Quei mattacchioni di ‘Scherzi a Parte’ del Marocco gliel’hanno fatta grossa. Una finta intervista che diventa teatro di un parapiglia per strada cagionato da quattro ragazzotti attaccabrighe. Una scenetta tra il serio e il faceto alla quale nemmeno Stanley Kubrick avrebbe mai pensato. Jawad El Yamiq è il difensore che il Genoa ha di fatto preso dal Raja Casablanca, lui che è un berbero di Khouribga, epicentro del globo in tema di estrazione di fosfati. Berbero perché gli arabi ripescano questa parola dai nostri antichi romani per designare i popoli che non parlavano la loro lingua o quella dei greci.
El Yamiq ha gli occhi neri dei berberi, uno sguardo profondo che sa reggere contro chiunque e che in Europa lo si rintraccia solo tra le popolazioni slave. Gli occhi di Jawad dicono che non ha paura, nemmeno quando compirà il viaggio da Casablanca a Genova. El Yamiq conosce solo calcio marocchino, siamo abbastanza lontani dai canoni del non plus ultra del football: sarà propio l’adattamento il suo principale avversario nelle prime settimane di allenamento a Pegli.
Le sue caratteristiche dialogano con la struttura fisica: è alto 1.90 m, ha le gambe da airone e il muscolo lungo gli consente un discreto stacco da fermo che coniugato a una buona scelta di tempo lo rende abbastanza efficace negli interventi aerei. Non a caso El Yamiq ha sempre segnato di testa speculando sulle palle inattive. Jawad deve migliorare nel gioco corto e nel lungo, sebbene dal destro gli esca naturale verticalizzare sulle punte: una giocata che in Italia sanno fare pochi difensori centrali e proprio per questo meglio non abusarne. Lo vedremo al Mondialein Russia di fianco a Benatia? Difficile, però il ct Renard è da qualche mese che lo tiene in considerazione. Nel mentre Jawad El Yamiq, il berbero, bussa al portone del Genoa.
