Un doppio mandato che non dimentica, una duplice esperienza che gli ha permesso di conoscere la realtà rossoblù, in ogni sua sfaccettatura. Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva Gigi De Canio, uno dei pochi gentiluomini delle panchine italiane.
Mister, come vede questo Genoa che rispetto a un anno fa è stato rivoluzionato per l’ennesima volta? “Erano state acquisite delle certezze e il mercato, come sempre, fa la sua parte: il Genoa ha un gruppo forte e solido che può sicuramente ripetere i risultati precedenti nel tempo. Forse quest’anno non il piazzamento in Uefa, c’è bisogno di tempo anche per crescere e conoscere le dinamiche di gioco richieste da Gasperini”.
Lei ha allenato Tachtsidis al Catania: che tipo di giocatore è? “In quell’anno maledetto per tutti non si è potuto esprimere al massimo, lo spogliatoio era quasi tutto argentino e l’inserimento di un nuovo compagno era reso difficile perché c’era scarso aiuto reciproco. Panagiotis deve sentirsi considerato titolare, non dimentichiamo che ha giocato nella Roma poiché Zeman lo preferì addirittura a De Rossi: non ha maturato l’idea che per conquistarsi un posto deve lottare anche negli allenamenti”.
Può essere impiegato in una cerniera di centrocampo a due con Tino Costa? “Se questa scelta la fa Gasperini, significa che il mister ci ha pensato perché la squadra ne sente la necessità: Tachtsidis è più valido in uno schieramento a tre”.
Il Sassuolo migliora di anno in anno. “Non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno giacché tre anni fa si è salvata quando tutti l’avevano bollata come retrocessa già ad agosto: negli ultimi due anni ha programmato benissimo, ha costruito su un telaio consolidato e forte senza fare rivoluzioni di mercato altrimenti prima o poi si paga dazio. Allo stesso modo ha saputo fare il Genoa nelle annate con Gasperini”.
Perotti è un giocatore che crea dipendenza? “Ha delle qualità incredibili, conosce bene l’ambiente e il gioco del mister: abbinando il tutto è indubbiamente un calciatore importante che aiuta la squadra a esser sicura di poter fare risultato. È una garanzia di risultati”.
Alessandro Legnazzi
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