L’unico colore che sta bene con il blu è il rosso. Questione cromatica, questione di campo. Non finisce più di stupire questo Genoa di Ballardini, brillante di testa e di gamba. A Verona infila la seconda vittoria consecutiva in trasferta in una settimana, non accadeva dal ’56-’57; ventuno punti in dodici giornate dal 5 novembre, una media punti che proietterebbe il Grifone lassù in classifica non fosse per il terrificante inizio di stagione. Invece è costretto a scalare i pioli di una scala che non ha mai fine, che inizia dal purgatorio e finisce in paradiso. Una risalita guidata da uno sherpa di Lugo, campagna romagnola.
Il Genoa è in piena fiducia, l’armonia dello spogliatoio trapana in campo. C’è una unione d’intenti davvero magnifica che porterà il vecchio Grifo all’ennesima salvezza. Bando ai negativismi, spazio alla fiducia: adesso il Genoa è una squadra vera e lo diventerà sempre di più cammin facendo perché la qualità del gioco è in flebile e progressivo rialzo. La difesa, una sineddoche che indica il tutto, cioé la squadra, è la quinta del campionato: solo Napoli, Juventus, Inter e Roma hanno incassato di meno. Lo sherpa Ballardini ha trovato il sentiero giusto per aggirare la montagna a mani nude.
Tutti in cordata, allora. La scalata durerà ancora qualche settimana, come le imprese di Messner e compagni sulle cime del Pakistan. Vietato fermarsi o guardare indietro. Sta tornando un discreto entusiasmo attorno al Genoa, i tifosi (ieri più di trecento al Bentegodi) hanno capito gli sforzi dei giocatori e di Ballardini. Nessuno sa dove potrà arrivare questa spedizione, se decima oppure quindicesima in classifica: ma l’unica certezza, acquisita dopo Verona, è l’estraneità del Grifone dalla lotta retrocessione. Il Genoa merita di stare a un piano superiore adesso che ha uno sherpa di lusso.