Campionato 1914/15, il settimo sigillo: il Genoa sconfitto dal Casale tra botte da orbi e tifose sexy

Campionato Italiano di Prima Categoria 1914/1915 Risultati e classifiche di domenica 7 marzo 1915 ITALIA SETTENTRIONALE Girone di Semifinale A    Risultati della VI giornata: a Casale Monferrato (AL): Casale-Genoa 2-1; a Venezia: Venezia-Juventus 2-5.    Classifica dopo la VI giornata: Genoa [una partita in meno] punti 8; Casale [una partita in meno] punti 6; […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Campionato Italiano di Prima Categoria 1914/1915

Risultati e classifiche di domenica 7 marzo 1915

ITALIA SETTENTRIONALE

Girone di Semifinale A

   Risultati della VI giornata: a Casale Monferrato (AL): Casale-Genoa 2-1; a Venezia: Venezia-Juventus 2-5.

   Classifica dopo la VI giornata: Genoa [una partita in meno] punti 8; Casale [una partita in meno] punti 6; Juventus [tre partite in meno] punti 4; Venezia [una partita in meno] punti 0.

Girone di Semifinale B

   Risultati della VI giornata: a Torino: Vigor Torino-Milan 3-1; ad Alessandria: Alessandria-Novara [rinviata].

   Classifica dopo la VI giornata: Milan [tre partite in meno] punti 4; Alessandria [quattro partite in meno], Novara [quattro partite in meno], Vigor Torino [tre partite in meno] punti 2.

Girone di Semifinale C

   Risultati della VI giornata: a Genova: Andrea Doria-Vicenza 2-0; a Milano: Internazionale Milano-Juventus Italia [Milano] 4-0.

   Classifica dopo la VI giornata: Internazionale Milano [una partita in meno] punti 7; Andrea Doria [una partita in meno] punti 5; Juventus Italia [Milano] [tre partite in meno] punti 3, Vicenza [una partita in meno] punti 2.

Girone di Semifinale D

   Risultati della VI giornata: a Vercelli (NO): Pro Vercelli-Torino 0-1; a Verona: Hellas [Verona]-Como 6-0.

   Classifica dopo la VI giornata: Torino [tre partite in meno] punti 6; Como [quattro partite in meno], Pro Vercelli [tre partite in meno] Hellas [Verona] [due partite in meno] punti 2.

ITALIA CENTRALE

Girone Toscano

   Recupero della X giornata: a Firenze: Firenze-Lucca 2-0.

   Classifica dopo la XIV giornata: Pisa punti 24; Lucca punti 20; Libertas Firenze [una partita in meno] punti 18; Firenze [una partita in meno] punti 17; Società per gli Esercizi Sportivi SPES [Livorno] [ritiratasi dal Campionato] punti 13; Virtus Juventusque [Livorno] [ritiratasi dal Campionato] punti 10; Prato [ritiratosi dal Campionato al termine della VI giornata] punti 4; Itala Firenze [ritiratasi dal Campionato prima del suo inizio; i risultati a tavolino vengono inseriti nella classifica] punti 0.

Girone Laziale

   Risultato del recupero della IX giornata: Fortitudo [Roma]-Audace [Roma] 1-3.

   Classifica dopo la X giornata: Roman punti 18; Lazio [una partita in meno] punti 13; Audace [Roma] [una partita in meno] punti 9; Fortitudo [Roma] [una partita in meno] punti 6; Pro Roma [una partita in meno], Juventus [Roma] punti 5.

ITALIA MERIDIONALE

Girone Campano

   Il campionato avrà inizio domenica 18 aprile 1915.

