduto cinque giorni prima a 23 anni e 9 mesi per leucemia acuta linfoidea. Da rimarcare due episodi di sportività che ebbero protagonisti nell’intervallo i tifosi blucerchiati (coro in onore di Spagnolo) e all’inizio della ripresa il portiere della Sampdoria Walter «l’Uomo Ragno» Zenga (applauso alla Gradinata Nord, mentre andava a prendere posizione – per difenderla – davanti alla sottostante porta): in entrambi i casi i tifosi rossoblù risposero con un applauso. Dopo che l’inglese David Platt all’8’ del 2° tempo aveva portato in vantaggio i blucerchiati con un colpo di testa nell’angolo basso alla destra di Davide Micillo su calcio d’angolo battuto da Roberto «Bobby-goal» Mancini sr., i rossoblu seppero rimontare con una rete da opportunista dell’olandese-canadese Johannes Nicholaas «Johnny» Van t’Schip al 22’ e con un calcio di rigore freddamente trasformato al 31’ dal ceco Tomas «Fisico» Skuhravy con un tiro alla destra di Zenga, tuffatosi sulla sua sinistra.

[34.] Mercoledì 18 settembre 1996: Genoa-Sampdoria 2-2 Eliminato dal Lecce (vittorioso in casa per 3-0), il Genoa, grazie all’abilità del suo segretario Davide Scapini, che si era accorto che il giocatore giallorosso Johnatan Bachini non aveva scontato un turno di squalifica, era stato riammesso al posto dei salentini al II turno della Coppa Italia, in cui ebbe modo di affrontare la Sampdoria, al centro dell’attacco della quale c’era quel Vincenzo «Aeroplanino» Montella, che durante l’estate era passato con la complicità dell’Empoli, comproprietaria del suo cartellino, dal Genoa alla Sampdoria. Il talentuoso attaccante campano fu ovviamente subissato di fischi e di insulti dai suoi ex tifosi. La prima parte dell’incontro volse in suo favore: un’espulsione guadagnata per un fallo non particolarmente grave di Vincenzo Torrente e subito dopo, al 10’ del 1° tempo, il beffardo tocco di sinistro sotto la Gradinata Nord su passaggio volante di Mancini sr., imbeccato a sua volta da uno splendido lancio di cinquanta metri; poi, dopo un calcio di rigore conquistato, ma poi vistosi respinto al 35’ con il piede sinistro da Gianluca Berti, la soddisfazione di trasformarne un altro (tiro alla destra di Berti) al 45’ concesso per un fallo di Silvio Giampietro ai danni di Mancini sr.. A quel punto salì in cattedra Marco «Nippo» Nappi, che tra il 47’ del 1° tempo e l’11’ della ripresa, sfruttando prima una «torre» e poi un tiro – non trattenuto dal portiere blucerchiato Fabrizio Ferron – del compagno di reparto (e sostituto nel Genoa di Montella), il belga Michael Goossens, riequilibrò le sorti dell’incontro con due astuti tocchi di destro. Poco dopo il signor Alfredo Trentalange di Torino mostrò il cartellino rosso a Davide Nicola, reo di aver colpito a gioco fermo a Vincenzo Iacopino, sicché il Genoa si trovò nuovamente con un uomo in meno (al 43’ del 1° tempo era stato espulso Moreno Mannini), ma trovò la forza per resistere, imponendo la ripetizione dell’incontro agli avversari, che poi sarebbero stati battuti per 2-0 due settimane dopo.

Il bilancio del Genoa negli incontri interni con la Sampdoria

Giocate 41, Vinte 10, Pareggi 16, Sconfitte 15, Reti fatte 38, Reti subite 43

Stefano Massa

(responsabile scientifico per gli studi sulla storia del Genoa per la Fondazione Genoa 1893)

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