Il Genoa Club New York a PG: “Rossi ambasciatore del Grifo negli USA”

"La stagione è stata posivita, siamo felici per la squadra che si è salvata in anticipo e per la nostra comunità in crescita" spiega il presidente Daniele Savino Ben


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Li avevamo lasciati dopo il loro secondo battesimo e il ritorno ufficiale nell’ACG e al Ferraris. La rinascita del Genoa Club New York continua. Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva Daniele Savino Ben, il presidente della prestigiosa associazione di tifosi rossoblù della Grande Mela.

Come giudicate la stagione del Genoa? «Sicuramente stiamo meglio rispetto all’ultima nostra intervista allorquando Ballardini si era insediato da pochi giorni. L’anno è stato positivo, siamo contenti: poteva concludersi meglio ma alla fine la salvezza con cinque giornate d’anticipo è grande risultato. Speriamo che la dirigenza abbia capito gli errori che sono stati fatti per non riperterli più affinché si possa iniziare bene la prossima stagione».

Qual è stato il punto più alto della gestione Ballardini? «Le prime quattro partite nelle quali il Genoa non ha più subito gol sono state la chiave di volta: è stato un processo di lenta e costante crescita di autostima e consapevolezza delle proprie capacità. In quel momento il Grifo ha capito che aveva dei grossi problemi e doveva salvarsi, rinunciando a un atteggiamento troppo offensivo. Le partite sono state tendenzialmente noiose, anche per chi come noi non se l’è mai perse da New York, ma l’importante era fare punti».

Criscito è tornato a casa. Preziosi vuole ricostruire un’identità genoana dentro lo spogliatoio? «Il ritorno di Mimmo è importante, però non dimentichiamo che il Genoa ha sempre avuto dei genoani: penso a mister Juric, penso a Mattia Perin. L’unica cosa che spero è che i sacrifici da effettuare per esigenze di bilancio siano rimpiazzati con calciatori almeno dello stesso livello: se così sarà, con la tifoseria unita non ci saranno problemi di sorta».

Giuseppe Rossi può essere l’uomo immagine per fare breccia nel mercato nordamericano? «Innanzitutto è un calciatore diverso da tutti gli altri, si vede da come tocca e calcia il pallone: ha una classe superiore. Negli Stati Uniti Rossi è conosciuto dagli specialisti dello sport e meno dalla massa perché il calcio è un fenomeno che piace ma deve ancora crescere tanto. Sono convinto che possa diventare l’ambasciatore non solo del Genoa ma del calcio italiano oltreoceano».

Veniamo al Genoa Club New York: ci può dare quache dato sulla sua crescita? «Recentemente abbiamo scoperto cinque genoani che sono entrati nel Club assieme alle loro famiglie: sembrano numeri piccoli ma in una metropoli è difficile fare questo tipo di ricerche. Siamo ripartiti e vogliamo collaborare ancora di più con la comunità italoamericana; abbiamo degli ottimi rapporti con il Club del Napoli, andiamo da loro a vedere le partite mangiando la pizza in compagnia. Mi piacerebbe fare una cena assieme ai “vecchi” membri del nostro Club assieme al nuovo corpus che si sta formando».

Quali sono i futuri traguardi del Club? «Il prossimo evento è fissato per il 2 giugno a New York: con la supervisione del CONI faremo un torneo di calcetto assieme agli altri fans club della città (Napoli, Juventus, Verona, Roma, Inter e Sampdoria) – con un derby che speriamo di vincere… – nel quale presenteremo la nostra maglietta ufficiale. Ci saranno tante altre sorprese e per questo ringrazio pubblicamente il Genoa: essendo ritornato a Genova, in settimana ho avuto il piacere di visitare il centro sportivo ‘Signorini’ di Pegli, una grande emozione».

Alessandro Legnazzi

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