ESCLUSIVA PG, Innocenti: “Scoprii Perin, non è inferiore a Szczesny”

"Il suo carattere da scugnizzo mi sembra più da Napoli. In ogni caso ora è un uomo maturo, la nascita di Vittoria lo ha responsabilizzato" spiega il talent scout

Mattia Perin sotto la Nord (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva Sergio Innocenti, l’osservatore che scoprì Mattia Perin, e non solo. Ha lavorato con l’Inter dal 2000 al 2008 e portò in nerazzurro calciatori del calibro di Bonucci, Destro, Viviani, Pettinari, Donati, Falcinelli e Giacomelli, poi sei anni all’Udinese (Bruno Fernandes e Balic i fiori all’occhiello) e infine l’Academy del Carpi. Innocenti ha visionato qualcosa come 5700 giocatori in un anno, un numero che certifica l’assoluta passione e competenza per questo lavoro itinerate.

Come ha scoperto Perin? «Lo vidi per primo quando aveva dodici anni. Capitai sul campo del Nuova Latina Isonzo per un provino, ai tempi lavoravo per l’Inter: Mattia giocava in quella selezione. Era una ragazzino secco e chiacchierone, capii fin da subito che aveva della personalità. Lo portai in altre selezioni del centro Italia fino a farlo vedere allo storico Casiraghi, Pezzoni e Mereghetti: l’Inter non lo acquistò perché non credeva nel suo sviluppo fisico in altezza».

Che cosa la colpì di Mattia? «La padronanza di se stesso e i movimenti mi ricordarono quelli di Albertosi. Perin era bravissimo a lanciare con i piedi: non aveva problemi a pescare in profondità un suo compagno di squadra di cui non conosceva nemmeno il nome. Con il tempo ha curato ogni dettaglio e oggi è un portiere moderno».

Quando capì che ce l’avrebbe fatta a fare il calciatore professionista? «Dopo il primo infortunio grave al Genoa. Perin tornò più forte di prima, ne uscì grazie alla sua grandissima forza di volontà. Adesso è diventato un uomo maturo, ho notato che la nascita di Vittoria lo ha responsabilizzato».

Mi perdoni la domanda personale, ma che rapporto ha con lui? «Negli ultimi anni i nostri impieghi ci hanno portato in diversi posti, però ogni volta che ci vediamo a Coverciano ci abbracciano. Mattia è una persona carina e intelligente che, a differenza di altri, non mi ha dimenticato».

In quale squadra gli augura di giocare l’anno prossimo? «Mi piacerebbe vederlo al Napoli, è una piazza che secondo me sarebbe adatta al suo carattere da scugnizzo: nelle mani di Ancelotti è il portiere ideale per il dopo Reina. In ogni caso anche la Juve sarebbe un’ottima destinazione per la sua carriera».

Appunto, la Juventus farà un’offerta entro poche ore. Le gerarchie fluide di Allegri possono dargli qualche chance da titolare? «Molti credono che Perin farà il numero dodici in bianconero, io sono del parere opposto: con tutto il rispetto per Szczesny, che reputo un portiere di livello internazionale, ma non vedo grosse differenze tra Mattia e il portiere polacco».

Alessandro Legnazzi

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