ESCLUSIVA PG, BIONDINI: “Genoa, la forza è la continuità di Ballardini”

"Il Sassuolo ha qualcosa in più come potenziale qualitativo. Mazzitelli deve svoltare, Genova è la piazza giusta per il suo temperamento" spiega il centrocampista

Biondini
Davide Biondini (Foto Valerio Pennicino/Getty Images)

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Ricominciare non è mai facile. Reinventarsi, pure. Ripensare a una nuova carriera, idem. Davide Biondini ha rinunciato al Sassuolo, alla Serie A, per ritornare al Cesena: tra i dilettanti, tra mille complicazioni. Se non è amore questo. Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva l’ex centrocampista del Grifone.

Qual è il punto di forza del nuovo Genoa? «Sicuramente la continuità al lavoro di Ballardini, una caratteristica che negli ultimi anni rossoblù è mancata. Il Grifo ne trarrà vantaggio. Conosco bene il mister (e tutto il suo staff) perché l’ho avuto a Cagliari, ho ottimi ricordi soprattutto della prima salvezza record».

Per tutto l’anno il dilemma di Ballardini sarà l’inserimento di un centrocampista o di un attaccante in più. Se fosse allenatore come si comporterebbe? «Il mister ha esperienza e intelligenza per capire di volta in volta chi scegliere. Ballardini sa lavorare su più moduli, non è integralista: nelle prossime partite aspetterà delle risposte dai calciatori per farli rendere al meglio».

Lei ha giocato assieme a Luca Mazzitelli. «É chiamato a un anno importante, deve svoltare dopo il biennio di Sassuolo: Genova può essere la piazza giusta. Luca è un calciatore di temperamento che dà il meglio in un centrocampo a due. In ogni caso il reparto del Genoa è ben strutturato».

Sassuolo-Genoa, domenica in campo due squadre equivalenti? «Gli emiliani hanno qualcosa in più come potenziale qualitativo: tuttavia hanno l’incognita dell’allenatore. Il Sassuolo ha cambiato completamente metodologia di lavoro. Il Genoa, come detto, prosegue sulla falsa riga dello scorso anno e ha un gruppo più amalgamato».

Il Cesena ha vissuto un’estate drammatica… «Ho provato grande dispiacere perché all’improvviso è finita una storia di settant’anni. Adesso bisogna ripartire, non sarà facile perché la società è nata da poco e ha fatto un mercato in grande ritardo. La mia scelta è dipesa dal senso di appartenenza e responsabilità verso la mia città, la mia squadra del cuore. Il tutto ha prevalso sulla materialità».

Alessandro Legnazzi

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