Cronaca Casale-Genoa 2-1 – Il «colpo di coda» dei campioni d’Italia del Casale rimette in discussione la qualificazione del Genoa al Girone Finale dell’Italia Settentrionale

CASALE MONFERRATO, 7 marzo 1915

A distanza di quattro mesi e mezzo e di una trentina di chilometri dal giorno e il luogo della sconfitta per 0-3 ad Alessandria il Genoa ha subito il secondo stop stagionale in Campionato. Oggi i campioni d’Italia in carica del Casale si giocavano le residue speranze di poter accedere al Girone Finale dell’Italia Settentrionale (ora devono augurarsi una vittoria juventina sul Genoa tra due settimane per poi battere sul loro campo il 28 marzo la formazione bianconera e terminare a pari merito in classifica con essa e con gli uomini di Garbutt in modo da disputare un girone di spareggio). Dando per scontata la vittoria della Juventus sul proprio campo tra sette giorni contro il modesto Venezia, quello di domenica 21 a Torino sarà un match decisivo per il Genoa, che con la vittoria sarebbe qualificato, con il pari vincolerebbe a una mancata sconfitta degli ormai demotivati (perché impossibilitati a qualificarsi) nerostellati nell’incontro con la Juventus l’accesso al Girone Finale (altrimenti ci sarebbe uno spareggio tra le compagini rossoblù e bianconera) e con la sconfitta potrebbe solamente sperare in un successo dei campioni d’Italia uscenti in quell’incontro per rimettere tutto in discussione nel girone di spareggio a tre già presentato in linea ipotetica. Rispetto all’incontro di un mese fa a Genova, trionfalmente vinto per 3-0 dai rossoblù, ciascuna delle due squadre presentava tre novità in formazione. La differenza consisteva nel fatto che, mentre per il Genoa erano cambi obbligati (pesantissima, in particolare, l’assenza nel reparto difensivo di capitan R. De Vecchi, a cui le autorità militari hanno negato il permesso di partecipare all’incontro), per il Casale due delle tre variazioni erano state determinate da scelte tattiche. Al posto del «Figlio di Dio» ha giocato Ferrari I, finora schierato solamente a Savona, in mediana al posto di A. Magni è stato rispolverato Pella e all’attacco Traverso I ha preso il posto di Benvenuto I. Nel Casale, che ha fatto giocare Caire, in precarie condizioni fisiche, come ala destra (ruolo occupato a Genova da Ravetti), rispetto allo schieramento di un mese fa ci sono stati degli spostamenti di posizioni (Barbesino ha lasciato il centro della mediana a Gallina II, che aveva giocato un mese fa come mezzala destra, spostandosi sul settore di sinistra, dove O. Rosa, l’unico infortunato oggi tra i nerostellati, non si era dimostrato all’altezza; in attacco Mattea I ha preso il posto che era stato di Gallina II e lasciato quello di centravanti a Varese, autore oggi della seconda rete, che a Genova era stato schierato come mezzala sinistra) e due fondamentali inserimenti (la porta, a guardia della quale un mese fa c’era Pennano, è stata difesa dal non ancora diciannovenne C. De Giovanni, che ha respinto il calcio di rigore di C. Sardi I – il quale, visto che aveva sbagliato, tirandola fuori, anche la massima punizione contro l’Associazione Ligure del Calcio farà bene a tenersi lontano dal dischetto nel prosieguo del campionato –, con cui il Genoa avrebbe completato la rimonta, raggiungendo il 2-2; in attacco, come mezzala sinistra, ha giostrato Passerone, che, pur non avendo giocato affatto bene (sulle sue gambe pesava una marcia «in grigioverde» di trenta chilometri fatta il giorno precedente!) ed avendo avuto il torto di farsi espellere, pochi minuti dopo il genoano Ed. Mariani, nel convulso finale di partita, ha indirizzato l’incontro in favore dei nerostellati con la sua rete realizzata quando si era appena al 7’ del 1° tempo). Rispetto alla scialba esibizione a Marassi i campioni d’Italia si sono dimostrati sicuramente più in forma, ma hanno evidenziato limiti di condizione atletica nella mezz’ora finale, nella quale hanno resistito – favoriti anche dal restringimento della larghezza del campo e dalla sua pesantezza per la neve rimossa nell’imminenza dell’incontro e messa davanti agli spalti – all’assedio del Genoa, che avrebbe meritato il pareggio, grazie alla loro forza di volontà e alla bravura del giovane portiere. A fronte di un ritrovato interesse per l’esito del Girone A di Semifinale dell’Italia Settentrionale che si è venuto a determinare per il successo odierno del Casale, non si può che deprecare il comportamento di una parte del suo pubblico al termine dell’incontro, in cui si è registrato anche l’arresto di un sostenitore nerostellato. 

