ESCLUSIVA PG, Floro Flores: “Ricordo ancora lo scatto verso la Nord dopo il gol nel Derby. Al Genoa periodo speciale“

L'ex attaccante rossoblù ora alla Casertana: “Sorpreso per l’esonero di Ballardini, avrebbe meritato maggiore considerazione. Ora il Derby può alleggerire il peso delle critiche”

Floro Flores in Genoa-Roma 4-3 (Foto Valerio Pennicino/Getty Images)

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Uno dei marcatori del famoso Derby del 5 maggio 2011 che consentì al Genoa di trionfare sulla Sampdoria dandole una spinta decisiva verso la cadetteria. Pianetagenoa1893.net ha contattato Antonio Floro Flores per commentare il campionato del grifone e la prossima partita che sarà proprio la stracittadina.
Floro, oggi attaccante della Casertana, ha speso parole di stima nei confronti del suo ex allenatore Ballardini e ricordato il suo periodo sotto la Lanterna: “Vincemmo due Derby nel giro di pochi mesi, i senatori dello spogliatoio facevano capire a tutti noi cosa significava rappresentare la Genova rossoblù”.

Segue ancora il Genoa?

Certamente. L’avvio di stagione è stato davvero positivo, la squadra giocava un buon calcio e i risultati erano sotto gli occhi di tutti, inoltre c’era Piatek in uno stato  di forma devastante. Successivamente c’è stato l’inaspettato ribaltone in panchina e il calendario si è fatto più difficile. Nelle ultime settimane i rossoblù hanno affrontato avversari molto forti e bisogna dire che non sempre gli episodi sono girati a favore: contro il Napoli probabilmente ci poteva stare il pareggio e contro il Milan solo l’incertezza finale di Radu ha spezzato l’equilibrio.

Il cambio allenatore quindi l’ha particolarmente amareggiata?

Ballardini ha dato tanto al Genoa e credo meritasse maggiore riconoscenza, ma queste sono scelte societarie che non voglio commentare perché non le conosco, di certo ha portato malumore nell’ambiente che chiede maggiore stabilità. Il mister è una persona eccezionale capace di dare tutto sé stesso nel suo lavoro, con lui ho un rapporto speciale e sono contento di essere stato allenato da una persona e un professionista del suo livello. È entrato nel cuore dei genoani, una tifoseria capace di riconoscere il valore umano di chi da sempre tutto per i loro colori.

La prossima partita è il Derby. Può spazzare via i mugugni e le preoccupazioni legate all’ultimo periodo?

Non posso commentare il lavoro di Juric perché non lo conosco, però un allenatore che subentra ha bisogno di tempo per far apprendere alla squadra gli automatismi legati al suo gioco. Il Derby è una partita a sé, dove può succedere di tutto e dove gli stimoli e la grinta possono essere l’ago della bilancia. Juric come calciatore era apprezzato dalla tifoseria e forse una vittoria in una delle due gare più importanti della stagione può alleggerire il peso delle critiche dalle sue spalle.

Che Derby sarà?

Una partita tra due squadre che non stanno attraversando un bel momento sotto il profilo dei risultati. Come detto è una sfida a parte rispetto a tutte le altre, io ho avuto la fortuna di giocarlo e lo vivevo come un evento unico, isolato dal resto del calendario, quasi come una finale di coppa. Mi ricordo che i senatori dello spogliatoio caricavano la squadra per una settimana portando in tutti noi una tensione positiva che ci faceva calare completamente nell’atmosfera del Derby. Quando arrivavo a casa dopo l’allenamento non pensavo ad altro, quasi non vedevo i miei figli che mi passavo accanto: la testa era tutta sulla partita che ci aspettava.

Tra quei senatori vi era anche il futuro capitano, ovvero Criscito

Mimmo era più giovane di adesso, ma era genoano ed era consapevole di cosa voleva dire rappresentare la passione di una intera tifoseria. Ora è maturato e ha più responsabilità dovute alla fascia che porta al braccio, darà tutto sé stesso come ha sempre fatto.

Impossibile dimenticare il Derby dove lei ha segnato la rete che ha preceduto quella finale di Boselli

Una partita che ha fatto la storia visto che ha sancito la retrocessione della Sampdoria. È stata una gara speciale, volevamo tutti fare bene anche perché si era creato uno strano clima e la nostra unica intenzione era quella di vincere. Quando ho visto Boselli girarsi su Lucchini e calciare a rete ho capito che si stava per scrivere una pagina indelebile. Il mio gol non me lo scorderò mai, segnare nella stracittadina di Genova è incredibile per un calciatore, lo scatto che feci per correre sotto la Nord e ancora nel mio cuore e nelle mie gambe.

Ha giocato in entrambe le piazze. Ci sono differenze sul mondo di viverla?

A Genova il Derby è molto sentito, la più bella partita del campionato a livello di carica assieme a Roma-Lazio. Sotto la Lanterna però vi è un clima di tensione positiva dove genoani e sampdoriani arrivano allo stadio assieme e sempre in compagnia tornano a casa. Non ho vissuto il Derby sponda blucerchiata, ma credo vi sia la stessa ansia che c’è in quella rossoblù. Nella Sampdoria comunque mi ero trovato bene nonostante i problemi con l’allenatore in cui non voglio entrare. Certo nel Genoa ero più maturo e ho vissuto un periodo splendido e sono orgoglioso di aver fatto parte di quel gruppo favoloso.

Antonio Floro Flores segna il primo gol del Genoa nel derby dell’8 maggio 2011 (Foto Claudio Villa/Getty Images)
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