Federsupporter: “Non c’è bisogno di nuove leggi contro la violenza negli stadi”

Non è stata accolta la richiesta dell'associazione di partecipare all’incontro di ieri presso il Viminale: ecco le proposte che non è stato consentito di esporre


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Ancora una volta- l’ennesima- si è consumata nei confronti di Federsupporter quella che può ben definirsi una “ conventio ad excludendum”.

Nonostante, infatti, la formale richiesta, qui acclusa, inviata il 2 gennaio scorso sia al Ministro dell’Interno sia, per conoscenza, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo sport, richiesta in cui venivano ampiamente esposti tutti i requisiti ed i motivi per tale partecipazione, Federsupporter , così come, peraltro, qualsiasi altro soggetto rappresentativo dei tifosi ( gli SLO, come noto, meno evidentemente per alcuni, rappresentano le società non i tifosi) è stata esclusa dall’incontro.

Una occasione indubbiamente persa, soprattutto per chi o per coloro i quali hanno voluto escluderci.

Ecco, dunque, di seguito, sommariamente indicate le considerazioni e le proposte che non ci è stato permesso di esporre e fare.

  1. Non v’è affatto bisogno di nuove leggi e regole, essendocene fin troppe ( ben 11 provvedimenti legislativi susseguitisi in maniera alluvionale dal 1989 ad oggi , frutto di una legislazione compulsiva originata da valutazioni spesso irrazionali ed emotive del legislatore), volte a prevenire e reprimere, in maniera disorganica e dispersiva, manifestazioni di violenza a causa o in occasione di eventi sportivi.

  1. Le analisi, anche recenti, dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni sportive rilevano che il fenomeno di incidenti negli stadi è, ormai, pressoché nullo, mentre si vanno accentuando fatti delinquenziali lungo le vie di trasporto e di accesso agli stadi stessi. La qualcosa dimostra che è in corso una diversa dislocazione delle devianze collegate o collegabili ad eventi sportivi. Cosa che rende il DASPO sempre più inidoneo ad evitare violenze che, per l’appunto, si verificano ormai lontano dagli stadi. DASPO che deve essere sempre basato sull’accertamento di una pericolosità sociale individuale e personale concreta ed attuale e che deve essere sempre proporzionato alla gravità dei fatti. DASPO che, limitando il diritto del cittadino di circolare liberamente ( art. 16 Costituzione), ha natura parapenale e, quindi, non può prescindere dal fine, non solo restrittivo, ma anche rieducativo della misura ( art. 27 Costituzione).

  1. Il mondo ultras si presenta come sempre più frammentato ed emerge come siano sempre meno forti, rispetto al passato, il principio di gerarchia all’interno di tale mondo e di osservanza di codici di comportamento ed autocontrollo.

  2. Si è andato accentuando il ruolo “ professionale” di alcuni gruppi ultras, per i quali la passione per la propria squadra si è trasformata in una vera e propria “professione”, con notevoli risvolti economici che hanno attirato ed attirano interessi ed infiltrazioni criminali e che accrescono il potere di ricatto nei confronti delle società.

  1. Le Istituzioni e le società calcistiche hanno eluso ed eludono gran parte dei loro obblighi onde prevenire fenomeni di violenza, di xenofobia e di razzismo. Si pensi al mancato adempimento o all’adempimento solo formalistico da parte di molte società dell’obbligo di istituire e far funzionare la figura dello SLO ( Supporter Liaison Officer). Quest’ultimo costituente il raccordo essenziale tra società, che appunto rappresenta, tifosi e Forze dell’Ordine. Fenomeno messo in luce dallo stesso Osservatorio che, sia nelle analisi al gennaio, sia al luglio 2018, ha evidenziato “l’assenza del mondo-calcio nella cogestione dell’evento sportivo” , nonché “ le profonde carenze-assenze delle società calcistiche e delle Leghe, con eccezione in rari casi, lasciando che il nuovo modello di gestione sia applicato unicamente lato Forze Ordine”.

  1. Misure della giustizia sportiva calcistica basate sul principio della responsabilità oggettiva, laddove tutte le analisi e le rilevazioni dimostrano che forme di violenza sono pressoché sparite dagli stadi, evidenziano tutta la loro inutilità ai fini della deterrenza e la loro assoluta iniquità nei confronti dei tifosi incolpevoli. Quanto sopra, senza, poi, tener conto che pronunce giudiziarie hanno sancito che provvedimenti della giustizia sportiva non possono trasformarsi di fatto in DASPO privati verso i predetti tifosi incolpevoli. Donde la chiusura di settori degli stadi o di interi stadi a seguito di provvedimenti della giustizia sportiva comporta che i tifosi incolpevoli debbono essere rimborsati delle quote di abbonamento o dei biglietti non potuti usufruire.