Stefano Massa

   CITAZIONE DAL GIORNALE MILANESE LA GAZZETTA DELLO SPORT [articolo di Augusto Rangone]: la partita avrebbe forse potuto avere un altro risultato perché sul campo non notammo quella superiorità di giuoco dei vincitori che il risultato stesso dell’incontro palesa. Il Casale aveva sgomberato il campo dalla neve accumulandola ai lati del campo stesso che veniva ad essere così notevolmente ristretto: poi un abbondante strato di sabbia rendeva il terreno pesantissimo.

   La squadra nero stellata si presentava in campo nella sua migliore formazione, ma quanto lontano ancora dalle brillanti unità dello scorso anno! Solo Mattea [I] si adoperò a tutt’uomo per ricollegare le azioni di giuoco, e lo si vedeva sempre continuamente e all’attacco e in difesa, proprio ad accorrere laddove si faceva sentire la minaccia genoana ed a supplire alla deficienza di qualche compagno di squadra. Della seconda linea casalese solo il Parodi fu redditizio; Gallina [II], spossato nel faticoso giuoco di center-half, si preoccupò a torto più della difesa che dell’attacco, poiché, alle spalle, egli poteva contare su Maggiani in gran forma e sull’ottimo [C.] De Giovanni.

   La mancanza di [R.] De Vecchi fu fatale per i rosso-bleu. Il sostituente [L.] Ferrari fece del suo meglio, ma spesse volte si lasciò giuocare dagli avanti casalesi. Casanova si prodigò e fu, con Leale e [C.] Sardi [I], uno dei migliori uomini in campo. Il portiere Lissone combinò alcuni gravi errori, ma si comportò abbastanza bene per il resto della partita. Al Genoa si era presentata propizia l’occasione del pareggio, ma [C.] Sardi [I] sbagliò il penalty per… troppa precisione. Sicchè la lotta che seguì dopo il mancato pareggio fu asprissima e condusse alla espulsione dal campo di [E.] Mariani prima e di Passeroni poi. In complesso la partita fu giuocata con troppo accanimento e fu fortuna che l’arbitro Pedroni intervenisse continuamente a frenare la soverchia vivacità dei giuocatori troncando ad ogni piè sospinto le azioni, a tutto scapito della bellezza tecnica della partita.

    CITAZIONE DAL GIORNALE CASALESE L’ELETTORE: La partita di domenica ha servito a far ricredere molti del nostri amatori del foot-ball i quali, proclivi ai facili entusiasmi, come ai subitanei sconforti, dopo le sconfitte di Torino e di Genova, s’erano formata la convinzione che la nostra squadra oramai era in piena decadenza. Ma un’altra cosa fece pure manifestamente conoscere, e cioè che alla nostra squadra, per ritornare all’antico spendore, non manca atro che un po’ di puntiglio e di molto allenamento. E di questo più ancora che di quello. S’è visto infatti che mentre i nostri, che pur sono agili e robusti, nella ripresa erano evidentemente spossati, i genovesi, che di allenamento non difettano, mostrarono ben altra resistenza, dominando, si può dire, i nostri, che soltanto con un’accanita difesa riuscirono a conservare la superiorità.

   CITAZIONE DAL SETTIMANALE TORINESE GUERIN SPORTIVO [articolo di Vidi]: Malgrado il metro e mezzo di neve caduta nello scorso febbraio, il «Casale» ha voluto oggi prepare il suo campo per il grande match. Ha così cintato il tereno di giuoco con enormi barriere bianche, e sparso sul fondo una sabbiolina sottile sottile, che, al vederla destava la voglia di farvi dei capitomboli. I posti popolari gremiti, e specialmente di soldati «zeneisi» qui di stanza accorsi per assistere alla probabile vittoria dei compatrioti e pieni di sacro zelo nel provocare tumulti col vociare incessante, affollati i primi posti, ma magra molto magra la tribuna.

