Genoa, il mal di gol parte da centrocampo: negli ultimi anni poche reti da Sturaro, Badelj e Rovella

Portanova ha perso smalto atletico, Blessin deve recuperarlo per il finale

Sturaro Badelj Galdames Genoa
Sturaro osserva Galdames e Badelj (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Le maggiori difficoltà del Genoa sono strutturali e sbaglia di grosso chi focalizza i mugugni soltanto sull’attacco, inteso come reparto, che non riesce a fare gol: in questa squadra senza qualità, fantasia e interpreti capaci di saltare l’uomo creando superiorità numerica faticherebbe a segnare pure Vlahovic poiché egli sarebbe messo in condizione di calciare una, massimo due volte a partita e magari con un specchio di porta non ottimale. Il problema non è Destro, che per caratteristiche deve giocare con un compagno di reparto a suo fianco e non emarginato all’ala, oppure l’acerbità di Piccoli e Yeboah o la legnosità palla al piede di Ekuban. La criticità che addensa la scorrevolezza dell’azione genoana, rendendola invece disarticolata e farraginosa, è insita a centrocampo dove Nicolò Rovella, temporaneamente infortunato, è il solo metronomo che con personalità da veterano riesce a dettare i tempi della manovra e perdere pochi possessi.

La cerniera di centrocampo costruita da Blessin, con Sturaro e Badelj i più presenti, ha esperienza e una spiccata propensione all’interdizione, all’intercetto della palla, ma, al contrario, fatica ad esprimere qualcosa in termini realizzativi: ciò ha acuito la sterilità offensiva del Grifo. I mediani, unitamente a Rovella, compongono l’attuale miglior terzetto rossoblù, tuttavia permane il problema dell’apporto realizzativo che, come insegnava Gigi Simoni, è decisivo nel corso di una stagione per conquistare dei punti salvezza: negli ultimi dieci anni Badelj ha segnato undici gol, con un picco di due reti alla Fiorentina; in quasi duecento partite tra i professionisti Sturaro ha marcato appena sette volte mentre tra gli ampi margini di miglioramento di Rovella, metodista classe 2001, rientra anche la voce della conclusione e della maggiore ricerca della porta – ha trovato la prima rete in Azzurro con l’Under 21 dopo non aver segnato con U17, 18 e 19, ancora a secco dopo quarantasei partite tra Coppa Italia e Serie A.

L’ultima sosta del campionato ha spezzato il ritmo e la concentrazione dello spogliatoio che deve ritrovarsi, e in fretta, perché le giornate passano come le occasioni per accorciare sul Cagliari e il margine d’errore è ormai quasi azzerato: a Verona e contro la Lazio il Genoa ha dimostrato di non avere la brillantezza psicofisica necessaria per praticare il Gegenpressing che ha strappato i complimenti di Gasperini e Capello essendo, però, uno stile di gioco i cui connaturati alti e bassi meglio si adattano a una partenza piuttosto che a una rincorsa. L’emblema è Portanova, uno dei pretoriani di Blessin, che nelle ultime settimane ha perso smalto atletico e sbiadito la carica agonistica che lo ha reso un cuor di leone del Genoa: il tecnico svevo dovrà fare in modo di recuperarlo per le ultime partite della stagione preservandolo da nuovi improduttivi adattamenti sulla fascia.

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