ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – TARCISIO BURGNICH: «Il Genoa che sta nascendo sarà  molto competitivo su tutti i tre fronti»

L'ex tecnico genoano Tarcisio Burgnich spende parole d'apprezzamento per il lavoro della società  rossoblù e prevede un futuro ricco di soddisfazioni sia in campo nazionale che in ambito europeo


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Un grande trascorso da giocatore, una più che onesta carriera da allenatore. Tarcisio Burgnich ha dato molto al mondo del calcio ed anche in casa Genoa il ricordo lasciato è senza dubbio positivo. Dall’alto della propria esperienza, l’ex bandiera interista analizza le prime mosse di mercato del Grifone, con uno sguardo a quel che potrebbe accadere nella prossima stagione.

Fino a questo momento il Genoa è la società che si è mossa di più sul mercato. Qual è il suo giudizio su queste prime operazioni?

«Mi sembra che la dirigenza rossoblù si stia muovendo molto bene. Certo, sono stati persi due pezzi molto pregiati come Milito e Thiago Motta, compensati dall’arrivo di elementi di sicura garanzia. Floccari, ad esempio, è dotato di grandi qualità e di una notevole rapidità, e credo che saprà non far rimpiangere l’argentino. E poi il Genoa si è tutelato con un bomber di razza del livello di Crespo: in altre parole, a mio avviso il potenziale offensivo quantomeno è rimasto lo stesso dello scorso anno».

Adesso si attende il nome del sostituto di Thiago Motta. Tra i vari giocatori finora accostati al club rossoblù, quale la convince di più?

«Io punterei ad occhi chiusi su Matuzalem, un centrocampista che sa dettare i tempi della manovra come pochi altri e che, soprattutto nella sua prima esperienza in Italia, aveva dimostrato davvero di saperci farci. Mi ricordo che all’epoca ricoprivo il ruolo di osservatore all’Inter e la società mi mandò a visionarlo per stilare una relazione. E’ un giocatore bravo bravo che, quando ha il pallone tra i piedi, non lo perde più. Magari non avrà le aperture di Ledesma, ma è in grado sia di impostare sia di agire come incontrista. Ripeto, su Matuzalem sarei pronto a scommettere ma, se non arrivasse lui, mi auguro si tratti di un elemento con le sue caratteristiche. Altrimenti il Genoa rischierebbe di mutare le proprie caratteristiche e di diventare soprattutto una squadra da corsa».

Per quanto riguarda il ruolo di esterno offensivo, invece, è molto calda la pista che porta a Dembelè…

«Questo giovane sarà sicuramente valido ma io invito a valutare bene le qualità di chi è attualmente in rosa. Siamo sicuri, ad esempio, che il belga sia superiore a Palladino e Jankovic? Se la società ne è convita è giusto che provi ad assicurarselo, in caso contrario sarebbe meglio dare fiducia a chi ha già dimostrato di meritarsela, senza andare per forza sul mercato. E poi, in quel ruolo il Grifone può contare anche su Sculli, reduce da un ottimo campionato. Dico di più: se fosse per me, una volta ingaggiato l’erede di Thiago Motta chiuderei la campagna acquisti. In tutti i ruoli la squadra è sufficientemente coperta, e trovare in giro giocatori più affidabili non è molto facile».

Molti dei giocatori attualmente in rosa non hanno mai disputato manifestazioni europee. Esiste il rischio di pagare uno scotto?

«L’esperienza si accumula solo giocando, e credo che dopo due o tre partite tutti quanti potranno capire le principali differenze tra il campionato e le coppe europee. In campo internazionale è necessaria sia una maggiore determinazione in campo che una notevole tranquillità mentale. Le formazioni italiane, infatti, devono fare i conti con una pressione esagerata proveniente dagli organi di stampa ed estesa alle tifoserie e, quando va bene, chi scende in campo riesce a giocare al 70% del suo livello. All’estero, invece, i giocatori riescono a dare il massimo di loro stessi, consapevoli che una sconfitta o una prestazione negativa non basterebbe a scatenare polemiche. Mi verrebbe spontaneo chiedere ai tifosi, quindi, di sostenere la squadra anche se ci si dovesse imbattere in qualche momento negativo, ma, in questo caso, non lo faccio, poichè so con quale entusiasmo e con quanta carica positiva i genoani seguino la propria squadra. A Genova c’è un ambiente fantastico, ed è bellissimo fare calcio».

Quest’anno la finale di Coppa Italia si è disputata tra due outsider: la Lazio e la Sampdoria. Crede che il Genoa potrà dire la sua anche su questo terzo fronte?

«Ne sono convinto. Ci sono i presupposti affinchè il Genoa possa andare avanti ed ottenere grandi soddisfazioni in tutte le tre competizioni. In campionato, ad esempio, credo che i rossoblù abbiano le possibilità di ripetersi se non addirittura migliorarsi. Molte delle grandi, infatti, si stanno indebolendo, ed il divario tra le migliori del lotto ed il Grifone sarà ancora meno marcato. In Europa League l’entusiasmo della piazza darà un grande contributo e permetterà alla squadra di giocarsi le proprie carte fino in fondo. Discorso analogo per quanto riguarda la Coppa Italia. Anche se i tempi sono cambiati, resto dell’idea che si possano mantenere le energie sufficienti per giocarsi le proprie chance in tutte le competizioni. Il “mago” Herrera era solito dire: giocare in campionato serve per allenare la coppa, giocare in coppa serve per allenare il campionato. La differenza principale è che noi vivevamo di calcio mentre i giocatori di oggi, una volta finite le partite, sono impegnati in spot pubblicitari, sponsorizzazioni ed appuntamenti mondani. Ecco, a mio avviso la perdita di energie e di concentrazione è legata più a questi ultimi aspetti che all’eccessivo numero di gare da dover disputare».

Claudio Baffico

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