  1. Misure legislative , quali il così detto “DASPO COLLETTIVO”, sono state giudicate illegittime dalla Corte di Cassazione, allorchè prescindano dall’accertamento della responsabilità personale del soggetto daspato, non potendosi applicare il provvedimento solo sulla base della mera presenza in un gruppo o dell’appartenenza a quest’ultimo.

  1. L’introduzione nel nostro ordinamento del così detto “ modello ingleseè impossibile, poiché, a differenza degli steward inglesi, gli steward italiani non possono, in base alla nostra Costituzione, usare la forza e qualsivoglia potere coercitivo e restrittivo nei confronti di chiunque : uso consentito solamente alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura. Occorre, invece, rifarsi al modello tedesco e, più in generale, dei Paesi del Nord Europa, istituendo negli stadi appositi settori riservati alla tifoseria più appassionata. Settori, facilmente controllabili anche a distanza, in cui si possa seguire la partita in piedi, si possano esibire striscioni, scenografie, bandiere, usare tamburi e megafoni. In questo modo, privilegiandosi il confronto fra tifoserie “esibito” piuttosto che il confronto” agito”

  1. Occorre, inoltre, eliminare le attuali norme e regole che impediscono qualsiasi contatto fra tifoserie, società e Forze dell’Ordine, dando, viceversa, legittimazione e legittimità a forme organizzate di rappresentanza dei tifosi caratterizzate da criteri di trasparenza, democraticità interna, rispetto della legalità. Rappresentanze che, però, le società non debbono scegliersi a proprio piacimento, così dando vita ad una sorta di “ sindacatini gialli” dei tifosi. In questo senso va approvata la proposta di legge formulata da Federsupporter e presentata sin dal luglio 2015 all’attenzione ed all’esame del Parlamento ( Atto Camera n. 3255). Proposta che,nel disciplinare specificamente la figura del tifoso consumatore di spettacoli sportivi, attribuisce tale rappresentanza ad associazioni associate o affiliate alle associazioni di consumatori più rappresentative a livello nazionale.

  1. Le misure contro il tifo violento, la xenofobia ed il razzismo vanno inserite in un più ampio contesto educativo, inclusivo, partecipativo, rischiando, altrimenti, di diventare alibi per vittimismi e di favorire l’aumento di prestigio e di potere di soggetti e gruppi criminali, dai quali, peraltro, le tifoserie ultras sane devono prendere apertamente le distanze. Bisogna, cioè, interrompere il circolo vizioso tifoso ultrà= tifoso violento = inasprimento ed irrigidimento di misure preventive, interdittive, restrittive, repressive.

Tutto questo ed altro ancora avremmo voluto dire, spiegare e proporre, così come, da anni, purtroppo inascoltati ed ignorati, diciamo, spieghiamo e proponiamo.

Ma, evidentemente, altri e, in specie, coloro i quali avrebbero il potere, anzi il dovere, di ascoltarci non ce lo hanno consentito e non ce lo consentono.

Forse perché, in realtà, non cercano di, concretamente, efficacemente ed efficientemente, affrontare e risolvere i problemi, ma soltanto, secondo le migliori-peggiori- tradizioni, di “ fare ammuina”.

Mi chiedo e chiedo, infine, se e quando i tifosi vorranno smettere di farsi trattare dalle Istituzioni, statali e sportive e dalle società, alla stregua di “ utili idioti” da spremere economicamente il più possibile, senza che venga loro riconosciuto neppure l’elementare diritto di essere ascoltati ?

Quanto a più approfondite valutazioni e considerazioni tecnico-giuridiche sugli argomenti qui trattati, nei prossimi giorni queste saranno pubblicate “ a puntate” sul nostro sito da parte dell’Avv. Massimo Rossetti, al precipuo scopo di richiamare l’attenzione di chi vorrà leggerle sulla incompetenza professionale, il pressapochismo, la superficialità, la retorica e la demagogia spicciola di alcune delle soluzioni prospettate o che si presume possano essere prospettate.

