ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – CLAUDIO ALBERTINI, i segreti del karate al servizio del Genoa

Intervista esclusiva con il preparatore della squadra Berretti del Genoa ed allenatore della pluricampionessa mondiale di karate


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Nel karate ha scoperto e condotto ai massimi livelli la più grande campionessa genovese di tutti i tempi, Viviana Bottaro. Adesso ci riprova nel calcio e, soprattutto, nel Genoa. Claudio Albertini è un personaggio di primissimo piano sulla scena dello sport non solo locale. Dopo una carriera da atleta durata dal 1974 al 1985, ha intrapreso quella di allenatore di karate esaltando le qualità di moltissimi ragazzi. Maestro 5° Dan, nel 1990 approda alla Colle degli Ometti, dove, tramite i suoi allievi, conquista ben novantanove medaglie a livello nazionale ed internazionale (quarantanove d’oro, ventisette d’argento e ventitrè di bronzo) ed ora, con la nuova realtà che dirige, la C.S.K.A Genova (Centro di Specializzazione Karate Agonistico, i cui colori sociali sono, ovviamente, rossoblu’!) spera nel 2010 di raggiungere quota cento.

Fiore all’occhiello della sua carriera, l’esplosione di Viviana Bottaro, la karateka di punta della nazionale italiana al pari di Sara Battaglia. Una fuoriclasse straordinaria, capace di vincere, nel kata, oltre agli innumerevoli trofei, due mondiali Juniores a squadre, due europei individuali tra i Cadetti/Juniores, tre argenti Seniores a squadre, otto titoli italiani, nonche’ uno storico bronzo mondiale Seniores a squadre a Tokyo nel 2008.

Nel 2006 Claudio Albertini ha sostenuto il corso di Coverciano, ottenendo l’abilitazione da preparatore atletico. Dopo le esperienze nel Baiardo (Promozione), nel Sestri Levante (serie D) e nel Vado (serie D), ecco il grande salto. Il Genoa, infatti, non se lo è lasciato scappare, affidandogli, per l’ambito di sua competenza, la squadra Berretti.

Nel karate, tramite le sue atlete, ha vinto tutto a livello mondiale. E da un paio d’anni ha deciso di mettersi in gioco anche nel calcio ricoprendo il ruolo di preparatore atletico della squadra Berretti del Genoa. Esistono punti di contatto tra queste due discipline?

«Sicuramente. Che cos’e’ il calcio se non una forma ritualizzata di “combattimento”? Gli scopi sono identici: conquistare lo spazio “nemico” penetrare la difesa avversaria, portare il colpo decisivo sul bersaglio, sia questo una parte scoperta del corpo o una porta di calcio, poco importa. Esistono sicuramente maggiori affinità tra il calcio ed il karate che, ad esempio, tra il calcio e l’atletica leggera. Anche per quel che riguarda la preparazione atletica i due ambiti non sono così diversi. Non a caso nella preparazione dei miei agonisti di Karate, utilizzo alcune tecniche di potenziamento che ho appreso dal professor Pilati (responsabile della preparazione della prima squadra, nd.r.), in particolare lo slancio e lo strappo, che stanno dando grandi benefici, mentre per modulare i carichi nelle esercitazioni per sviluppare la capacita’ di recupero, sia nel kata (forme) che nel kumite (combattimento) mi avvalgo dei sistemi di calcolo ideati dal professor Capanna (preparatore della Roma di Ranieri). Peraltro ho portato sul campo da calcio esercizi di mobilita’ articolare che ho praticato per anni sul tatami».

La preparazione atletica del Genoa è nelle mani di esperti che provengono dalle arti marziali: solo un caso?

«In effetti Alessandro PIlati, che segue la prima squadra, è stato per anni un atleta della nazionale di judo. Diciamo che è una coincidenza ma, anche per i motivi che ho elencato prima, chi arriva da un’esperienza del genere credo che abbia la forma mentale migliore per rendersi utile al mondo del calcio».

Qual è il bilancio dei suoi primi due anni al Genoa?

«Molto positivo. Ho avuto modo di imparare tanto e di crescere costantemente e questo è sicuramente l’aspetto più importante. Inoltre lavorare a fianco di persone preparate e disponibili come quelle che si trovano al Genoa rende tutto più semplice».

Quale è stato, a suo parere, l’apice della sua breve carriera di preparatore atletico nel Genoa?

«In questi due anni ho avuto modo di vivere tanti momenti importanti e di ottenere notevoli soddisfazioni. L’episodio che ricordo con maggior piacere risale allo scorso anno e coincide con la rete del pareggio segnata da Rudi Mariano nei secondi finali della gara contro la Juventus, valida per il campionato Berretti. Quest’anno invece c’e’ stato un filotto di sei vittorie consecutive, non saprei scegliere quella migliore».

Quali sono i giocatori che ha avuto modo di seguire e che stanno evidenziando i maggiori progressi?

«Ce ne sono diversi, in particolare: Leonardo Terigi, che lo scorso anno è stato più volte in panchina con la prima squadra, Alessio De Bode e Riccardo Carlini, diventati punti di forza della formazione Primavera. La Berretti serve soprattutto come serbatoio per la Primavera stessa e tutti quanti noi, mister Roberto Briata, il suo collaboratore Maurizio Vacca ed io, siamo molto contenti quando un ragazzo riesce a compiere passi avanti nella propria carriera, anche se ciò comporta qualche difficoltà in piu’ per la nostra squadra, soprattutto nel girone di ritorno, quando i pezzi migliori vengono aggregati alla compagine di mister Chiappino. Vuol dire che l’obiettivo di formare e valorizzare i piu’ giovani e’ stato raggiunto».

La società fissa qualche linea guida in ambito di preparazione atletica, al fine di coordinare il lavoro tra le varie leve, oppure ognuno opera secondo le proprie metodologie?

«Abbiamo grande autonomia e, a mio avviso, questo è un vantaggio. Il confronto, infatti, permette di migliorare costantemente e di ampliare le proprie conoscenze».

Un pensiero anche alla prima squadra, impegnata nella lotta per un posto in Europa League. Quanto potrà contare la preparazione atletica per centrare questo traguardo?

«Sono convinto che sarà determinante. Più passano le giornate e più si può vedere chi ha lavorato meglio sotto questo punto di vista. Conosco lo staff dei preparatori che oltre ad Alessandro Pilati annovera Luca Trucchi e Paolo Barbero e so che opera in maniera molto approfondita, senza tralasciare il minimo dettaglio. Se la qualificazione europea si giocherà sulla preparazione fisica ed atletica, i tifosi del Genoa possono dormire sonni tranquilli».

Quali sono i suoi obiettivi per il futuro? Magari arrivare in prima squadra?

«La mia ambizione più grande è quella di migliorarmi e di aggiungere sempre qualcosa al mio bagaglio. Questa è la mia priorità. La scorsa estate mi è stata data la possibilità di seguire insieme a mister Tullio Gritti alcuni elementi della rosa del Genoa: Figueroa, Vanden Borre, Troest, Fabiano ed Eusepi e si è trattata di un’esperienza molto formativa. Colgo l’occasione per ringraziare tutto lo staff, per l’opportunita’ professionale che mi e’ stata offerta. Qui al Genoa si impara giorno per giorno e, per un preparatore atletico, lavorare in questo ambiente regala davvero stimoli particolari».

 

Claudio Baffico

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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