ESCLUSIVA PG, Gaetano De Rosa: “Caro Borriello, se restavi al Genoa…”

Pianetagenoa1893.net ha intervistato Gaetano De Rosa, libero rossoblù nel biennio 2006-2008, in vista del posticipo della ventiduesima giornata di campionato, Lazio-Genoa. Fu protagonista di un successo a Roma contro i biancocelesti nel 2008: qual è il miglior ricordo di quella partita? “Senza dubbio il risultato ribaltato, ci abbiamo creduto tutti quanti e furono tre punti […]


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Pianetagenoa1893.net ha intervistato Gaetano De Rosa, libero rossoblù nel biennio 2006-2008, in vista del posticipo della ventiduesima giornata di campionato, Lazio-Genoa.

Fu protagonista di un successo a Roma contro i biancocelesti nel 2008: qual è il miglior ricordo di quella partita?

“Senza dubbio il risultato ribaltato, ci abbiamo creduto tutti quanti e furono tre punti importanti per il nostro obiettivo primario: la salvezza. Una vittoria che ci diede molta forza e consapevolezza per completare una stagione fantastica, poi decisi di ritirarmi”.

Salvò anche una palla gol che Pandev non avrebbe lesinato a mandare in rete.

“Sono sempre partito dal principio dell’errore, sia del compagno che dell’avversario. Nel mio ruolo di libero dovevo saper rimediare agli errori e dare sicurezza a chi stava in reparto con me curando la profondità. Oggi si è perso il concetto dell’uomo libero, anzi molte squadre giocano in linea e rischiano anche nelle azioni più semplici”

Veniamo all’attualità: dati alla mano il Genoa ha vinto le ultime sette partite consecutive contro la Lazio. Cambiano le rose, gli allenatori ma mai i tre punti per il Grifone. A cosa è dovuto secondo lei?

“In alcuni casi alla bravura e in altri a coincidenze. Per esperienza personale dico che venire a giocare al Ferraris non è semplice per nessuno: lì il Genoa dà sempre qualcosa in più, evidenzia maggiormente le sue qualità ed è capace di ribaltare tutto negli ultimi istanti”.

Un suo compagno di squadra era il venticinquenne Marco Borriello: segnò 19 gol totali, traguardo sfiorato nella sua carriera solo al Milan l’anno successivo. Cosa gli è mancato per raggiungere la consacrazione definitiva?

“Senza dubbio la continuità di gioco e alcune scelte in piazze ricche di concorrenza e povere di pazienza. Il calcio italiano non ha mai avuto le caratteristiche dell’attesa e della programmazione: i presidenti e i tifosi vogliono tutto e subito. Invece ci vuole tempo e pazienza, come nella vita”.

Alessandro Legnazzi

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