Una Nazionale senza capo, né coda a cominciare dalle convocazioni e dalle esclusioni (Gilardino, Antonelli e Criscito)

Avrei voluto sbagliare: è questo il mio primo pensiero dopo l’eliminazione della Nazionale dai Mondiali. Invece, mi perdonerete miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, affermo: l’avevo previsto, assieme a tanti colleghi. Era un’eliminazione prevedibile sin dalle convocazioni del ct Cesare Prandelli: in una gara difficile, dura e spigolosa come quella contro l’Uruguay […]


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Avrei voluto sbagliare: è questo il mio primo pensiero dopo l’eliminazione della Nazionale dai Mondiali. Invece, mi perdonerete miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, affermo: l’avevo previsto, assieme a tanti colleghi. Era un’eliminazione prevedibile sin dalle convocazioni del ct Cesare Prandelli: in una gara difficile, dura e spigolosa come quella contro l’Uruguay sarebbe servito Alberto Gilardino. Perché è del Genoa? No: semplicemente perché sarebbe servita la sua esperienza e la sua abilità nell’essere “centroboa”, soprattutto quando l’Italia è rimasta in 10 uomini. Mancavano anche due uomini di fascia alta o bassa (a seconda della fase difensiva e offensiva) come Antonelli e Criscito. Sappiamo tutti come ha reagito polemicamente il ct nel caso dell’esclusione dell’esterno dello Zenit San Pietroburgo. Per non parlare dell’ormai famoso codice etico, applicato a seconda dei casi in modo differente. Di più: si è cominciato col moduol 4-1-4-1 per finire col 3-5-2 simil catenaccio, ma senza costrutto.

Non ci si deve nascondere dietro a un dito, ossia dall’arbitraggio di Djamel Haimoudi. Va comunque sottolineata l’incapacità di quest’ultimo di dirigere una partita così importante: il morso di Suarez a Chiellini passerà alla storia nella galleria degli “orrori” arbitrali. L’espulsione di Marchisio è stata certamente ingiusta: il suo fallo era al massimo da giallo. Ma parliamoci francamente: gli azzurri non hanno effettuato un tiro in porta, neanche un accenno di azione pericolosa, sia contro il Costa Rica che con l’Uruguay. E senza tirare in porta non si va da nessuna parte. Le punte Balotelli e Immobile (tornato ad essere il giocatore incerto e immaturo del Genoa) erano evanescenti. La manovra, appesantita da due registi (Pirlo e Verratti), era inconsistente. In pratica: no tiri, no gol, no party.

A questo punto il ct deve assumersi tutte le sue responsabilità e la Federazione deve prendere provvedimenti.

Marco Liguori

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Ps: in un paese dove le dimissioni sono inesistenti, va dato atto al ct Prandelli e al presidente Abete di essersi assunti le loro responsabilità dopo l’eliminazione.

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