ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – STEFANO TACCONI: «Nel Genoa di Gasperini ogni giocatore si sente utile ed importante»

Dalla porta, la prospettiva del campo è diversa. Ed anche Stefano Tacconi, che ha comunque smesso di giocare da qualche anno, dimostra di analizzare la stagione del Genoa sotto una luce inedita: tutti per uno, uno per tutti.


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I suoi anni migliori li ha trascorsi altrove, ma al Genoa ha comunque cercato di dare una mano in un periodo opaco per squadra e società. Stefano Tacconi ha tuttora mantenuto un buon rapporto con il capoluogo ligure e continua a seguire con attenzione le vicende del Grifone.

La domanda è sempre la solita: il Genoa ce la farà a piazzarsi al quarto posto?

«I mezzi per riuscirci li ha tutti: un grande allenatore, un bomber di razza ed un ambiente che fa sentire il suo sostegno ed il suo affetto. Ben diversa è la situazione delle avversarie, Roma e Fiorentina su tutte, che oltre ai problemi con cui stanno convivendo, devono anche preoccuparsi per le intenzioni serie del Genoa».

C’è un segreto dietro a questa stagione?

«A mio parere si: il gruppo. Un merito importantissimo, a tal riguardo, lo possiede Gian Piero Gasperini, che ha saputo ruotare tutti i giocatori a propria disposizione, facendo sentire ognuno di loro parte integrante di un progetto. Tutti titolari, in altre parole, l’ideale per ottenere risultati di prestigio».

Entrando nei singoli, quali sono i giocatori che stanno dando qualcosa in più a questo Genoa?

«Sculli e Milito, per motivi diversi, si sono fatti apprezzare, contribuendo molto al buon campionato del Genoa. Fare dei nomi, però, è sempre difficile: tutti meriterebbero una citazione, da Bocchetti a Thiago Motta».

E Rubinho? Non fosse altro che per solidarietà tra colleghi…

«Ma che solidarietà, non scherziamo! Qui dobbiamo aprire un capitolo a parte e fare dei grossi complimenti ad un giocatore che è stato capace di guadagnarsi sul campo la fiducia e la stima dell’ambiente genoano. A dire la verità ero un po’ scettico sulle capacità dei portieri brasiliani ma mi devo ricredere: Rubinho, al pari di Julio Cesar e Doni, ha smentito coloro che lo avevano definito “incognita”. Anzi, tutti e tre stanno migliorando costantemente per la fortuna delle rispettive squadre di club».

Claudio Baffico

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