[…]

   Arriva l’avana [colore delle maglie dell’Associazione Milanese del Calcio, di cui era socio] Pedroni [II] che senza esitazioni fischia l’inizio. I palloni messi in giuoco danno subito luogo a viva discussione: Barbesino ne scarta uno, [C.] Sardi [I] un altro; Pedroni [II] un terzo. Si fa attiva ricerca di un ball che entri nelle grazie comuni. Finalmente sono d’accordo! Genoa attacca deciso e Casale risponde altrettanto deciso. […] tocca a Passerone l’onore del primo «goal». L’ex terzino giuoca con un brio mirabile. Ed al decimo minuto, dopo un breve palleggio con Mattea [I], invia a Lissoni un pallone di tale veeemenza che il lungo portiere non ha nemmeno il tempo di tentarne la parata. Bravo Passerone! Egli sarà pressoché nullo in seguito, dato che porta nelle gambe [la fatica di] una trentina di chilometri di marcia [risulta evidente che stava prestando servizio militare], fatti il dì precedente. Ma ha ben dimostrato di essersi meritato il suo posto all’attacco.

   I ferri intanto cominciano a scaldarsi; i giuocatori si scambiano le prime carezze. Qualcuno da una parte e dall’altra è già mezzo inferocito e non mira più alla palla, ma agli stinchi dell’avversario. Gran bel giuoco quello del football!… Pedroni [II] va man mano perdendo la testa e segna falli su falli, punendo i nero-stellati per quelli del Genoa e… viceversa. Gli epiteti più graziosi partono dal pubblico al suo indirizzo. […] Si attende da un momento all’altro l’invasione del campo da parte del pubblico: ma il buon senso prevale. Finalmente in una scorreria casalese davanti al goal di Lissoni, ha termine il primo tempo. La Croce Verde ha il suo da fare nell’intervallo e come se non bastassero le ammaccature dei giuocatori, Varese che non ha potuto segnare, lanciando per distrazione la palla fra il pubblico, colpisce una bambina, per fortuna non troppo gravemente.

   Nella ripresa si giuoca ancora al football? Stento a crederlo. È un barbaro spettacolo di ragazzi, pure bene educati e per bene, che cercano di sopraffarsi colla violenza, non disdegnando di ricorrere all’atto proditorio, pur di danneggiare un avversario. E Pedroni [II] lascia fare, e non capisce che basterebbe un po’ di energia per riportare la calma ed il giuoco regolare. [Ed.] Mariani prima, Passerone poi, provano le dolcezze dell’espulsione. Varese che non ha perduto la testa, trova il modo tra tanto caos di segnare un goal. [C.] De Giovanni, che ha veduto un facile [da trattenere] pallone [tirato da Berardo II] entrare nella propria rete, si riabilita parando e serrando con ferrea presa un bolide sferratogli da [C.] Sardi [I] in seguito ad un calcio di rigore [le altre fonti giornalistiche pongono questo episodio dopo la rete del Genoa e prima delle due espulsioni]. Giunge la fine.

   I casalesi sono giubilanti. Il pugilato continua nel campo. Walsingham è alle prese con [G.] Parodi [I]. Il primo, piccolino, tira colpi bassi; il secondo, aitante della persona, mira agli occhi; tutti e due, evidentemente, a cose che vanno appaiate.

   Fuori [dallo stadio], la vittoria dei concittadini è commentata con gioia vivissima.

   CITAZIONE DAL SETTIMANALE MILANESE FOOT BALL [articolo di L’uomo che ride]: Dopo il primo goal casalese, segnato da Passerone, un subisso d’applausi si elevò e dalle tribune e dai posti popolari. Più tardi il bellissimo goal di Varese venne appena appena accolto da tepidi applausi. E perché mai, si domandavano i più, tale raffredddamento di entusiasmo verso il biondo giuocatore che fu beniamino della squadra casalese?

