Proiezione decimo posto: il Genoa è legittimato a crederci

Ora che la chiesa è di nuovo al centro del villaggio, per dirla alla Rudy Garcia, il Genoa è alla ricerca di un nuovo obiettivo. Il prossimo è il consolidamento dell’undicesimo posto con un tentativo d’arrembaggio alla parte sinistra della classifica, territorio finora inesplorato. Obiettivo Toro, con la maiuscola, ma può andare bene anche la lettera minuscola: obiettivo toro, sportivamente da matare nelle prossime quattro giornate di campionato. La sfida stimola lo spogliatoio rossoblù, tornato recettivo e fertile con Ballardini, e l’eventuale conseguimento sarebbe un piccolo dono alla tifoseria.

Decimo posto non significa solo entrare nei vagoni privilegiati della Serie A. Equivale a giocare al Ferraris la prima gara di Coppa Italia, la prima insidia della stagione che tempera gli umori di piazza e rivela buona parte della qualità della squadra (con Juric il Genoa ha battuto a stento Cesena, Lecce e Perugia). Il decimo posto comporta, altresì, un plusvalore economico in cassa poco superiore ai due milioni di euro. Pecunia non olet. I genoani ricordano ancora come terminò la stagione 2015-2016: Grifone a pari punti con l’Empoli ma undicesimo per un solo gol di scarto nel duplice scontro diretto con i toscani.

La parte sinistra della classifica è un piazzamento mediocre, giova ricordarlo, che assume maggiore valore in un anno tribolato. Il Genoa, prima del match con il Torino, affronterà Atalanta, Fiorentina e Benevento: possibile un bottino di quattro punti nella migliore delle ipotesi, due nella peggiore. La squadra di Mazzarri, invece, se la vedrà con Lazio, Napoli al San Paolo e Spal: da uno a quattro punti, è questo l’exit pool granata. Se il Genoa recupererà almeno tre punti al Toro nelle prossime tre partite potrà giocarsi il tutto per tutto al Ferraris il 20 maggio. Nemmeno il caso (fortuito e) contrario riuscirà a spostare la chiesa tornata di nuovo al centro del villaggio.