Uno è il nuovo puntero titolare del Genoa, acquistato per sostituire il Cholito Simeone, l’altro è una Galina che nel pollaio granata è stata messa alla porta da un Gallo (Belotti). Il primo è italiano, nato a Torino da padre brindisino e madre peruviana, il secondo invece è originario di quella caotica metropoli albiceleste qual è Baires. Entrambi accomunati dal ruolo, quello di prime punte tradizionali, ma diversissimi in tutto il resto: Gianluca Lapadula e Gastón Maxi López avrebbero tranquillamente potuto spartirsi il posto da titolare nel Genoa di Juric. Ci sono perfino state settimane in cui da Milano giungevano voci insistenti su Willy Wallace mentre da Torino davano per fatto Lopez verso la Liguria. Per adesso non giocheranno insieme, sicché la trattativa coi granata non è stata conclusa, ed è un vantaggio non da poco per il Genoa. Lo dicono le statistiche e, se la matematica è scienza esatta, i numeri raramente sbagliano: pur trattandosi di sue profili estremamente diversi (partendo dalla carta d’identità, Lapadula è un classe ’90 mentre Lopez un ’84), entrambi risultavano accomunati nella scorsa stagione dallo scomodo status di riserve. L’italo-peruviano svernava al Milan ma chiuso da Bacca, l’argentino aveva davanti Belotti. Ecco però un confronto tra di loro, con dati relativi al 2016/17:
- disclaimer: mentre Lapadula era in rampa di lancio dopo un annus mirabilis a Pescara, sotto la sapiente guida di Oddo, Maxi Lopez era da tempo sul viale del tramonto. Ciò non ha impedito a Gaston di accumulare 16 presenze lo scorso anno, di cui però sole due dal primo minuto: le due reti (di destro contro la Roma, di testa contro la Lazio, entrambe curiosamente all’Olimpico) confermano come nel poco spazio abbia saputo comunque incidere. Lapadula invece è partito 12 volte dall’inizio subentrando in 15 occasioni: segno che Montella lo vedeva più come uno staffettista piuttosto che una riserva, tanto che il tecnico napoletano non ha mancato di utilizzare la rabbia agonistica del suo bomber come asso nella manica. Ripagato da 8 reti e 4 assist, tra cui la pregevole doppietta all’Empoli e gli ultimi sigilli nelle ultime due di campionato (vittime: Bologna e Cagliari), in estate però ha preferito privarsene in nome dell’esterofilia (André Silva) o qualche prospetto più esperto (Kalinic).
- punto uno: le statistiche dicono che, elaborando una media che tenga conto dei minuti giocati, Lapadula ha tirato 1,6 volte in porta per match. Maxi Lopez ha scagliato esattamente 0,8 conclusioni a partita, dato che non tiene conto della sua abilità nel creare spazi ma evidenzia i suoi limiti nella finalizzazione.
- punto due: Lapadula è ben più preciso di Lopez nella fase di gestione del pallone, essendo che l’81,1% dei suoi passaggi è andato a buon fine. L’argentino si è “fermato” al 67,3%…
- punto tre: confrontando i dati relativi al gioco aereo, non c’è paragone. Se Lapadula fa valere i suoi 178 centimetri d’altezza vincendo quasi un duello aereo a partita (0,8), Maxi Lopez paradossalmente sarebbe meglio dotato (è alto 185 centimetri) ma vince mezzo duello aereo per match.
- punto quattro: il celebre portale WhoScored, che si occupa peraltro di valutare le performances viste in campo in base ad una scala di valori attendibilmente reali, al fine di fornire un giudizio il più possibile veritiero, ha affibbiato un 6,70 alla stagione di Lapadula. Maxi Lopez va poco oltre la sufficienza (6,2). Siamo proprio sicuri che facesse davvero il caso del Genoa?