Il Genoa visto contro il Toro è quello che aveva in mente Davide Ballardini una volta ritornato a Genova. Una squadra solida in campo, pronta al sacrificio che si esalta nelle condizioni di difficoltà. La squadra di Mihajlovic ha fatto la partita ma il Grifone l’ha portata a casa. Un punto, senza subire gol. E il bottino in classifica cresce di settimana in settimana, ma è presto per cantare vittoria sebbene l’andamento della nuova gestione tecnica (1,7 punti a partita) faccia gioire. La zona retrocessione dista solo tre punti.
Se il Genoa batterà il Sassuolo riuscirà ad aggrapparsi a un trenino di tre squadre che puntano alla cima della parte destra della classifica, il massimo per questa stagione nata in modo sciagurato dalle parti di Villa Rostan. Il terzetto è composto da Cagliari (che giocherà in casa contro la Juventus), Chievo (contro la lanciatissima Udinese) e, appunto, il Sassuolo. Contro i neroverdi all’andata fu uno 0-0 da sbadigli: il Genoa aveva la vittoria alla portata di mano ma la traversa di Biraschi e un eccessivo rispetto dell’avversario costrinsero i rossoblù a un brodino caldo appena dopo ferragosto. Non il massimo della vita.
Un girone dopo è cambiato il palcoscenico delle panchine. Non ci sono più Juric e Bucchi, esponenti di una nouvelle vague ancora titubante dalla quale sta emergendo solo Oddo, ma Ballardini e Iachini, due allenatori agli antipodi: glaciale il romagnolo, effervescente all’indigestione il picente. Il Genoa è chiamato a non sbagliare il primo vero esame del 2018: il girone di ritorno offre i principali scontri diretti in casa (Spal, Hellas, Cagliari, Crotone) e all’Epifania toccherà vincere poiché una eventuale sconfitta brucerebbe il lavoro svolto negli ultimi due mesi. Per questo Ballardini non ha concesso giornate extra di ferie, tutti a lavoro già dal primo del mese. Non c’è tempo da perdere quando bisogna salvarsi il prima possibile.