Il Genoa svolge appieno il proprio ruolo di “rianimatore” di squadre in crisi e riesce a risuscitare l’Inter e far rinascere i vari Palacio, Guarin, Hernanes e Vidic.
Perdere a Milano ci sta, per carità, ma la capacità del Genoa di sbagliare sempre e comunque certe partite e l’incapacità di vincere su certi campi, possono avere spiegazioni solo di tipo sovrannaturale.
Leggere le statistiche delle visite alle tre squadre con più scudetti del Genoa ci fa capire che si tratti d’incroci stregati.
Il Grifone, da quando la Serie A è a girone unico, cioè in circa 100 partite, è riuscito a sbancare San Siro solo in otto casi: quattro volte contro l’Inter (l’ultima nel 94), e quattro contro il Milan (l’ultima addirittura nel 1958).
Anche peggio il Club più antico d’Italia ha fatto a Torino sponda Juventus, campo sui cui si è affermato vinto solo in due casi su 45 (1937 e 1991).
Sono partite difficili da commentare, assomigliano alla Coppa Italia: portano sconfitta certa. Il Genoa sembra entrare consapevole che vincere è impossibile, sembra entrare in campo mentalmente già sconfitto: e infatti regolarmente perde.
Non resta che voltare pagina e pensare al Sassuolo, un cliente pessimo da ospitare in questo momento. De Francesco è un ottimo allenatore e gli attaccanti emiliani, veloci e guizzanti, possono essere micidiali contro una retroguardia rossoblù spesso in difficoltà sulle ripartenze alte.
Gasperini non potrà contare su Matri. La sua assenza, sommata a quella di Perotti e alla partenza di Pinilla, riduce moltissimo il potenziale offensivo alla squadra. Al mister l’onere e l’onore di far uscire il Genoa dalla crisi di risultati.
Federico Santini
RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET
