Lapadula spazza via De Rossi, l’ultimo eroe Nazionale

L'attaccante d'origine inca segna dagli undici metri mettendoci tutta la rabbia in corpo: è la prima marcatura genoana, ma senza esultanza

Il primo gol di Lapadula con la maglia del Genoa (foto di Genoa cfc Tanopress)

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A fine gara De Rossi non ha sbagliato pullman. Non è salito su quello del Genoa per fare i complimenti alla squadra di Ballardini. Succede una volta nella vita di ricevere le lodi del centrocampista romano, ma evidentemente bisogna essere svedesi per compiere tale impresa. Che figuraccia quella dell’ultimo baluardo azzurro, insignito dei massimi onori dopo aver contribuito (senza alcuna esenzione) al peggior risultato della storia moderna della Nazionale. Ha schiaffeggiato Lapadula in area di rigore e simulato un contatto con l’attaccante del Genoa, a terra dolorante. Come se non bastasse ha ringhiato più volte contro Giacomelli: «Non fare il matto!». Una sceneggiatura nemmeno degna di Weinstein.

Nonostante il sacrosanto rigore trasformato con rabbia da Lapadula (non esulta per le troppe critiche?), il match è svoltato qualche minuto prima, quando Ballardini ha ridisegnato l’attacco. Fuori un impalpabile Pandev e dentro il centravanti con il baffo latino. Lapadula ha dato la scossa al Genoa, poco prima infilzato dall’ex El Shaarawy. Si è fatto carico del reparto andando a guerreggiare con Fazio e Juan Jesus, ha cagionato molte ammonizioni (Di Francesco se ne faccia una ragione) e scaraventato in rete una palla pesante dieci chili. Personalità da vero Grifone, insomma, che nel tempo conquisterà tutti.

Lapadula ha spazzato via De Rossi e la Roma, convinta forse d’aver superato lo scoglio senza fare i conti con la risacca del mare. Allontanati dai tre punti con la forza di un Genoa nuovo nello spirito, che non si abbatte più dopo lo svantaggio ma, anzi, lotta più forte di prima. Nei momenti immediatamente successivi al pareggio Ballardini ha provato a vincere: ha visto nervosismo nella Roma e sperato nell’uno-due prima del gong che nel pugilato manda ko. Sfiorato due volte il gol vittoria, si è ricordato che la moderazione è una virtù. Medèn ágan, lo dicevano i greci. Mica gli svedesi.

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