Gli anni passano ma i ricordi restano. Simone Braglia torna sulla cavalcata in Coppa Uefa guidata da Osvaldo Bagnoli: «Ancora oggi mi vengono i brividi a pensare a quelle emozioni passate con quella maglia. Sono stati momenti indescrivibili a parole. Il Genoa può tornare in Europa ma dipende dagli obiettivi che si pone la società e gli investimenti patrimoniali ingenti: i pezzi migliori della rosa devono restare».
«I tempi sono cambiati, rispetto a quando giocavo io è rimasto solo il tifo dei genoani. Per il resto la società sta facendo business come ogni altro club italiano: gli affari mal si conciliano con la fede e il calore dei tifosi. Mi suona strano la discrasia tra la fioritura del settore giovanile rossoblù, merito di Sbravati e i suoi collaboratori, e la loro permanenza in prima squadra. Perché il Grifone non può puntare sul vivavio come l’Atalanta o i club esteri?» spiega Braglia alla radio de La Voce Rossoblù.