Verso l’Europa con i passi di tango di Palacio e Figueroa

Non poteva festeggiare meglio il ritorno in Europa la “Gasperson band” con una vittoria entusiasmante e squillante. Ieri sera il Genoa ha inebriato l’Odense con i passi di tango argentino di Palacio e Figueroa. Il primo ha incantato con le sue sgroppate sulla fascia destra, facendo letteralmente impazzire il povero Sorensen in modo particolare nel […]


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Non poteva festeggiare meglio il ritorno in Europa la “Gasperson band” con una vittoria entusiasmante e squillante. Ieri sera il Genoa ha inebriato l’Odense con i passi di tango argentino di Palacio e Figueroa. Il primo ha incantato con le sue sgroppate sulla fascia destra, facendo letteralmente impazzire il povero Sorensen in modo particolare nel primo tempo. E poi ha completato l’opera il mitico Lucio, che con una doppietta si è consacrato definitivamente come l’eroe della Gradinata Nord, che lo ha applaudito quando è stato sostituito da Kharja. Meno male che non è stato ceduto al Rosario Central: difficilmente, dopo questa sua prestazione maiuscola, sarà venduto dal presidente Preziosi. Le prestazioni maiuscole del trio d’attacco, sono state completate dall’inesauribile Sculli: ha messo lo zampino più volte nelle azioni più pericolose, a cominciare dal gol di Moretti. Il reparto offensivo ha spaziato, come faceva l’anno scorso, su tutto il fronte: le punte si scambiavano le posizioni, mettendo in grande difficoltà la mediocre difesa danese. Il reparto in cui quest’ultima si è mostrata ancor più debole è stato il centrocampo, dove al contrario il Grifone ha impresso un ritmo impressionante, indice di un ottimo stato di forma. Mesto e Criscito incontenibili sulle fasce, Milanetto lucido in regia, Juric implacabile “diga” a centrocampo.

Purtroppo c’era lo scotto da pagare nell’esordio in Europe League. Sul più bello per il Grifo è arrivato un inaspettato errore difensivo che ha letteralmente regalato il gol della bandiera dell’Odense: che è stato l’unico merito della formazione danese, che per il resto ha mostrato di essere tignosa, ma decisamente poco incisiva in fase offensiva. Bisognerà vedere se nel match di ritorno del 27 agosto riuscirà a rovesciare il risultato, imponendo il suo gioco impostato soprattutto su veloci azioni in contropiede: lo prediligo le sue punte africane, Utaka e Demba Nyren. Il Genoa, però, non è il povero Rabotnicki che nel turno precedente è stato letteralmente massacrato al Fiona Park. Il punto di forza della squadra di Gasperini è proprio (ancor più che nella scorsa stagione) il gioco offensivo, con le numerose alternative a sua disposizione. E non bisogna dimenticare che Crespo sarà molto probabilmente abile e arruolabile tra una settimana. L’Odense è apparsa impacciata in difesa, salvata in più occasioni dal suo nuovo portiere Carrol, che ha evitato in alcuni occasioni guai peggiori alla sua squadra. Superato l’esame per Moretti centrale, Gasperson dovrà meglio collaudare i meccanismi difensivi per poter superare in scioltezza questo turno di spareggio.

In mezzo alle due gare di Europa League c’è la Roma, che arriverà domenica sera a Marassi. I giallorossi sono riusciti a complicarsi la vita pareggiando 3-3 a Kosice. Un risultato che lascerebbe intendere che la difesa di Spalletti non è proprio impermeabile. Ma guai a sottovalutare la Lupa: l’anno scorso sembrava spacciata, fuori dalle posizioni per le competizioni europee. Invece, vi è rientrata acciuffando un sesto posto insperato. Il Genoa dovrà far valere la dura legge del Ferraris: chi entra nel tempio, perde. E ci sono le premesse affinché tutti gli avversari si sottomettano ad essa.

Marco Liguori

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