Gasperini: “Genoa, il mio grande club. Peccato per Lewandowski”

"Avevo conosciuto il polacco del Bayern Monaco in albergo dopo la cessione di Milito"

Mister Gasperini (Getty Images)

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Gian Piero Gasperini, ospite d’onore della trasmissione L’Originale su Sky Sport, è tornato sul grande momento di salute dell’Atalanta: “Non siamo stati fortunati nelle prime due, tre giornate. Ho fatto un po’ di misure alla squadra, vedevo Caldara, Gagliardini e Conti star bene e li ho schierati tutti con il Napoli: forse sono stato anche fortunato ma già da anni dicevo che bisognava realizzare questa idea. L’Atalanta ha un vivaio florido“.

Il tecnico di Grugliasco non ha mai dimenticato Genova e il club più antico d’Italia: “Il Genoa è stato un grande club, come lo è ora l’Atalanta. In rossoblù ho raggiunto dei grandi obiettivi quando sono ritornato, peccato non aver allenato Robert Lewandowski: gli avevo già stretto la mano in albergo dopo la partenza di Palacio e Milito. Questo dimostra quanto Preziosi capisca di calcio“.

L’ex tecnico del Genoa spiega il suo modo di fare calcio: “Il mio calcio? Non sposta la zona com’era la marcatura a uomo negli Anni ’80. I miei calciatori vanno ad accorciare spesso cercando di prendere la palla anziché aspettare l’uomo. Se sei vicino all’avversario riesci a rubagli la palla, la controindicazione sono i cartellini gialli: oggi gli arbitri puniscono molto di più“.

Gasperini aggiunge la sua sul momento delicato dell’Inter: “Solo in casi estremi i giocatori remano contro il proprio allenatore. Nella mia esperienza personale non mi è mai capitato; personalmente preferisco restare concentrato sul 105×68, il campo“.

L’Atalanta è l’unico club di Serie A a regalare una maglia nerazzurra a ogni neonato della provincia di Bergamo. Da quando Percassi è presidente ne sono state distribuite qualcosa come 55mila. Una bella campagna promossa dal club atalantino.

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