Genoa, il futuro è dei giovani: il Salisburgo è l’esempio

Il gm Spors ha rinfrescato l'organico rossoblù demolendo la media età

Blessin Spors Klos Genoa
Le indicazioni di Blessin, seguito da Spors e Klos (foto Genoa cfc Tanopress)

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L’anticipazione di ciò che vorrà essere il Genoa nel futuro dopo questa stagione maledetta l’ha data il Red Bull Salisburgo contro il Bayern Monaco su un palcoscenico globale come la Champions League che ha avuto modo di contrapporre due filosofie differenti: da un lato un club cercatore di perle che di recente ha arricchito il calcio europeo scoprendo talenti grandiosi, dall’altro la stella della Germania il cui scopo unico è la vittoria che ieri sera ha per lo più intravisto; la multinazionale contro la regola d’oro del 50+1, la normativa tedesca sull’azionariato diffuso che rende maggioritaria la posizione dei tifosi-soci. Il Grifone di 777 Partners si identifica fortemente nella conduzione societaria improntata alla salubrità di bilancio tipica del Salisburgo – la casa madre non è il Lipsia – coniugando anche uno stile di gioco scoperto dal passato, seppur reinterpretato in chiave moderna e generalizzata con la risciacquatura del pressing in Reno da parte di Ralf Rangnick.

I giovani sono il materiale su cui lavorare negli anni, massimo quattro, affinché lo sviluppo del talento proceda di pari passo con la crescita della squadra: infatti come prima mossa il gm Spors ha rinfrescato l’organico genoano demolendo la media età e acquistando, senza fantasiosi ricorsi algoritmici, giocatori adatti alla proposta di calcio di Blessin. A causa del termine breve del mercato invernale e altresì dalla gargantuesca mole di lavoro da espletare, insopportabile eredità del precedente gestore, ne è uscito un ibrido tra passato e futuro che se proiettato nell’immediato presente può suscitare l’erronea idea che nulla sia cambiato: oggi il Genoa non pratica il Gegenpressing ma un pressappoco di pressing. La strada è tracciata sul solco dei giovani, come dimostra il Salisburgo schierato in campo dal trentaquattrenne tecnico Jaissle con quattro 2000, due 2001 e 2002 e un 2003, i cui calciatori più anziani, escluso il capitano, sono due ventiquattrenni comunque più precoci dei più giovani del Bayern, Coman e Pavard, peraltro i migliori di Nagelsmann.

La ricostruzione da fondo del Genoa può iniziare con un margine di vantaggio data la stretta correlazione, rectius la dipendenza, rispetto al proprio settore giovanile che negli ultimi quindici anni ha continuativamente trasformato dell’aspro carpione in succulento caviale. Tuttavia, la pista della Red Bull prevede la strutturazione di un reparto scouting mondiale, dunque d’importazione ad esempio dall’Africa o dai paesi scandinavi, la cui eventuale integrazione all’interno di un collaudato modello esportativo, almeno con Preziosi che cedeva al fascino della secca plusvalenza ben prima dei quattro anni, suscita una riflessione. Il vivaio rossoblù diretto da Sbravati è una risorsa dalla quale attingere calciatori e allenatori ma affinché diventi l’asse centrale del nuovo Genoa non ha bisogno di una rivoluzione o di una nuova veste, bensì di nuove strutture per crescere qualitativamente e guardare al futuro, a quell’anticipazione di ciò che vorrà essere.

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