Licodia Eubea (CT) – Nella sala consiliare del piccolo comune etneo è da poco terminata la serata di gala per la consegna ai Matia Bazar, e ad esponenti del mondo dello sport e della magistratura, di un prestigioso riconoscimento alla carriera. Sono con Piero Cassano, vero deus ex machina della storica band genovese, per l’intervista concordata prima della cerimonia. Chiacchieriamo del “premio” e, soprattutto, del Genoa. I minuti passano. In sala entra un uomo dell’entourage comunale che ci invita ad accorciare i tempi perché Piero Cassano e Fabio Perversi (l’altro “Matia” presente) sono attesi altrove. Piero Cassano non ha mezze misure e con garbo ed educazione dice: «Chi stemmo parlando do Zena. Che aspettino. Il resto non importa». È tutta in queste parola la passione di Piero Cassano per il Vecchio Balordo.
«Piero, prima di iniziare l’intervista per Pianetagenoa1893.net – gli chiedo – dimmi qual è il tuo livello di tifoso: blando, medio o passionale?». Non risponde. Mi guarda negli occhi e si mette una mano sul cuore. Ho capito. Non sarà un’intervista, ma una “calda” chiacchierata tra nostalgici genoani.
Piero Cassano esordisce spendendo parole per il Joker: «Ritengo sia un grande conoscitore del calcio e degli aspetti societari del club. Ha sempre saputo scegliere calciatori “preziosi”, soprattutto per le casse societarie. È un uomo che sa fare gli interessi della società», ha affermato. Anche se il “Matia Bazar” vive da tempo in provincia di Como, non ha perso la “cocina” genovese e ammette di seguire sempre il Genoa. L’attuale situazione del Grifone (è sotto gli occhi di tutti) non è delle più tranquille e tranquillizzanti. «In tempi non sospetti – confida – avevo detto che la squadra quest’anno avrebbe sì sofferto ma non credevo ai livelli attuali», dice con tristezza. Poi continua: «Sono sicuro che lottando, solo lottando sino all’ultimo, arriveremo a salvarci anche se dobbiamo prendere atto che la squadra è decimata da importanti infortuni». Ho un pensiero che mi frulla da tempo per la testa, ma non glielo esterno. Voglio capire se la pensiamo nello stesso modo. «Qual è, per te, il vero problema, quello con la P maiuscola, di questa squadra?», domando. La risposta è secca: «La coesione nello spogliatoio. Il vero problema è quello. La coesione che abbiamo visto con Gasperini e non si è più percepita».
A questo punto interviene Fabio Perversi, dal 1999 tastierista della band. È milanese, di fede nerazzurra, ma lavorando al fianco di Piero Cassano… non può non seguire anche le vicende rossoblu. «Da voi sono passati fior fiore di giocatori. Se non si costruisce una solida base sui veri campioni non si va da nessuna parte». Ci guardiamo con Piero Cassano e ci leggiamo nel pensiero. Fabio Perversi prosegue ed evidenzia quello che abbiamo pensato: «Sostanzialmente è grazie ai campioni del Genoa se siamo riusciti a realizzare la famosa “triplete”. Anche l’Inter oggi soffre, seppur in altro modo. Avete visto? – ci dice rammaricato – È andato via il “vostro” Thiago Motta, il “principe” Milito è in crisi ed ecco che siamo messi male». Fabio Perversi, da intenditore del calcio, in poche parole ha centrato il problema.
Siamo in provincia di Catania ed il raffronto con i rossazzurri è d’obbligo. «La differenza tra noi e loro – sostiene Piero Cassano – è nella programmazione. Pulvirenti (presidente del club etneo, ndr) si tiene stretti i giocatori validi almeno per un paio d’anni (vedi Maxi Lopez, ndr) per rincalzarli con atleti di pari valore o migliori. E poi, il patron catanese sa scegliere bene gli allenatori».
Alfonso Magno
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