ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – CORRADO GRABBI: «Lavoro e programmazione alla base dei grandi risultati del Genoa»

L'ex attaccante del Genoa, protagonista nella stagione della serie C, ricorda l'esperienza in rossoblù e prevede per il Grifone un futuro ricco di soddisfazioni


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Se il Genoa si trova a programmare una stagione importante, con il ritorno in Europa e grandi ambizioni in campionato e Coppa Italia, il merito è anche di Corrado Grabbi. Eh si, perchè se nella semifinale di ritorno dei play off contro la Salernitana non avesse scagliato quel gran tiro che propiziò il gol qualificazione di Dante Lopez, chissà ora il Grifone dove sarebbe. L’estroso attaccante, pur dimostrando in ogni squadra in cui ha militato le sue enormi doti tecniche, non ha avuto dalla sua carriera quanto avrebbe meritato a causa di una incredibile serie di infortuni. E ancora, purtroppo, i suoi guai fisici non sono risolti, visto che a breve dovrà sottoporsi all’undicesimo intervento chirurgico al piede.

Tutto è iniziato dalla galoppata in serie C. Aveva intravisto i presupposti per un’ascesa così rapida del Genoa?

«Il presidente già all’epoca aveva quelle intenzioni e, grazie ad un gran lavoro e ad un’ottima programmazione, è riuscito a portare la squadra laddove le compete. Resto convinto che, delle tante promozioni conquistate dal Genoa negli ultimi anni, la più difficile sia stata proprio quella dalla serie C alla serie B. Il trauma della retrocessione d’ufficio, tanti giocatori senza preparazione, la penalizzazione di sei punti ed il tutto per tutto nei play off. Tutti quanti sapevamo che dalla conquista dell’obiettivo avrebbe potuto dipendere il futuro del Genoa. Eravamo ad un bivio: vivere o morire, esserci o sparire».

Il suo gran tiro, che mise Dante Lopez nelle condizioni di appoggiare il pallone in fondo al sacco, può senza dubbio essere considerato uno dei momenti più importanti della storia recente del Genoa…

«Ricordo benissimo quella giornata. Iniziai la gara dalla panchina in quanto zoppicavo vistosamente ed il piede non mi dava tregua. Nelle battute conclusive, con la vittoria che stava sfumando, mister Vavassori mi chiese di stringere i denti e di scendere in campo. Mi caricò dicendomi: “Dai Ciccio, pensaci tu”, e quando il pallone decisivo capitò proprio tra i miei piedi pensai che era un segno del destino. Mi sento di affermare che me lo sono meritato visto tutto quello che ho sofferto. Quando sapevo di giocare la domenica, per fare un esempio, durante la settimana dovevo sostenere un lavoro particolare, e solo i miei compagni sanno davvero quello che ho passato. E’ per questo che credo sia stato giusto che la soddisfazione di calciare quel pallone sia capitata a me».

Tra i suoi ex compagni di squadra, due fanno ancora parte della pattuglia rossoblù: Marco Rossi ed Alessio Scarpi. Si aspettava potessero fornire un simile contributo anche in serie A?

«Marco ed Alessio sono miei grandi amici, oltre a due persone straordinarie. Quell’anno eravamo quasi tutti giocatori di categoria superiore, e quindi il rendimento che hanno avuto negli anni successivi non mi stupisce affatto».

Dopo ben diciotto anni, il Genoa è tornato in Europa. La considera una sorpresa?

«Ripeto, è frutto del lavoro e della programmazione, delle grandi capacità del presidente Preziosi, e della bravura di mister Gasperini. La settimana scorsa ho incontrato Omar Milanetto e mi ha confermato tutto ciò. Inoltre la filosofia della società ha dimostrato di essere vincente: puntare sui giovani e su giocatori di grande qualità. E’ per questo motivo che ritengo che il Genoa stia raccogliendo i frutti di quanto seminato».

Che giudizio dà sulle mosse di mercato compiute finora dal Genoa?

«Sono convinto che stia nascendo una grande squadra e che anche in futuro i rossoblù potranno contare sempre su organici molto competitivi. A costo di ripetermi, considero molto importante che la società continui a puntare sui giovani di valore. Tra i giocatori acquistati fino a questo momento, Floccari non si può proprio discutere, Crespo è un fior di attaccante, mentre Kharja, che conosco dai tempi di Terni, può mettere a disposizione della squadra un tasso tecnico di assoluto rilievo».

Crede che per giocare in Europa serva un’esperienza particolare o i tanti elementi rossoblù che finora si sono cimentati solo in Italia potrebbero non pagare alcuno scotto?

«Quando giocavo in Inghilterra, ho disputato le coppe europee per tre anni e non ho trovato particolari differenze con le gare di campionato. E’ anche per questo motivo che sono convinto che il Genoa farà molto bene anche in campo internazionale».

Claudio Baffico

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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