   Nell’ambiente locale si sussurra che il pubblico voglia addimostrare a Varese il suo disappunto per il sistema di giuoco individuale da lui rimesso nuovamente in vigore, sì da far cadere su di lui la colpa dei perduti matches…

   Terminando [sic!; Terminato] il match di Casale [Monferrato], la folla irrompe sul campo circondando e minacciando i genoani [c’erano delle ruggini tra nerostellati e rossoblù, che risalivano alla vittoria, rivelatasi decisiva per le sorti del Campionato precedente, del Casale a Genova per 2-1 il 15 marzo 1914, con un’aggressione al termine dell’incontro da parte di alcuni sostenitori genoani a Barbesino e Mattea I, accusati di aver tenuto durante la partita una condotta fallosa ed antisportiva]. Due carabinieri afferrano un casalese dei più scalmanati, questi si ribella, ma viene trascinato via di peso. Una turba di ragazzaglia segue l’arrestato, pretendendo[ne] dai militi la liberazione. Il momento è dei più critici per la Benemerita [soprannome popolare dell’Arma dei Carabinieri], quando lo stratagemma di un solo questurino riesce a fugare quella turba indemoniata. L’agente, in puro dialetto napoletano, gridando  e bestemmiando, si slancia tra la folla, e con una semplice mano all’elsa della daga, fuga, come per incanto, i… coraggiosi inseguitori.

   [il fantasioso articolo, “Serafina in nero”, che segue (di cui vengono presentati alcuni passi) mostra un personaggio da Belle Époque, la tifosa genoana Serafina, pochissimo inibita nei rapporti con l’altro sesso, come dimostrato dalle battute sulla bandiera e sul calcio di rigore sbagliato da C. Sardi I. Riteniamo che sia un interessante documento di costume].

    CITAZIONE DAL SETTIMANALE MILANESE SPORT [articolo di L’amico di Serafina]: Che mattina deliziosa! […] nonostante la neve, che copriva colline e pianure col famoso lenzuolo di bucato, si sentiva odore di primavera. E Serafina s’era abbigliata come sentisse addirittura l’odore dell’estate. Un cappello candido, fatto a simiglianza di un pentolino rovesciato, con relativo pompon, una camicetta alla garibaldina con le immancabili fettuccine verdi, una gonna fatta ad ombrello rivoltato di sotto in su, il manico del quale era rappresentato dalle gambe chiuse in un astuccio verde erba. La mia bionda amica, vista di lontano, faceva veramente l’effetto d’una bandiera semi-ammainata.

   Glielo dissi, ed ella, cui la vista della neve aveva mosso il diavolino in corpo, mi rispose, sogghignando beffardamente:

   – Può darsi! Ma io sono una bandiera, ad ogni modo, senza asta!

   Il colpo era evidentemente diretto a me, e perciò sviai subito il discorso, parlando a Serafina dei suoi genoani.

   – I rosso-bleu, – mi disse con aria malinconica, – non hanno grandi speranze. Mancano di [R.] De Vecchi, di [A.] Magni, di Benvenuto [I] e [«]il figlio di Dio[»][soprannome di R. De Vecchi] rappresenta [per il Genoa] una forza immensa.

   L’affermazione, da parte di Serafina, della forza del popolare Renzo [nome di De Vecchi], fece impressione anche su di me, che non sono molto impressionabile.

   – Che faccia aveva mister Garbutt? – le chiesi.

   – La solita faccia glabra, con qualche ruga di più. Capirai… ci va di mezzo il titolo [di campione d’Italia]. E sebbene, da perfetto inglese, apprezzi l’esercito italiano, ne diceva di cotte e di crude contro il colonnello di Renzo, che gli ha negato il permesso di assentarsi.

   – E come hanno provveduto?

   – Con Pella, il bravo piccino [era alto circa un metro e mezzo], Ferrari [I] e Traverso [I].

[…]

   La colazione non fu troppo allegra. Serafina, col suo abito tricolore, attirava tutti gli sguardi. Perfino il piccolo del ristorante le era sempre accanto; perfino il padrone, invece di preoccuparsi della cucina, si diede a mangiare la mia bionda con gli occhi: io, timoroso, mangiai dei pezzetti di suola di scarpa per funghi e un pezzo di carne, ch’era certamente di asino, per capretto.

