ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – Andrea D’Angelo: «Nasce a giugno il museo dei genoani»

Il reggente della Fondazione lancia un appello ai tifosi: «Portate nella struttura i cimeli in vostro possesso anche dopo la sua inaugurazione». Un tifoso ha donato una vera rarità : le scarpe indossate da Signorini in Liverpool-Genoa di Coppa Uefa


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

«Il museo dei genoani è una realtà: sarà inaugurato nel corso del prossimo mese di giugno». Il professore ordinario di diritto privato all’Università di Genova Andrea D’Angelo, reggente della Fondazione Genoa e principe del foro del capoluogo ligure, mentre degusta il fumo del tabacco della sua inseparabile pipa racconta a Pianetagenoa1893.net, al termine dell’assemblea dei soci della società rossoblù all’hotel Sheraton, dello stato dei lavori del museo che conterrà la memoria storica della genoanità. Da buon genoano, il professore non vuole fare pronostici sul derby di domenica prossima.

Proprio in questo giorni un tifoso ha donato al museo un reperto eccezionale: le scarpette indossate da Gianluca Signorini nella partita di Coppa Uefa contro il Liverpool e vinta dal Grifone. Oltre agli apporti alla struttura museale, su cui è possibile informarsi su www.fondazionegenoa.com, per sostenere l’operato della Fondazione è possibile versare il 5 per mille attraverso la propria dichiarazione dei redditi. Nello spazio dedicato a ciò bisogna indicare i seguenti dati: Fondazione Genoa 1893, Via Roma 4/3A Genova, cap 16121, codice fiscale 01634160996.

Qual è la posizione della Fondazione sullo stadio Ferraris?

«Abbiamo sempre detto che siamo legati all’impianto esistente. Di conseguenza, la nostra posizione è stata sempre quella della sua conservazione, inserita in un’eventuale operazione di risanamento dell’intero quartiere con lo spostamento delle carceri».

A che punto è il progetto del museo dei genoani?

«Siamo ormai prossimi all’apertura. Nel prossimo mese di giugno saremo pronti per l’inaugurazione e la successiva apertura al pubblico».

Esiste già una data certa?

«Non voglio prendere impegni per un giorno preciso per due motivi. Innanzitutto per il forcing finale dei lavori: inoltre vogliamo essere scaramantici rispetto alla fine del campionato».

State ancora sollecitando i tifosi a portare materiale all’interno del museo?

«Lo stiamo sempre facendo. Inviteremo i genoani a sostenere la nostra iniziativa anche dopo l’apertura della struttura, dando i cimeli e i ricordi in loro possesso. Il museo è suscettibile di arricchimenti ulteriori anche dopo l’apertura».

Che tipo di rapporto esiste tra la Fondazione e il Genoa Cfc, oltre alla partecipazione azionaria?

«C’è un consigliere di amministrazione da noi nominato, il dottor Luca Barabino che si occupa molto della scuola calcio di cui anche sponsor con la sua azienda. Inoltre abbiamo una serie di terreni di collaborazione, in particolare tutto quello che riguarda la cura del patrimonio storico del Genoa. Stiamo sviluppando anche ulteriori opportunità di cooperazione».

Oltre al museo avete anche altre iniziative in cantiere?

«Abbiamo una collana editoriale in collaborazione con la Fondazione De Ferrari. Siamo impegnati in rapporto con tutta una rete di scuole calcio che ci sono vicine, alle quale raccomandiamo di curare e di trasmettere ai ragazzi l’aspetto dei valori dello sport. Tutte ci danno grandi garanzie da questo importante punto di vista».

Domenica prossima c’è il derby: ha un ricordo particolare?

«Ovviamente più d’uno. Ma c’è quello che è più caro a tutti: quello vinto nel 1990 con il gol di Branco».

Vuol provare a fare un pronostico?

«Ah no. Non rispondo a domande che mettono a rischio la mia scaramanzia».

Marco Liguori

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.