Alfredo Parisi

Roma 2 gennaio 2019

Alla c.a. del Sig. Ministro dell’Interno

e Vice Presidente del Consiglio dei Ministri

Sen. Matteo Salvini

caposegreteria.ministro@interno.it

e p.c. Alla c.a. del Sig. Sottosegretario alla Presidenza

del Consiglio dei Ministri, con delega allo sport,

On.le Giancarlo Giorgetti

ssgiorgetti@governo.it

andrea.paganella@interno.it

Oggetto: Richiesta di partecipazione alla riunione presso il Viminale del 7 gennaio 2019

Federsupporter è un’Associazione costituita in Roma, il 25 gennaio 2010, per atto pubblico, avente come fine statutario quello della rappresentanza e tutela dei diritti e degli interessi diffusi e collettivi dei sostenitori sportivi, quali consumatori di spettacoli sportivi e piccoli azionisti di società sportive.

Essa è un tipico Ente esponenziale di diritti ed interessi superindividuali di una specifica ed omogenea categoria, quale quella dei consumatori e dei piccoli azionisti sopramenzionati.

Essa è riconosciuta e legittimata come tale dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive (ONMS) del quale è stabile interlocutrice e con il quale ha fattivamente collaborato.

Si cita, in particolare, l’elaborazione delle “ Nuove Misure per la sicurezza e la partecipazione alle manifestazioni sportive” dell’aprile 2014 della Task Force per la sicurezza delle manifestazioni sportive , istituita presso il Ministero dell’Interno.

Elaborazione alla quale, come riconosciuto espressamente nella prima pagina del suddetto Documento, ha contribuito l’Avv. Massimo Rossetti, Consigliere Responsabile dell’Area Giuridico-Legale di Federsupporter.

Si sottolinea, al riguardo, il costante, costruttivo rapporto di consultazione e collaborazione intrattenuto con l’allora Vice Presidente Operativo dell’ONMS, Dr.Roberto Massucci, attualmente Questore , Direttore Didattica Scuola Superiore di Polizia.

Dr. Massucci, al quale, ove ritenuto opportuno, potranno essere richieste referenze circa la nostra attività.

Federsupporter, inoltre, è stabile interlocutrice delle Istituzioni sportive, quale il CONI, nonché, più specificamente, delle Istituzioni calcistiche, quali la FIGC.

In ordine ai rapporti con le Istituzioni statali, l’Associazione ha intrattenuto un proficuo dialogo con l’allora Prefetto di Roma, Dr.Franco Gabrielli, oggi Capo della Polizia, con riferimento all’applicazione di barriere divisorie nelle Curve dello Stadio Olimpico di Roma.

Federsupporter ha visto legittimato il proprio ruolo di rappresentanza anche in sede giudiziaria.

A questo proposito, si ricordano gli interventi dinanzi al Tribunale di Cremona nella vicenda meglio nota come “Scommessopoli”, nonché presso il TAR del Lazio ed il Consiglio di Stato.

Interventi, questi ultimi, che hanno sancito la fondatezza della richiesta di Federsupporter di scindere la tessera del tifoso dall’obbligo di acquistare una carta di credito revolving: obbligo illegittimamente imposto dalle società di calcio.

L’Associazione è, altresì, membro di F.S.E.( Football Supporter Europe), Organizzazione che rappresenta i tifosi di tutta Europa e che, a questo titolo, è soggetto stabilmente interlocutore sia della Commissione e del Parlamento europei sia dell’UEFA.

Si fa presente che nei confronti di Federsupporter non sussiste alcuno dei requisiti ostativi di cui all’art. 8 della Legge 4 aprile 2007, n. 41, e si fa presente che, allo stato, risulta tuttora inattuato un disposto della Legge 17 ottobre 2005, n. 210, istitutiva dello ONMS,.

Disposto secondo cui lo stesso ONMS può essere integrato da soggetti pubblici o privati, diversi da quelli nominativamente previsti, interessati a vario titolo alla prevenzione della violenza nelle manifestazioni sportive.

Il richiamato disposto contempla, in specie, tra i predetti soggetti, il rappresentante dell’organo di coordinamento nazionale delle tifoserie organizzate dei club professionistici, stabilendo, in mancanza di tale organo, che la designazione del suddetto rappresentante venga effettuata dalla FIGC.

