ESCLUSIVA PIANETAGENOA – Francesco Scidone: «Qualcuno a Roma ha sottovalutato il rischio Serbia»

L'assessore alla sicurezza del Comune di Genova spiega le perplessità  per la mancata adozione di misure da parte dell'amministrazione centrale contro una tifoseria notoriamente violenta


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«Genova è ancora una volta vittima e si è trovata in una brutta situazione non per colpa dei suoi abitanti: lo voglio dire a chiare lettere. Era una festa bellissima con i giocatori del Genoa e della Sampdoria convocati e avevamo rifatto il manto erboso: tutto ciò è stato sporcato da quei delinquenti, gli unici colpevoli». L’assessore alla sicurezza del Comune di Genova, Francesco Scidone, è come un fiume in piena ai microfoni di Pianetagenoa1893.net che l’ha intervistato in esclusiva sugli incidenti accaduti ieri sera in occasione di Italia-Serbia. Scidone ne ha per tutti, anche per l’amministrazione centrale del ministero dell’Interno. «I serbi sono tutto tranne che tifosi – prosegue – però c’è stata anche questa sottovalutazione: tutto questo ci fa molto male».

Si sarebbe potuto evitare l’ingresso dei tifosi serbi all’interno dello stadio?

«Non so se la polizia sarebbe riuscita a fare ciò. Però impedire loro l’accesso avrebbe significato di lasciarli liberi di agire in città. In fin dei conti i sostenitori serbi sono stati confinati nello stadio e si potevano controllare meglio. E’ difficile che le forze dell’ordine potessero scegliere un altro luogo dove “recintarli”: erano circa 2000 e non si sarebbe potuto svolgere un accurato lavoro di selezione, separando i gentiluomini dai malviventi. Forse il questore potrebbe rispondere in modo più circostanziato».

In più hanno mostrato un atteggiamento provocatorio…

«Hanno cercato continuamente gli incidenti. All’inizio non volevano entrare nello stadio e la polizia li ha costretti in modo un po’ forzoso. In seguito non volevano uscire dal Ferraris: quando poi sono usciti hanno tirato le bottiglie contro agenti e carabinieri».

Il Comune non poteva opporsi all’arrivo dei tifosi serbi, considerata la loro pericolosità?

«Il Comune sull’ordine pubblico non possiede alcun tipo di potestà. La gestione è delle forze dell’ordine».

Ma non avete avuto nessuna comunicazione sui potenziali rischi?

«L’amministrazione comunale non ha avuto alcun tipo di informativa. Sapevamo che i serbi sono tifosi estremamente caldi al pari di altri in Europa. Ma in questo caso siamo in presenza di una guerriglia, provocata, voluta, cercata e pianificata».

Ma non sembra che si siano usati due pesi e due misure? Rigidità in campionato e lassismo ieri con i sostenitori slavi che avevano anche cesoie e spranghe?

«E’ un problema di impostazione generale. Si è introdotto un elemento come la Tessera del tifoso: si è arrivati a imporre ai bambini e ai loro genitori di togliere il tappo dalle bottiglie e poi accade che entra nello stadio gente con le cesoie, petardi e corpi contundenti. Le racconto un altro esempio di queste discrasie».

Prego…

«Sono andato a vedere Udinese – Sampdoria. Ebbene, c’era un battaglione in assetto di guerra fuori dallo stadio per controllare 10 tifosi friulani. Queste sono disposizioni che giungono dall’amministrazione centrale e applicate in periferia: questo atteggiamento mi lascia molto perplesso come cittadino prima ancora che come assessore».

Secondo lei di chi sono le responsabilità in particolare?

«Sembra che sia arrivata un’informativa dalla Serbia sulla pericolosità di queste persone al ministero dell’Interno. Se c’è stata questa informativa, qualcuno a Roma ha evidentemente sottovalutato i rischi che si sarebbero corsi».

Ma ieri le autorità del Viminale hanno sottolineato la poca trasparenza e collaborazione da parte delle autorità serbe…

«E’ vero che la Serbia ha avuto sempre un atteggiamento opaco. Però ci sono alcuni elementi che avrebbero potuto far scattare maggiori controlli: gli incidenti seguiti alla sconfitta in casa contro l’Estonia e quelli durante il Gay Pride. A Roma c’è stata una grave sottovalutazione della pericolosità di questi individui che di certo non erano pecorelle. Non capisco perché non hanno fornito al questore gli strumenti necessari per affrontarli: guarda caso hanno dovuto chiamare ieri sera i rinforzi da altre città. Non credo che ci siano state negligenze a livello cittadino: anzi ho visto l’impegno di poliziotti e carabinieri in una situazione di estrema tensione».

Il Comune chiederà i danni?

«Sappiamo i nomi degli arrestati: è quindi possibile un’azione legale. Pensiamo di costituirci parte civile, anche se questi tifosi non sono italiani e non so se riusciremo a recuperare qualcosa. La prima stima dei danni è di circa 100mila euro: in esso è compreso anche l’impegno dei nostri vigili assieme alla polizia».

E’ a conoscenza dei possibili “fulmini” dell’Uefa anche contro l’Italia come organizzatrice della gara?

«Sì e devo dire che siamo al grottesco nella tragedia. Ma cosa c’entra il nostro paese in questa storia? Spero che la Figc mantenga la sua promessa di far disputare un’altra partita nel nostro Ferraris»

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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