La difesa del Genoa e l’attrazione gravitazionale

Per caratteristiche e per età i difensori del Genoa soffrono la profondità: i rimedi sono le letture anticipate e il corretto posizionamento del corpo

Mandzukic controllato da Spolli e Izzo (Foto Alessandro Sabattini/Getty Images)

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Ballardini ha fatto dimenticare le scalate in avanti che hanno caratterizzato lo stile di gioco del Grifo da quando è ritornato in Serie A. Un’importante rottura di tradizione condotta sotto le righe, a modo suo. Il tecnico di Lugo ha ristrutturato la fase difensiva del Genoa usando gli stessi interpreti di Juric: significa aver indotto principi di gioco in poco tempo migliorando l’educazione a difendersi e facendo riscoprire a Perin il gusto della porta inviolata. I risultati concreti sono stati acquisiti grazie alla disponibilità e professionalità di tutto lo spogliatoio rossoblù.

É dal rispetto verso il proprio lavoro che si capisce l’attitudine di un calciatore a uscire dal confine del suo ruolo per aiutare la squadra, ad esempio con una corsa in più senza palla. Sono gli attaccanti i primi a costruire la fase difensiva con una mossa che può togliere un tempo di gioco agli avversari: senza il loro apporto il Genoa riconquisterebbe meno possessi e non sarebbe la sesta difesa del torneo. A Bologna è avvenuto un piccolo passo indietro generale: il Grifone non ha fatto gol e ne ha incassati due dalla squadra che tira di meno in campionato. Qual è, allora, la situazione di gioco che esalta le caratteristiche dei difensori del Genoa?

La riflessione parte dal pertinente spunto di Daniele Adani: «La difesa del Genoa gioca, con le dovute proporzioni, come la BBC della Juventus attirando gli avversari in area». Questione di attrazione gravitazionale esercitata da difensori che, per natura e per età, sono marcatori poco veloci. Rossettini, Spolli e Zukanovic vanno a nozze con il blocco basso a venti metri dalla porta, faticano invece con la profondità: in questo secondo caso diventa perciò importante la lettura anticipata del gioco e il corretto posizionamento del corpo. Difendere dentro l’area non è masochismo, bensì umiltà, rispetto dell’avversario e cognizione delle proprie capacità. Sono caratteristiche portate da Ballardini dopo la rottura della recente tradizione difensiva genoana.

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