Tutto ciò premesso e considerato, sussistono, dunque, tutte le ragioni e tutte le condizioni affinchè Federsupporter, in persona del suo Presidente pro-termpore, venga da Lei convocata per partecipare alla riunione indetta il 7 gennaio prossimo, presso il Viminale, allo scopo di coinvolgere tutti gli attori, ivi comprese le rappresentanze dei tifosi, per prevenire e reprimere manifestazioni di violenza a causa o in occasione di eventi sportivi.

In quella sede Federsupporter è pronta a sottoporre alla Sua attenzione ed a quella degli altri partecipanti alla riunione una serie di proposte, in spirito di leale e costruttiva collaborazione.

Proposte che possono contribuire alla prevenzione e repressione suddette, conciliando sacrosanti diritti, interessi ed esigenze dei tifosi con gli altrettanto sacrosanti diritti, interessi ed esigenze sia delle Istituzioni statali sia delle Istituzioni e delle società sportive.

Quanto specificamente ai rapporti con i tifosi, si rimarca come, nelle citate misure dell’aprile 2014 della Task Force, era stato stabilito che lo SLO (Supporter Liaison Officer), figura prevista sin dal 2011 dal Manuale delle Licenze UEFA, quale rappresentante delle società calcistiche preposto ai rapporti con i tifosi, dovesse “ intrattenere rapporti costanti e costruttivi con i tifosi e le rappresentanze di esse”.

Obbligo, finora, largamente disapplicato o solo formalisticamente applicato da gran parte delle società di calcio, come dimostrato da una indagine svolta, a livello nazionale, da Federsupporter e che saremo lieti di poterLe consegnare in occasione della riunione del 7 gennaio prossimo.

Sempre quanto ai rapporti di cui sopra, è opportuno ricordare che, nel citato Manuale UEFA, si prevede espressamente che occorre “fare in modo di ridurre le reciproche percezioni negative tra i gruppi così detti “ultras” e le Forze dell’Ordine, stabilendo un dialogo tra detti sostenitori, gli addetti alla safety and security, gli steward e le Forze dell’Ordine; ciò nel rispetto delle loro (ndr degli ultras) legittime aspettative di portare in curva calore e passione”.

E, in questo senso, valgano le parole, sotto riportate), di Gian Guido Nobili, Responsabile Area Ricerca e Progettazione del Servizio Politiche per la Sicurezza e Polizia Locale – Regione Emilia-Romagna, nel suo Saggio “ Ultras e Hooligan : analisi della violenza da stadio tra Italia ed Inghilterra”, di cui al libro “ La sicurezza negli stadi: profili giuridici e risvolti sociali”,( pag. 236) di Roberto Massucci e Nicola Gallo, Franco Angeli Editore,2011.

Andrebbe piuttosto riconosciuto, come sottolineato da più studiosi italiani ( Salvini e Roversi tra gli altri), che i gruppi ultras sono una delle poche agenzie di socializzazione ancora in grado di rispondere al bisogno di identità dei giovani, e questo da oltre quarant’anni. Alzando allora lo sguardo oltre i Paesi qui presi in considerazione, Italia ed Inghilterra, è possibile osservare molteplici esperienze che mirano a valorizzare la cultura del tifo popolare stimolando azioni di integrazione, aiuto, supporto e inclusione. Si fa in particolare riferimento all’esperienza dei fanprojekt tedeschi, avviati a Brema fin dal 1981 o ai fancoaching belgi e olandesi. Si tratta di interventi fondati sulla mediazione sociale che mirano a sostenere le relazioni di gruppo dei tifosi ed a scoraggiare la violenza così come la xenofobia ed il razzismo…Come già per il modello inglese, non si tratta di mutuare tout court le esperienze di altri Paesi, piuttosto di combinare la pur necessaria risorsa repressiva con un approccio sociopedagogico sperimentato in diversi Paesi del Nord Europa con esiti spesso significativi…Tuttavia se, come pare chiaro, la violenza negli stadi non è solo un problema di devianza da delegare alle agenzie di controllo, ma anche una questione sociale, un simile approccio permetterebbe di ampliare in senso proattivo la responsabilità della presa in carico ad altri attori, in particolare le autorità locali e gli stessi club sportivi”.

Nel ringraziarLa per l’attenzione e con l’auspicio che la nostra richiesta di partecipazione alla riunione del 7 gennaio prossimo venga accolta, in attesa di tempestivo, positivo riscontro, Le porgiamo i più cordiali saluti.

Il Presidente

Dr. Alfredo Parisi

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