[…]

   [Sul 2-0 per il Casale] Serafina mi obbliga a togliere di tasca il corno d’oro [che da lei mi era stato affidato prima dell’inizio dell’incontro] e Berardo II ottiene un punto e ha l’intenzione di fare il bis. I rosso-bleu, come una muta di cani affamati, si gettano nell’area di rigore di [C.] De Giovanni; il pallone è aspramente conteso e Barbesino gli vuole far toccare con mano [scherzosa allusione al fallo da lui commesso che porterà Pedroni II di Milano a sanzionare il calcio di rigore in favore del Genoa] che il pareggio è impossibile. Pedroni [II] dà il penalty e Serafina, dopo avermi preavvisato che ha bisogno della manicure, al più presto, si rosicchia le unghie. [C.] Sardi [I] tira nel bel centro della porta, sul petto del portiere nero-stellato, che afferra e respinge.

   Serafina mi dà un pizzicotto e mi strilla nell’orecchio, a squarciagola:

  – Non è in queste circostanze che si deve, tirando, mirare al centro! Era così visibile, l’ostacolo!

[…]

   Siamo alla fine ed il Genoa ottiene un corner. Serafina si fa dare il corno d’oro e me lo tiene sulla testa.

   Niente. I rosso-bleu non segnano e la mia bionda amica, riprendendo definitivamente il suo porte-bonheur, mi dice con aria di sprezzo:

  – Non sei buono neanche per questo!

   Io sospiro profondamente. Un [triplice] trillo [dell’arbitro per chiudere l’incontro], un ululato [di gioia del pubblico casalese] e giù botte da orbi, non si capisce il perché.

   Serafina vorrebbe buttarsi nella mischia ed io la freno a stento.

  – Che cosa vuoi fare? Con chi ce l’hai?

  – Ce l’ho con Gallina [II] [il centromediano dei casalesi] – mi risponde –, e voglio tirargli il collo!…

   Temevo un ritorno catastrofico, ma – invece – Serafina non fece che ridere, che giuocare, che stuzzicarmi.

  – Che cosa ti è accaduto?  – le chiesi.

  – Nulla! Ho un’idea. Stasera voglio andare alla sede del Genoa [era Villetta Serra all’Acquasola] e far arrabbiare gli amici. Ma voglio andar sola. Tu mi verrai a prendere più tardi.

   Il capriccio non era, poi, grande e, d’altra parte, se avessi posto il veto, Serafina sarebbe andata lo stesso.

   Così fu che, quando alle 22 e mezza precise, mi recai a pigliare Serafina, la trovai circondata da uno stuolo di genoani, che se la disputavano con tutte le loro forze.

   Serafina – per indispettire gli amici – indossava un abito nero e, sul petto, teneva stretta un enorme stella bianca, ch’era – naturalmente – di cartapesta. 

Note all’incontro Casale-Genoa 2-1

La partita, che si gioca davanti a una nutrita rappresentanza di sostenitori genoani (molti dei quali militari dislocati in zona), sul “Campo del Casale Foot Ball Club”, sito a Casale Monferrato (AL), in viale Priocco, ha inizio alle ore 15,00 di domenica 7 marzo 1915 agli ordini del signor Pedroni II di Milano, socio dell’Associazione Milanese del Calcio. Il Casale è diretto da una Commissione Tecnica, formata dal presidente Jaffe e dal capitano Barbesino, e il Genoa ha per allenatore Garbutt. Il Casale segna nel 1° tempo al 7’ con Passerone e nella ripresa al 7’ con Varese e il Genoa accorcia tre minuti dopo le distanze con Berardo II. Al 20’ circa della ripresa il genoano C. Sardi I si fa respingere da C. De Giovanni un calcio di rigore. Al 24’ del 2° tempo l’arbitro espelle il rossoblù Ed. Mariani e al 30’ circa il nerostellato Passerone. Al termine dell’incontro si verificano uno scontro tra il nerostellato G. Parodi I e il rossoblù Walsingham e la tentata aggressione sul campo da gioco dei giocatori rossoblù da parte di facinorosi casalesi, uno dei quali ammanettato dai carabinieri sopraggiunti in difesa della compagine ospite.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.