Dicono che dopo la neve esca sempre il sole. Se fosse vero, Izzo avrebbe attraversato una bufera in infradito. Dal tritacarne mediatico per il calcioscommesse fino a una squalifica sportiva scontata in modo esemplare da un ragazzo abituato a lottare. Parlano gli occhi, lo specchio dell’anima di Armando. Izzo ha realizzato il sogno di diventare calciatore e nessuno glielo porterà via. I momenti di sconforto ci sono stati, le lacrime pure, com’è logico che sia per un essere umano. Sono emblematiche, a tal proposito, le parole di Dybala a Vanity Fair: «I campioni, nel loro retropalco, spesso sono uomini soli». Izzo è padre di famiglia, situazione leggermente diversa da quella del fuoriclasse argentino: in ogni modo la squalifica isola il giocatore, lo fa sentire come un reietto.
Izzo è forte, ha reagito positivamente alla sentenza e a ottobre era già in campo. In due mesi la sua condizione atletica è tornata ai massimi livelli diventando, ancora una volta, imprescindibile per il Genoa. Il difensore napoletano ha impressionato nelle ultime due gare del Grifo: bene contro la Roma (prodigioso intervento realizzato in cooperazione con Perin sul pallone finale capitato a Schick dalla sciagurata punizione cagionata da Rosi), ottimo contro l’Hellas Verona. Izzo è più determinato di prima, come se la squalifica lo avesse affamato ulteriormente.
Scendere in campo con regolarità gli ha fatto riacquisire il ritmo partita e un nuovo feeling con il campo: Izzo è tornato a “sentire la palla” e l’avversario. Si muove in avanti con una disinvoltura non più spregiudicata, è maturato tantissimo da quando Gasperini lo rincorreva per l’area tecnica intimandogli di tornare in linea. Passata la notte sta sorgendo un nuovo sole sulla carriera di Izzo e chissà che i suoi raggi possano squarciare un cielo Azzurro savoia. Armando è il sostituto ideale di Barzagli in una difesa a tre e le recenti prestazioni lo avvicinano alla maglia dell’Italia, all’anno zero federale. Basta crederci e lottare. Come fa da quando è nato.